Francesco Cittadini
di Francesco Cittadini*
Puntuale come sempre, l’osservatorio sull’imprenditorialità della Fondazione Aristide Merloni ha reso pubbliche le statistiche sulla natalità delle imprese marchigiane, utilizzando i dati messi a disposizione dal Registro Imprese. Numeri semplici quanto significativi per una maggiore comprensione della situazione economica locale.
Se il confronto del numero delle iscrizioni tra primo semestre 2020 e primo semestre 2019 è stato impietoso, i primi 6 mesi del 2021 rispetto al 2020 registrano un consistente rimbalzo, recuperando buona parte del gap generato con la prima fase della pandemia. L’elaborazione dell’osservatorio mette in luce che “le iscrizioni registrano una crescita del 31,5% rispetto al primo semestre del 2020 e risultano di poco inferiori ai valori del 2019 (-5,7%). Nelle Marche l’incremento delle iscrizioni è superiore rispetto alla media italiana che si attesta al +24,7%. L’andamento mensile delle iscrizioni indica che, dopo i mesi di gennaio e febbraio ancora influenzati dalla situazione di incertezza, da marzo le iscrizioni sono tornate ai valori pre-pandemia. Nel primo semestre 2021 si conferma il rallentamento delle cessazioni con un calo del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il numero di cessazioni risulta significativamente inferiore rispetto al valore pre-crisi (-26,2%).”
Tutto il territorio regionale testimonia un incremento delle iscrizioni. “La crescita più significativa si registra nella provincia di Fermo con il +38,6% di nuove attività.” Quante di queste nuove imprese nascono dalla necessità di reinventarsi da parte di persone che a causa della pandemia hanno perso il proprio lavoro precedente, dipendente o autonomo? Questa è una domanda che necessita un’analisi qualitativa e non solo numerica, per la quale auspichiamo un approfondimento con le prossime indagini.
Per quanto riguarda la tipologia di attività “sì registra una crescita significativa delle iscrizioni nel settore dei servizi di informazione e comunicazione (+71,9%), nel trasporto e magazzinaggio (+64,7%) e nelle attività immobiliari (+47,8%)”.
Sul fronte contrario, quello delle cancellazioni delle imprese, si nota un drastico aumento nei settori delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+66%). Dal punto di vista provinciale le cessazioni rallentano nelle province di Macerata, Ancona e Pesaro Urbino. Al contrario, a Fermo e Ascoli Piceno si registra un incremento delle chiusure.
Ma tra nuove iscrizioni e cancellazioni, aumenti e riduzioni, a quanto ammonta il saldo netto nel numero delle imprese? Se nel primo semestre 2019 e anche nel primo semestre 2020 si sono perse circa 1300 imprese, nei primi 6 mesi del 2021 il saldo è sostanzialmente in parità, con una crescita netta di 35 imprese. Ancora poco per recuperare il terreno perso ma quanto basta per provare ad invertire la tendenza.
*Francesco Cittadini, Dottore Commercialista, Tartuferi & Associati
Pero il manifatturiero è ancora in flessione.
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