Dallo sport una lezione di vita:
Musa dal Gambia al calcio a 5,
ma ora rischia il rimpatrio

MONTECASSIANO - La storia di un profugo 19enne accolto come un fratello dalla squadra Sambucheto Gunners. L'appello della società: "Non dimentichiamoci di chi ogni giorno come lui cerca di sopravvivere. Ha bisogno di aiuto, chiunque abbia un'opportunità da offrirgli ci contatti"

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Musa con Mister De Salvo a sinistra e bomber Fratini in alto.

 

Una bellissima storia di amicizia nata in un campo da calcio a 5 è diventata esempio di integrazione e valori sportivi. A gennaio la squadra di calcio a 5 “Sambucheto Gunners” decide di tesserare tra le proprie fila un giovane ragazzo proveniente dal Gambia, Musa Barrow, 19 anni.  Quello che sembrava essere solo una storia di sport, si è trasformata ben presto in una grande lezione di vita per coloro che ogni giorno assistono impassibili alle difficoltà di quei tanti giovani che da mesi arrivano nelle nostre coste aggrappati ad un sogno che spesso diventa incubo.
La storia di Musa Barrow è a dir poco incredibile e a tratti commuovente. Musa non conosce la madre e a soli 7 anni perde il padre. Rinnegato dalla seconda madre, Musa, insieme al fratello e alla sorella, si affida alle cure dello zio. Ben presto quest’ultimo viene coinvolto in un colpo di stato e il ragazzo ne perde le tracce. E’ in questo momento che decide di intraprendere un viaggio che in 9 mesi lo porterà in Senegal, Mali, Libia e da qui, con altri 100 uomini, attraversa il mediterraneo per sbarcare a Crotone. Qualche giorno dopo lo sbarco Musa continua il suo viaggio verso Ancona, Marzocca per “approdare” definitivamente a Recanati dove per un breve periodo ha diritto ad essere ospitato in una struttura di accoglienza. Durante la sua permanenza ad Ancona Musa riceve il prezioso aiuto di un avvocato che gli fornisce tutte le indicazioni necessarie per orientarsi in una realtà completamente nuova.
Nello stesso tempo, in pieno svolgimento del campionato di calcio a 5 del Csi di Macerata, la squadra di Sambucheto si ritrova a far i conti con delle defezioni e dopo alcuni sondaggi viene suggerito Musa, appassionato di calcio e promettente attaccante. Musa ama il calcio, il suo idolo è Cristiano Ronaldo come per tanti giovani, tifa Real e in Italia simpatizza per il Napoli. Il giovane inizia ad allenarsi con la squadra e pian piano riesce a superare le difficoltà dovute alla lingua e a raccontare la sua incredibile storia ai nuovi compagni di squadra.

E’ in questo momento che il coinvolgimento emotivo dello spogliatoio ha costruito una storia bellissima che meriterebbe ben altri palcoscenici. Intorno alla squadra di calcetto allenata dal mister Andrea De Salvo si mobilitano tante persone: chi offre il materiale necessario per far giocare Musa, chi lo ospita, chi lo aiuta con il lavoro, chi gli cerca una sistemazione, chi offre una cena, tutti accomunati dalla volontà di fare un gesto gratuito per il ragazzo. Ma ben presto per la squadra dei Gunners arriva una doccia fredda: il periodo di accoglienza sta per scadere e Musa non avrà più né una casa né i suoi compagni di stanza che nel frattempo si sono organizzati per andarsene a Milano. Musa si ritrova di nuovo solo, senza niente. Il mister riesce tramite la parrocchia del paese a sistemarlo in una casa privata e con un giro di chiamate a trovargli un lavoro. Per qualche mese la situazione è risolta ma sul giovane Musa incombono ora tutte le incertezze legate al futuro. L’appello del mister e della squadra “è quello di non dimenticare né Musa né chi come lui ogni giorno cerca di sopravvivere; chiunque abbia un’opportunità da offrirgli si può rivolgere ad un membro della squadra; per noi è più di un amico, è un fratello che ha bisogno di aiuto”.  



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