di Maurizio Verdenelli
E lo ricordo ancora quel giorno di fine novembre, quando lui se ne andò. “E’ morto Remo” mi disse al telefono Emanuela (Fiorentino). Ed io con bullismo terminologico: “Remo, chi?!”. “Pagnanelli’. “Impossibile, l’ho visto in via Gramsci appena ieri l’altro, al solito imbacuccato nel cappotto grigio, coppola e sciarpa gialla”. Invece il più grande poeta maceratese del dopoguerra, aveva deciso di chiudere in fretta, ad appena 32 anni, dopo i tanti ‘Preparativi per la villeggiatura’. “Penso che sia stato un gesto dell’ultimo momento seppure già programmato. Qualche mese fa mi aveva rivelato che avrebbe ‘chiuso’ dopo l’ultima raccolta di versi, non gli volli credere” mi disse il suo sodale da sempre, Guido Garufi. “Preparativi” sarebbe uscito postumo, dopo quel 22 novembre dell’87, quando Remo Pagnanelli intraprese l’ultimo viaggio in mare aperto chiudendo definitivamente davanti a sé la sereniana ‘ripetizione dell’esistere’: “Nel mare allora andando per una in una oscurità maggiore sogna l’alito di Dio e vedine la chiarità che salva”.
“E dopodomani, a distanza di trent’anni esatti dalla scomparsa di Remo, le rotativa della Donzelli Editore concluderanno la stampa del volume di poesie ‘Quasi un consuntivo’ di mio fratello, la cui presenza non è mai cessata accanto a me” ha detto stamattina un’emozionata Sabina Pagnanelli. Presentando l’iniziativa ‘Io, Remo’ presso la Biblioteca Mozzi Borgetti (uno dei luoghi dell’anima di Remo: n’era uno dei curatori). “Lui sarà finalmente in libreria: una soddisfazione grandissima grazie alla distribuzione in tutt’Italia da parte dell’importante casa editrice romana. Che non ha fatto troppo caso al fatto di un autore deceduto, quindi non disponibile a comparsate, talk show, presentazioni: si tratta insomma, dati i tempi dell’apparire, di una scommessa alta quella di Donzelli” sottolinea Sabina. “Questo a dimostrazione dell’attualità dell’opera, del pensiero e dei suoi principi”. Un poeta, tra i più importanti del secondo Novecento, che amava Macerata, il territorio descritti con tenera vicinanza. E che, se pure segnalava il capoluogo con un divertente calembour “la più estesa necropoli picena” (che direbbe oggi!) , distaccandosi da Giacomo Leopardi per cui la terra era la ‘vil zolla’, ‘osservava’ con gli occhi del cuore i giardini curati e l’affetto dei suoi conterranei, attraverso la quotidiana fatica, verso il proprio paesaggio marchigiano.
E Macerata che dimentica, stavolta “ricorda” ha detto la vicesindaca Stefania Monteverde. In maniera più concreta del nome sulla targa di una via (che pure esiste, non così per altri ad esempio) ma attraverso un percorso teso a valorizzare “un patrimonio della cultura, della poesia e del pensiero, alto, raffinato”. “Un percorso non solo familiare (papà Pagnanelli costituì un anno dopo la morte del figlio l’associazione che porta il suo nome nd) ma essenzialmente cittadino”.
“Intanto l’Editore ha voluto organizzare, a dicembre, a Montecitorio una conferenza stampa per lanciare ‘Quasi un consuntivo’ a livello nazionale invitando critici, poeti, giornalisti, intellettuali. A Macerata da fine gennaio a metà febbraio sono previsti tre incontri. Con il prof. Roberto Cresti e la professoressa Marcheschi, curatrice del volume della Donzelli. Verrà presentato pure ‘Sul filo del pensiero’ a cura di Eugenio De Signoribus, Enrico Capodaglio e Guido Garufi. Tutto nel segno di Remo. E l’amico Guido – con cui aveva fondato la rivista ‘Verso’ che nessuno voleva sponsorizzare (a cominciare dalla ‘Cassa’)- condurrà infine la terza serata con testimonianze e ricordi da parte di chi l’aveva conosciuto e ‘recensito’.
Una terza fase, probabilmente la più delicata ed importante, rappresenta far adottare ‘Io, Remo’ dalle scuole del capoluogo tradizionalmente chiuse a riccio rispetto all’esterno, intente a percorrere i sentieri curriculari del ministero. Dice il presidente di Macerata Cultura, il professor Gildo Pannocchia, illustre scultore: “Si tratta di una fase strategica e ci vorrà la collaborazione e la condivisione delle autorità scolastiche altrimenti nulla sarà possibile. Il progetto è quello, ambizioso, di una proposta formativa con l’istituzione di un corso sull’opera di Pagnanelli tenuto da docenti e critici letterari, rivolta alle ultime classi delle superiori. Con lettura e studio dell’opera poetica ed eventuali presentazione di elaborati a fine corso”.
Più facile si presenta il progetto di una serata/spettacolo, a luglio, all’Helvia Recina con letture (voci recitanti: Fulvia Zampa e Piero Piccioni) e racconti attorno al pianeta ‘Io, Remo’. Attorno cioè a quel ragazzo trentaduenne, pieno d’introversione e di precoce talento che ricordo affacciarsi dalla porta del mio studio al ‘Messaggero’ e in silenzio, quasi scusandosi, lasciare sul tavolo (io troppo impegnato per badare molto a quel giovane amico, timidissimo) un foglietto piegato in quattro: un suo articolo scritto con la ‘Olivetti 22’. Ogni volta, sempre, un piccolo ‘diamante’.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
forse il beau geste finale è stato un superamento dell’opera e se ci fermiamo all’opera continuiamo a non capire niente…