Monsignor Stefano Russo è il nuovo vescovo della diocesi di Fabriano e Matelica (leggi l’articolo). Succede a monsignor Giancarlo Vecerrica, dimissionario per limiti di età.
di Maurizio Verdenelli
“Don Giancarlo” per sempre. Monsignor Vecerrica se ne va in punta di piedi, dopo aver vissuto tredici anni da vescovo a Fabriano e Matelica (nominato il 22 febbraio 2003) e tanti decenni dei suoi 75 anni, da parroco, sempre di corsa con le sue scarpe da tennis che indossa (e fa indossare) a preti e cardinali ogni metà giugno quando scatta puntualmente il ‘suo’ pellegrinaggio Macerata-Loreto nell’albo dei record per presenze: lo scorso anno si è arrivati a centomila. Il prete-rock di Tolentino trapiantato a Macerata –nel senso che alle sue messe negli anni 60 l’organo veniva volentieri sostituito dalle chitarre dei complessini allora storicamente in voga- ritornerà a maggio nella sua terra e chissà se stavolta papa Francesco, che glielo ha promesso, non sarà ‘del gruppo’ a giugno, in partenza dallo stadio Helvia Recina per il santuario lauretano della Madonna Nera. Così come nel ’93 Giovanni Paolo II cui si rivolse, per il saluto ufficiale, un giovane che avrebbe fatto molta strada. Ermanno Calzolaio (allora bravissimo critico musicale alla redazione de ‘Il Messaggero’), attuale direttore del Pellegrinaggio e direttore del dipartimento di Giurisprudenza di Unimc. Sempre insieme Ermanno e don Giancarlo, anche l’8 marzo scorso a Macerata in coincidenza con il convegno nell’Aula Magna dell’Università sulla Festa della Donna.
Dice Carlo Cammoranesi, direttore dello storico settimanale fabrianese ‘L’Azione’, responsabile regionale della Fisc (Federazione italiana settimanale cattolici) e componente della commissione Cultura della stessa federazione, braccio destro mediatico e non solo, di ‘don Giancarlo’: “Per me lui è stato come un padre. L’aspetto che mi ha colpito più di lui è che ha avuto costantemente una parola per tutti. Il suo attivismo è stato talvolta interpretato, senza fondamento, come una fuga della realtà: al contrario, correndo sempre e dovunque, il vescovo Vecerrica è stato puntualmente ‘dentro’ ad ogni accadimento, sempre presente”. Negli ultimi anni la cura delle anime ha avuto una difficoltà in più per il vescovo fabrianese il cui territorio è stato investito da una crisi economica senza precedenti. Il cuore del miracolo economico marchigiano è stata devastato dalla dosoccupazione e moltissimi si sono rivolti alla chiesa trovando nella sua guida un conforto ed un’indicazione per il futuro.
Fra un paio di mesi, proprio alla vigilia delle grandi operazioni di giugno, ‘don Giancarlo’ sarà di nuovo a casa, quella casa maceratese che molti speravano potesse abitare come vescovo. Tuttavia, il prete dei giovani (anche a Fabriano ha istituito come all’Immacolata maceratese, una ‘chiesa dei Giovani’) non ha mai avuto troppi ‘santi in Paradiso’. Tuttavia ha svolto il suo servizio con umiltà, spesso doppio se non triplo come amministratore apostolico di Camerino-San Severino prima della nomina di mons. Brugnaro. Ognivolta correndo alla guida della sua ‘utilitaria’ su e già per valli e montagne all’ombra di San Venanzo, Protettore di due diocesi. Che, con quella di Jesi, non sono state poi accorpate come si è a lungo sussurrato. “Aspettate che va in pensione don Giancarlo e poi vedrete…” dicevano gli esperti, alla fine rivelatisi presunti. Invece no. Non vedrà invece la conclusione, il vescovo, del ‘processo di canonizzazione’ della beata Mattia Nazzarei, anche se non appare per nulla tramontato il sogno di vedere sugli altari nell’anno della Misericordia ‘la santa’ di Matelica, carissima ad un’intera comunità e allo stesso Enrico Mattei (reliquie della beata furono trovate nel portafoglio del fondatore dell’Eni nel bosco di Bascapè dopo l’esplosione del bireattore, miracolosamente intatte).
Ieri abbiamo provato a lungo a comporre il numero del cellulare di ‘don Giancarlo’. In questo caso non fedele interprete del detto evangelico (”Sinite parvulos venire ad me…”), mons. Vecerrica ha preferito mettere la segreteria. Affidandosi ad un messaggio ufficiale che in vista della Pasqua ha fatto diffondere in diocesi. Eccolo.
“Carissimi amici della Diocesi Fabriano – Matelica. Nel luglio 2015, al compimento dei miei 75 anni, a norma del Codice di Diritto Canonico, ho presentato al Santo Padre le dimissioni da Vescovo di questa Diocesi. Oggi, Papa Francesco invia un nuovo Pastore, nella persona di Mons. Stefano Russo, sacerdote della Diocesi di Ascoli Piceno, parroco nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. E’ giovane, ma alla grande esperienza pastorale unisce una spiccata e preziosa competenza nella storia artistica e culturale del territorio marchigiano, dimostrata durante il suo incarico di Direttore dei Beni Culturali presso la Conferenza Episcopale Italiana. Potrà sostenere, guidare e condurre a ottimi risultati questa nostra bella Diocesi di montagna, valorizzandone non soltanto le risorse spirituali, ma anche quelle culturali e artistiche.
Carissimi amici, come accadde a me 13 anni fa, il nuovo Vescovo è accolto benevolmente da questa bellissima Diocesi. Come ho detto tante volte: la persona del Vescovo passa, il popolo di Dio, che forma la Chiesa, resta. Questo passaggio di Vescovi, in questo Anno Santo, è un ulteriore invito ad accogliere il dono della misericordia di Dio, perché la missione del Vescovo è rendere presente Gesù, Buon Pastore, per accompagnare sacerdoti e fedeli a “risplendere come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita” (cfr. Fil 2,12-17). Ogni passaggio che avviene nella Chiesa di Cristo è un dono, che adesso coinvolge me che lascio, il nuovo Vescovo che entra, e tutti voi che continuate come corpo vivo di questa Chiesa viva.
Desidero fare questo passaggio con semplicità e con gioia, accogliendo l’obbedienza e il servizio che mi verranno richiesti, offrendo la mia preghiera e tutte le mie energie.
In questi anni, ho cercato, umilmente, di dare tutta la mia vita a Cristo, perciò a voi, valorizzando tutti, servendo tutti, chiamando tutti, soprattutto i giovani, con uno stile comunionale, che ci ha aperti ad orizzonti belli e creativi. Sicuramente avrei potuto fare molto di più. Quel che resta lo farà, meglio di me, il nuovo Vescovo. In questi giorni ho riflettuto molto sulla parola di Dio di domenica scorsa: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova …” (Is 43,16-21). E ancora: “Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore ….” (Fil 3,8-14). Dedicherò a questa novità che il Signore ci dona tutto me stesso, affidandomi alle parole di santa Teresa d’Avila: “Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta! Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore non possederlo, la tua gioia sia ciò che può portarti verso di Lui e vivrai in una grande pace”. Da figlio sincero ringrazio il Santo Padre Papa Francesco per questo dono paterno e benevolo, e così promettente per la nostra Diocesi. Ringrazio di tutto il cuore voi, meravigliosi sacerdoti e cari fedeli, che mi avete amato, seguito e collaborato. Ringrazio moltissimo tutte le autorità civili e militari per la continua, amichevole e preziosa collaborazione.
Carissimi, non mi rimane altro che rinnovare l’invito ad accogliere con amore e con vivacità il nuovo Vescovo. Affidandovi alla Madonna del Buon Gesù, nostra patrona, auguro a tutti Buona Pasqua per risorgere!”.
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Er zanto pastorale
Perché er Vescovo porta er pastorale?
Pe mmostrà cche nnoi semo pecorone
da illuminasse a ffuria de bbastone
pe ccorpa der peccato origginale.
Chi mm’ha ddetto accusí nnun è un stivale,
e jje do cquarche ffilo de raggione;
perché, a striggne li panni, in concrusione
er torto è ssempre torto, o bbene, o mmale.
Ma pperché cquarche ppecora je scappa,
in cima ar pastorale scià un rampino
che ll’arriva in ner collo e lla riacchiappa:
e pijjannola doppo p’er cudino,
je dà ddu’ carci in cul.o, uno pe cchiappa,
che sse chiameno er resto der carlino.
You say you found Jesus Christ
He’s the only one
You say you’ve found Buddha
Sittin’ in the sun
You say you found Mohammed
Facin’ to the East
You say you found Krishna
Dancin’ in the streets
Well there’s somethin’ missing in this God Almighty stew
And it’s your mother (your mother, don’t forget your mother, lad)
You got to serve yourself
Ain’t nobody gonna do it for you
You got to serve yourself
Ain’t nobody gonna do it for you
Well you may believe in devils and you may believe in lords
But if you don’t go out and serve yourself, lad, ain’t no room service here
It’s still the same old story
A bloody Holy War
A fight for love and glory
Ain’t gonna study war no more
A fight for God and country
We’re gonna set you free
We’ll put you back in the Stone Age
If you won’t be like me – get it?
You got to serve yourself
Ain’t nobody gonna do for you
You got to serve yourself
Ain’t nobody gonna do for you
Well you may believe in devils and you may believe in lords
‘But Christ, you’re gonna have to serve yourself and that’s all there is to it.
So get right back here it’s in the bloody fridge. God, when I was a kid.
Didn’t have stuff like this, TV-fuckin’ dinners and all that crap.
You fuckin’ kids are all the fuckin’ same! Want a fuckin’ car now…
Lucky to have a pair of shoes!’
You tell me you found Jesus Christ
Well that’s great and he’s the only one
You say you just found Buddha
Sittin’ on his ass in the sun
You say you found Mohammed
Kneeling on a bloody carpet facin’ the East
You say you found Krishna
With a bald head dancin’ in the street (‘Well, Christ, now you’re
being heard’)
You got to serve yourself
Ain’t nobody gonna do for you
You got to serve yourself
Ain’t nobody gonna do for you (‘that’s right, lad, you better get that straight
into your fuckin’ head’)
You got to serve yourself (‘you know that, who else is gonna do it for you, it
ain’t me I tell you that’)
Well, you may believe in Jesus, and you may believe in Marx
And you may believe in Marks and Spencer’s and you may believe in bloody
Woolworths
But there’s something missing in this whole bloody stew
And it’s your mother, your poor bloody mother (‘she what bore you in the
back bedroom, full of piss and shit and fuckin’ midwives. God, you can’t
forget that awful moment, you know. You should have been in the bloody
war, lad, and you would know all about it. Well, I’ll tell you something.’)
It’s still the same old story
A Holy bloody War, you know, with the Pope and all that stuff
A fight for love and glory
Ain’t gonna study no more war
A fight for God and country, and the Queen and all that
We’re gonna set you free
Bomb you back into the fuckin’ Stone Age
If you won’t be like me, you know, get down on your knees and pray
Well there’s somethin’ missing in this God Almighty stew
And it’s your goddamn mother you dirty little git, now
get in there and wash yer ears!
J. Lennon