di Maria Stefania Gelsomini
Nel weekend di Musicultura, anche altre note hanno risuonato in città, quelle degli strumenti musicali Borgani. Ieri, la storica azienda situata in via Ancona 9 ha aperto le porte ad appassionati e addetti ai lavori per un evento dal titolo “Festeggiamo insieme con la musica … la passione che ci unisce”. Un vero e proprio Borgani Open Day, con visita guidata all’azienda e all’esposizione dei suoi strumenti musicali a fiato. Poi a partire dalle 18.30, nell’elegante salone del secondo piano (quello che fu di casa Borgani, riaperto per l’occasione), il saluto musicale di una formazione d’eccezione, l’Ensemble di clarinetti dei docenti del Conservatorio G. Rossini di Pesaro, formato da Sergio Bosi, Michele Mangani, Romolo Canini, Agide Brunelli, Luigino Ferranti e Gino Partisani, alcuni marchigiani, altri venuti da Ravenna e San Marino. L’Ensemble ha deliziato gli ospiti con un raffinato repertorio di brani che ha spaziato dalla lirica al jazz, dalla rumba al tango, di compositori come Gioacchino Rossini, Astor Piazzolla, George Gershwin, ma anche di clarinettisti italiani contemporanei come Hengel Gualdi, Gaspare Tirincanti e lo stesso Mangani, autore di molte delle trascrizioni eseguite ieri.
L’ensemble di clarinetti del Rossini al centro Orfeo Borgani con il sindaco Romano Carancini in occasione dell’anniversario dell’azienda
Nessuno probabilmente, passando fuori dalla signorile e discreta palazzina rosa, stretta fra la ferrovia e il cavalcavia che sovrasta il tribunale in pieno rione Marche, nonostante il nome Borgani apposto a lettere cubitali, potrebbe mai pensare di trovarsi di fronte a una vera e propria fucina di preziosi strumenti musicali, anzi a una delle cinque aziende al mondo produttrici di sassofoni professionali al top di gamma (un’altra è il colosso Yamaha, per capire il livello). Una palazzina su due piani nel cui laboratorio, da decenni, sapienti artigiani saldano e montano a mano gli strumenti, modellando e assemblando decine di componenti e accessori. Gli strumenti finiti, i sax tenore, soprano e contralto, e i clarinetti, passano poi nella sala prove insonorizzata, dove vengono testati dai musicisti.
Quella di Borgani è una lunga storia d’amore con la musica iniziata 144 anni fa, nel 1872, quando Augusto, musicista e imprenditore, fonda a Macerata la società Borgani Strumenti Musicali. Mentre il primogenito Arturo viene mandato negli USA ad apprendere le tecniche più innovative del periodo, il secondogenito Orfeo (nonno dell’attuale titolare che ne ha ereditato anche il nome), clarinettista diplomato al Regio Conservatorio di Bologna, nel 1920 prende le redini dell’azienda e comincia a produrre modelli innovativi depositando numerosi brevetti ancora oggi in uso. Nell’epoca d’oro del jazz e dello swing, Orfeo senior comprende le enormi potenzialità del sassofono, strumento molto apprezzato dai musicisti in quegli anni. Il figlio Giuseppe prosegue l’opera del padre, scomparso prematuramente nel 1956, concentrandosi su ricerca, sviluppo tecnologico e internazionalizzazione, e nel 1983 lascia nella mani del figlio Orfeo un brand divenuto ormai internazionale, che oggi esporta in oltre centocinquanta Paesi e quattro continenti. Le strategie vincenti di Orfeo Borgani junior sono state la rivalutazione della tradizione manifatturiera, la ricerca e l’innovazione tecnologica. La scelta rivoluzionaria a partire dal 1990, con la nascita delle sette leghe sonore Borgani (Oro 24 K, Silver, Pearl Gold, Pearl Silver, Vintage, Black Silver, Special Edition): la produzione di sax in sapienti combinazioni di metalli preziosi, depositati su una base di ottone e miscelati fra loro, che conferiscono coniugazioni di suono differenti.
Potendo scegliere caratteristiche timbriche e dinamiche in base alle sue esigenze stilistiche e gusti musicali, il saxofonista ha così la possibilità di avere uno strumento “su misura”. Ora è lo strumento ad adattarsi al musicista e non più il contrario. Nel 1997, per festeggiare i 125 anni dalla fondazione, esce sul mercato l’esclusivo Sax Soprano Jubilee, il primo e tuttora l’unico sax soprano dotato della possibilità di intercambiare la campana, che permette al musicista di ottenere di volta in volta un timbro differente o una particolare propagazione del suono. Nel 2007, per celebrare il 135° anniversario, esce la Collezione Borgani 1872, due serie (la Jubilee e la 135) disponibili in otto finiture: oro 24 K, oro rosa, argento, nero, madreperla oro, madreperla argento, Vintage e Special Edition. La grande sfida, che sembrava quasi impossibile, era quella di costruire sax professionali d’impostazione moderna che riproducessero il timbro ricco, ricercato e avvolgente dei mitici anni ’50.
Una sfida vinta tornando all’antico, battendo a mano col martello le lastre di ottone, affidandosi alla sapienza dei propri collaboratori, ottenendo sfumature infinite e irripetibili. Perciò la Borgani Saxophones continua a rappresentare non solo un’eccellenza maceratese, un esempio delle capacità creative e dell’audacia imprenditoriale della manifattura italiana tramandate di generazione in generazione, ma un punto di riferimento per musicisti di tutto il mondo. «Le collaborazioni con grandi artisti si basano su un rapporto di fiducia – spiega Orfeo Borgani – e gli strumenti vengono quasi cuciti addosso ad ognuno, in base ai suggerimenti e ai desiderata, perché non c’è un sax che va bene per tutti. È il nostro vanto, e se non avessimo percorso questa strada saremmo spariti». È per questo che molti dei più importanti musicisti italiani e internazionali scelgono i Borgani Saxophones. Come Francesco Santucci, primo sax dell’Orchestra Rai di musica leggera, che li utilizza da ben 24 anni, anche durante il festival di Sanremo. O come il sassofonista e compositore americano Joe Lovano, una collaborazione che dura dal lontano 1999 e che ha portato alla nascita della Serie che porta il suo nome. Chi è Joe Lovano? Considerato uno dei maggiori tenor-sassofonisti della scena mondiale, e vincitore di un Grammy Award, ha suonato con i più importanti jazzisti e con star del calibro di Lady Gaga e Tony Bennet, tanto per citarne un paio.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati