Tassi di interesse usurari
applicati da Banca Marche
Ubi dovrà risarcire 500mila euro

CREDITO - Il tribunale civile di Macerata ha dato ragione ad un imprenditore civitanovese titolare di una concessionaria che nel frattempo è fallita. Il legale: «Soddisfatti per la sentenza ma dispiace perché se il rapporto con l’istituto fosse stato corretto probabilmente avrebbe potuto far fronte alla crisi»

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di Gianluca Ginella

Tassi d’interesse usurari e anatocistici applicati da Banca Marche, il giudice condanna la Ubi banca (che ha assorbito l’istituto jesino) a pagare circa mezzo milione di euro ad un imprenditore che era titolare di una concessionaria, nel frattempo fallita. Il legale: «Dispiace perché se il rapporto con l’istituto fosse stato corretto probabilmente avrebbe fatto fronte alla crisi». La sentenza è arrivata nei giorni scorsi.

Il giudice Corrado Ascoli, del tribunale civile di Macerata, ha condannato Ubi banca a risarcire l’imprenditore civitanovese Marco Fabbri, all’epoca dei fatti titolare di una concessionaria di auto. Fabbri, assistito dagli avvocati Gian Luigi Boschi e Francesca Marinelli, aveva fatto causa a Banca Marche in merito a tassi applicati ad uno scoperto di conto e ad un mutuo che aveva aperto con l’istituto jesino.

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Gian Luigi Boschi

Secondo quanto è stato ricostruito nel corso del processo civile Banca Marche avrebbe applicato tassi tali da portare ad un plus di circa 400mila euro rispetto a quanto invece avrebbe dovuto versare l’imprenditore. Il giudice ha quindi condannato Ubi, nel frattempo subentrata in seguito al default di Banca Marche e al successivo assorbimento da parte dell’istituto lombardo, a rifondere 410mila euro più interessi e 55mila euro come risarcimento del danno. «Sono soddisfatto per la sentenza anche se c’è il rammarico che la società nel frattempo è fallita. Il processo è stato breve, iniziato nel 2014. Il problema è che se il rapporto con l’istituto fosse stato corretto il nostro assistito probabilmente avrebbe avuto le risorse per far fronte alla crisi e la sua società non sarebbe fallita».



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