La relazione a Firenze all’Accademia dei Georgofili: “Il vino, dice l’enologo Potentini, è sempre stato più divertimento che alimento. Come dice l’etimologia del nome, dal sanscrito”
di Ugo Bellesi
L’enologo Roberto Potentini nei giorni scorsi ha svolto una interessantissima conferenza nella sede dell’Accademia dei georgofili a Firenze su di un tema singolare: “Vino naturale e vino logico: due mondi e due modi di intendere l’enologia. Egli ha esordito partendo dalla considerazione che l’enologia del terzo millennio si caratterizza per la ricerca dell’armonia con la natura. Oltre ai vini biologici e biodinamici, che si realizzano all’interno di percorsi ufficiali di certificazione, oltre all’agricoltura di precisione impegnata nella ricerca della “sostenibilità ambientale, stanno avendo sempre maggiore interesse i cosiddetti vini “naturali”, sorti da un movimento spontaneo ancora non legalmente riconosciuto e che rappresentano una piccola, ma significativa parte della produzione vitivinicola nazionale ed europea.
Il successo del vino naturale – ha spiegato Potentini – è legato alle esigenze di quella parte di produttori e consumatori che, legittimamente, seguono un’idea di “naturalità” che fa leva più sull’emotività che sulla razionalità e sulla conoscenza scientifica. Spesso queste attività produttive si sviluppano, intenzionalmente, senza le necessarie cognizioni scientifiche e tecniche, nella convinzione che è la natura a trasformare l’uva in vino. La forte esposizione mediatica di questi vini naturali ne ha amplificato l’effettiva dimensione sul mercato e ha prodotto la frattura con il vino convenzionale. Passando alla conclusione il relatore ha sostenuto che è necessario uscire dalla logica distruttiva del conflitto, per confrontare serenamente “Vino naturale” e “Vino logico” per capire meglio quale potrebbe essere la giusta informazione per il consumatore e quindi creare sinergia nel mercato del vino.
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