di Claudio Ricci
(foto di Fabio Falcioni, video di Gabriele Censi)
Tradizione, ospitalità, l’imprescindibile sugo di papera, gli immancabili fuochi d’artificio e l’ormai quasi metabolizzato tema della sicurezza con annessi e connessi. San Giuliano, festa del santo patrono che affonda le radici nella notte dei tempi, continua, nonostante i timori legati ai drammi dell’attualità, ad unire i maceratesi. Proprio questi ultimi spiegano il perché alle telecamere di Cm Tv.
San Giuliano è tradizione. A Macerata le bancarelle allestite intorno alle mura e in extremis anche in corso Cairoli si popolano già dal tardo pomeriggio. I mariti accompagnano inevitabilmente le mogli nella consuetudine del giro intorno alle mura “Ce spennemo du sordi” è l’adagio con cui i mariti accompagnano le mogli durante la passeggiata tra gli ambulanti in viale Trieste.
San Giuliano è ospitalità. Alle 18, sotto alla torre dell’orologio simbolo della città, si ritrovano le delegazioni delle città gemellate giunte a Macerata proprio per festeggiare insieme ai maceratesi la festa del patrono. I primi cittadini di Weiden, Kurt Seggewiss e di Floriana, Davina Sammut Hili, e il vice sindaco di Issy Les Molineaux, Alain Lévi, osservano il carosello dei magi uscire dal planetario. “Amiamo l’ospitalità dei maceratesi e siamo molto grati di essere qui a Macerata e di essere parte di questo momento”, dice Seggewiss primo cittadino della città bavarese legata a Macerata dal 1963.
San Giuliano è inequivocabilmente papera. Con gli gnocchi, o le tagliatelle, arrosto o in umido il pasciuto pennuto è un’altro dei simboli della tradizione culinaria legata alle antiche usanze contadine per la festa patronale. Irrinunciabile a tavola, nel giorno del 31 agosto, è il piatto che mette tutti d’accordo, esclusi i vegani.
San Giuliano è spettacolo. Oltre alla pedana per ballare il liscio in piazza della Libertà tornano quest’anno i discussi fuochi d’artificio, l’anno scorso in congedo per il triste momento legato al terremoto. Lo spettacolo in programma come sempre il 31 agosto alle 23,30, terrà incollati migliaia di maceratesi alle mura nord della città o affacciati su viale Leopardi. “Meglio senza, a che serve spendere i soldi per i fuochi?”commentano i signori Sandro e Bruna Passamonti di Sforzacosta. C’è naturalmente anche chi non la pensa così.
Quest’anno San Giuliano è anche “blocchi stradali”. Impossibile chiudere gli occhi di fronte al vasto spiegamento di forze e mezzi disposto dalla prefettura. Le misure per la sicurezza sono imponenti e si vedono. Eppure per alcuni già si mescolano, camuffandosi, nel colorato ambaradan di bancarelle, palloncini e viandanti. “L’importante è stare insieme e festeggiare San Giuliano” è, in ogni caso, l’auspicio gaio e carico di speranza che i maceratesi portano nel cuore.
Bellissimo.
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bellissimo il momento in cui il telecronista dice che san Giuliano s’è amputato il braccio (ma quando mai? se faceva il traghettatore) e l’intervistato subito conferma: ah sì, sì, ora ricordo… evviva Macerata capitale della cultura, assai devota anche a Muzio Scevola…