di Gabriele Censi
“Un pugno nello stomaco”, così Maurizio Landini definisce la visita di questa mattina nella zona rossa di Camerino accompagnato dal sindaco, dai vigili del fuoco, dai rappresentanti del sindacato regionale e locale e dai rappresentanti di Unicam. Un colloquio con Gianluca Pasqui , prima nella sede provvisoria del comune negli uffici Contram e poi lungo le vie della città deserta (presenti solo gli uomini e i mezzi al lavoro per le messe in sicurezza) da cui è nata una proposta: fare di Camerino un laboratorio nazionale della ricostruzione che indica come da una disgrazia può scaturire una opportunità. “Sono passati dei mesi e non c’è ancora una pianificazione. – dice Landini – Dobbiamo uscire dalla logica che ogni volta che c’è un terremoto sembra che sia la prima volta, siamo un paese sismico, oggi ci sono tutti i mezzi e gli strumenti tecnologici per intervenire”.
Non si può ragionare in modo ordinario di fronte ad una situazione straordinaria, è il leit motiv della giornata, con gli esempi della strada che sbloccherebbe un intero quartiere, ma per essere messa in sicurezza deve attendere i tempi (mesi) della gara di appalto, o il campus donato a Unicam per 450 studenti che per essere avviato, dopo il via libera della Giunta, deve attendere i 60 giorni di affissione all’albo pretorio.
“Il futuro non crolla, i diritti non crollano” era il tema dell’incontro al Campus Unicam. Quindi si è parlato di ricostruzione ma anche della campagna lanciata dalla Cgil sui temi del lavoro e del prossimo referendum (fissata la data al 28 maggio) su voucher e responsabilità sugli appalti. “Il valore del lavoro è stato ridimensionato a partire dagli anni ’80, non è un problema solo sindacale ma culturale, – ha ricordato Landini – lo statuto del 1970 lo hanno votato le forze di governo di allora, Dc e laici, con l’astensione del Pci. Erano valori condivisi che si sono persi e oggi il livellamento è al ribasso con la finanza che comanda anche sull’industria”.
“Oggi abbiamo cercato di parlare della ricostruzione di un tessuto sociale e dei diritti che ruotano intorno- è intervenuto Daniel Taddei segretario Cgil Macerata – la collaborazione che parte dal basso tra associazioni e istituzioni può creare un grande laboratorio per andare avanti e superare i ritardi”. Il rettore Flavio Corradini ha ricordato il lavoro congiunto con le organizzazioni sindacali, all’interno della “Consulta per il lavoro e la valorizzazione della persona”, gli imprenditori e le amministrazioni locali: “Un documento che è stato superato dal sisma, ora serve ritrovarci di nuovo per immaginare un futuro importante per i nostri territori”. Il dibattito “Ricostruiamo i diritti e il lavoro, per ricostruire il territorio” è stato animato anche dalle riflessioni del docente Unicam Luca Baccelli, professore ordinario di Filosofia del diritto.
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La visita alla zona rossa è ormai matura per essere inserita come prova da superare in qualche reality show.
E’ utilissima invece, se non vedi non ti rendi conto, anche chi vive a Matelica, a Casette Verdini o a Civitanova se non vede con i propri occhi non può capire.
Ma infatti la visita alla zona rossa, se una volta testata con i vip fosse poi destinata al turismo di massa, potrebbe diventare il volano dell’economia, com’è successo a Pompei.