«Ho diversi dolori dopo l’aggressione,
la paura è stata tanta
Serve un posto di polizia»

CIVITANOVA - E' Roberta Belvederesi la dipendente Asur che è stata derubata e aggredita in ospedale da un uomo, poi arrestato. Dopo essersi accorta del furto della borsa ha inseguito il ladro. «Urlavo e chiedevo aiuto. In questa struttura girano migliaia di persone al giorno, non può mancare un presidio di sicurezza»

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Roberta Belvederesi

 

di Laura Boccanera

«Oggi ho dolori in tutto il corpo per la tensione e devo ancora smaltire gli effetti dello spavento per il rischio che ho corso, una gran paura, ma per fortuna non mi è successo nulla di grave. Però occorre ripristinare il presidio di polizia all’ospedale, ne va della sicurezza di personale e pazienti».

A parlare è Roberta Belvederesi, collaboratore amministrativo dell’Asur che in passato è stata anche figura di riferimento per il Pd provinciale e cittadino. E’ lei la dipendente dell’ospedale di Civitanova che ieri è stata aggredita da un uomo, poi arrestato dai carabinieri, che aveva tentato di rubarle la borsa con all’interno 150 euro. Belvederesi però ha opposto resistenza e ha inseguito il rapinatore che alla fine, anche grazie all’arrivo tempestivo e fortuito di un assistente di ortopedia, è stato bloccato in attesa dell’arrivo dei carabinieri. Belvederesi ha riportato 8 giorni di prognosi per lo strattonamento ad un braccio dovuto alla colluttazione con il tunisino che già la sera prima era stato al Pronto soccorso. Da lì però era scappato dopo aver dato in escandescenza, aveva ancora l’ago della flebo infilato nel braccio. L’episodio si è verificato ieri mattina e la funzionaria lo racconta così: «ero al lavoro al terzo piano dell’ospedale e ero davanti al monitor del pc. Saranno state le 10 al massimo. Ad un certo punto ho sentito un rumore quasi impercettibile, mi sono girata e ho visto un braccio che si allungava e che in un attimo sottraeva due borse. Ne tengo due lì, una che uso per mettere il pranzo e l’altra che è quella da passeggio, all’interno c’era il portafoglio con 150 euro che avevo prelevato poco prima». Belvederesi non ci ha pensato su e si è lanciata all’inseguimento. Lo ha raggiunto agli ascensori interni in uso al personale e non aperti al pubblico. Qui è nata l’aggressione: «io urlavo, chiedevo aiuto, soprattutto per attirare l’attenzione, anche lui mi urlava di stargli lontano. Poi ad un certo punto gli strappo le borse dalle mani e per fortuna arriva anche un addetto dell’ortopedia che riesce a bloccarlo in attesa dell’arrivo dei carabinieri arrivati in pochi minuti». Un’esperienza traumatica, ma Belvederesi chiede che sia da stimolo per rivedere alcuni punti sulla sicurezza dell’ospedale: «ho sempre fatto politica attiva e tutti lo sanno, sono stata un’estimatrice di Marco Minniti e della necessità di avere maggiore vigilanza e sicurezza in ospedale. Il presidio di Civitanova è un ospedale su cui girano migliaia di persone ogni giorno e non può non avere un presidio di sicurezza, non è accettabile che chiunque possa andare avanti e dietro per le corsie, dal pronto soccorso al terzo piano senza essere individuato. Spero che con l’arrivo del nuovo primario del Pronto soccorso si possa muovere qualcosa in questa direzione».

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