Il pubblico presente all’incontro in rettorato
Da sinistra Traversini, Sciapichetti, Mastrovincenzo, Pettinari, Sargolini
di Monia Orazi
I sentieri dello sviluppo delle aree interne passano attraverso l’impegno e la volontà di undici giovani laureati, che insieme ai ricercatori delle quattro università marchigiane, con Camerino capofila e referente Massimo Sargolini di Unicam, lavoreranno sul campo per mappare le condizioni di vita delle popolazioni terremotate, capire le loro esigenze e mettere a punto progetti di sviluppo, in grado di far rinascere i paesi colpiti dal sisma. L’obiettivo ambizioso attorno al quale si sono uniti gli atenei di Urbino, Ancona, Camerino e Macerata, ha il pieno appoggio del consiglio regionale delle Marche e prevede un raccordo stretto con il Comitato nazionale per la strategia delle aree interne, che nel territorio di Camerino ha come capofila l’Unione montana Marca di Camerino, presieduta da Alessandro Gentilucci, a cui si aggiungerà il contributo degli atenei di Modena e Reggio Emilia. Le attività del progetto, illustrato durante l’incontro di oggi in rettorato da Massimo Sargolini, riguardano in particolare: la realizzazione di una mappatura delle condizioni territoriali, sociali ed economiche degli 87 comuni marchigiani colpiti, prima e dopo gli eventi sismici; la realizzazione di una raccolta di informazioni per delineare la domanda sociale, le aspettative e le paure sentite nei vari ambiti delle comunità interessate dal fenomeno; una sintesi delle criticità e delle potenzialità dei luoghi da mettere a disposizione del Consiglio regionale per individuare nuovi e sostenibili sentieri di sviluppo locale.
Il progetto, che durerà sei mesi, sarà realizzato tramite indagini sul campo, dai cui risultati si partirà per delineare le direttrici territoriali di sviluppo. A trarre le fila di quanto detto in un’intera mattinata è stato l’assessore regionale alla Protezione civile Angelo Sciapichetti: “Occorre far prendere coscienza alla comunità nazionale della devastazione epocale causata da questo sisma, per cui queste terre meritano la forte attenzione del governo nazionale, adesso la priorità è far rientrare gli sfollati prima possibile, si spera di poter installare le casette entro settembre, ottobre. Per questo abbiamo messo in campo un provvedimento innovativo come l’acquisto del patrimonio immobiliare invenduto, per cui si stima di poter acquisire un migliaio di appartamenti. Un altro aspetto essenziale è quello di far ripartire le attività commerciali, artigianali, la microeconomia locale. Per la ricostruzione dobbiamo dire la verità, quella pesante necessiterà di almeno quindici, venti anni (tempi in linea con quanto detto da Cesare Spuri nei giorni scorsi, ndr), non dobbiamo ricorrere a modelli già visti, che non possono essere calati su questo territorio, il quale ha una sua specificità. Dobbiamo creare occasioni di sviluppo attraverso i mondi vitali di questo territorio, i punti da cui partire per un modello di sviluppo, senza il quale la sola ricostruzione delle case non ha senso, sono il creare occupazione, riportando i giovani creando occasioni di lavoro. Dobbiamo lavorare per incentivare le peculiarità di questo territorio, abbiamo aperto la Valdichienti, la Pedemontana possiamo realizzarla. Riguardo alla ricostruzione siamo ripartiti dalle scuole, ma magari ne andrebbe pensata una comprensoriale per quattro, cinque comuni. La politica deve aiutare nell’elaborazione di un progetto di sviluppo, per rilanciare questa zona che aveva problemi anche prima del terremoto. Su questo dobbiamo accelerare, ma se riprendiamo i vecchi giornali di vent’anni fa, i problemi di allora sono gli stessi di oggi”.
L’intervento dell’assessore regionale Angelo Sciapichetti
Il rettore Unicam Claudio Pettinari ha ringraziato per aver dato a Camerino il coordinamento del progetto, sottolineando come sia essenziale mappare le necessità, per poi capire come intervenire e cercare soluzioni, con le competenze scientifiche e le conoscenze degli atenei, a vantaggio delle comunità locali. L’arcivescovo di Camerino, monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, ha sottolineato l’importanza di rendere coesa la comunità, riportando al più presto nei loro luoghi di origine le persone. Il presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo ha chiesto ai sindaci di essere partner di questo progetto di ricerca, di “aprire le porte ai giovani ricercatori e agli studiosi delle Università marchigiane per parlare con loro di futuro” e alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali “di essere parte attiva della elaborazione che inauguriamo” e alle associazioni culturali, giovanili e di volontariato “di offrirci spunti e idee per dare un’anima al nostro progetto”. Hanno partecipato anche il consigliere Piergiorgio Fabbri (M5S), il presidente della Commissione regionale Sviluppo economico, Gino Traversini, che ha ricordato la risoluzione votata dal Consiglio e l’importanza di avere garantiti i servizi per i residenti: “C’è un’emergenza Appennino centrale che interessa più regioni – ha affermato – preesistente al terremoto, per la quale servono provvedimenti urgenti di carattere nazionale”. Quindi, il consigliere Sandro Zaffiri (Lega Nord) che ha evidenziato “l’importanza di questa iniziativa, soprattutto in considerazione di come finora si sia fatto poco, mentre per far rinascere le aree interne servono leggi speciali e il coinvolgimento diretto dei sindaci”. La Commissione delle aree interne è stata rappresentata da Sabrina Lucatelli, presenti anche i rettori degli altri atenei marchigiani, di fronte a una platea di amministratori, docenti, esponenti dei sindacati e di tutto quel corollario di associazioni ed istituzioni che costituiscono la struttura associativa ed istituzionale delle Marche.
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