di Laura Boccanera
La Jeep Renegade è arrivata 10 minuti prima del passaggio del furgone blindato portavalori. Questo quello che le telecamere di videosorveglianza della sala bingo hanno mostrato a carabinieri e polizia che indagano dopo l’assalto di ieri con sparatoria. La banda criminale che ha fallito il colpo al portavalori aveva probabilmente da tempo studiato movimenti e orari dei vigilantes e già un’ora prima della tentata rapina si aggiravano attorno a via Einaudi. Sono ancora tanti di dettagli da chiarire e gli inquirenti lavorano senza sosta per dipanare la matassa di indizi e prove lasciate sul campo dalla banda. La prima ipotesi investigativa è che il sodalizio non sia della zona pur avendo studiato a fondo viabilità e vie di fuga. Non è escluso che ci sia un complice in città e località limitrofe che abbia nascosto per due settimane la Jeep Renegade rubata il 18 maggio a Civitanova e poi bruciata dopo il blitz. Tutti tasselli che devono ancora trovare il proprio posto nella ricostruzione dell’episodio che ha sconvolto la comunità. Carabinieri e polizia stanno svolgendo tutti i risvolti investigativi del caso ad ampio raggio: ieri hanno ascoltato le testimonianze dei testimoni diretti, i vigilantes, ma anche delle persone che da un’ora prima sono transitate in quel posto.
Come la conducente di un’auto che avrebbe addirittura parlato con uno dei malviventi: alle 11, un’ora prima dell’assalto, la donna è passata davanti al Bingo e doveva parcheggiare. Si è trovata davanti un’auto bianca che ostacolava il parcheggio e quando uno degli occupanti della vettura è sceso si è anche scusato per la sosta. Era uno dei rapinatori? L’auto era la Jeep Renegade? Gli inquirenti stanno cercando di verificare anche questa informazione col supporto delle immagini di videosorveglianza. Oltre ciò i rilievi della Scientifica possono fornire altre informazioni, ma si tenta di ricostruire anche il passaggio della banda in città. Al vaglio in questo momento le telecamere della città per verificare se qualche dispositivo possa aver catturato il passaggio dell’auto rubata ed eventualmente, qualora la collocazione della telecamera fosse ottimale, anche qualche frame del conducente o dei complici. Ma i carabinieri stanno cercando anche di esaminare tabulati telefonici. Resta anche il mistero dell’auto che per 2 settimane dal furto non è stata mai catturata dalle telecamere o controllata. Infine le armi: è ormai quasi certo che i kalashnikov non hanno sparato: i rapinatori avevano con loro pistole e il fucile d’assalto, ma non sarebbe stato utilizzato contro il portavalori e contro le guardie giurate. I banditi, dopo la fuga, li hanno portati con loro.
Assalto al portavalori: banditi sparano in strada poi bruciano un’auto
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