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Coppa contaminata da Listeria:
un morto nel Maceratese

ALLARME - Due le vittime (di 77 e 78 anni): una in provincia di Macerata, l'altra nell'Anconetano. Tredici ammalati. La notizia diffusa oggi dalla Regione Marche. Bloccata a scopo precauzionale la vendita e la distribuzione della "coppa di testa" di un salumificio di Monsano

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coppa di testa

Coppa di testa (foto d’archivio)

 

Casi di listeriosi umana, due morti nelle Marche. 

Due anziani di 77 e 78 anni affetti da patologie croniche sono morti nel mese di agosto nelle province di Ancona e Macerata dopo aver contratto un’infezione da Listeria, un batterio molto diffuso nell’ambiente, ubiquitario e ‘opportunista’, tollerato entro limiti fissati dalle norme europee anche negli alimenti, ma che può rappresentare un rischio per persone immunodepresse per malattie o perché in cura con farmaci immunosoppressori. La notizia dei due decessi è stata diffusa oggi dalla Regione Marche. L’Agenzia regionale sanitaria, i Dipartimenti di prevenzione dell’Asur e gli Istituti zooprofilattici sperimentali di Umbria-Marche e Abruzzo-Molise stanno ricercando le cause dei 13 casi di Listeriosi umana (contro gli otto del 2014) che si sono registrati nel 2015 nelle province di Pesaro Urbino, Ancona e Macerata, a partire dal maggio scorso. Gli accertamenti, condotti in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità e il ministero della Salute, hanno consentito di identificare ”uno specifico ceppo di Listeria, isolato in 13 pazienti di un’età media di 72 anni. Dodici di questi pazienti erano affetti da patologie o condizioni debilitanti, o erano in terapia con farmaci che riducono la risposta immunitaria”. Due uomini da tempo malati sono appunto deceduti l’estate scorsa. Le procedure per rintracciare l’alimento contaminato che funge da veicolo dell’infezione se manipolato in modo non corretto, si sono estese a tutte le filiere alimentari della tipologia di prodotti abitualmente consumati dai due anziani morti. Mesi dopo, a fine gennaio, dunque senza poter stabilire alcun legame diretto con i due decessi, è stato individuato un alimento a base di carne, una ‘coppa di testa’ con il medesimo ceppo di Listeria tipizzato. “A scopo precauzionale – spiega Alberto Tibaldi, dirigente della Veterinaria e Sicurezza alimentare dell’Agenzia sanitaria regionale delle Marche – tutte le linee di produzione della coppa di testa sono state bloccate il 2 febbraio, così come la commercializzazione del prodotto. Ma – osserva Tibaldi – non bisogna creare allarmismi o ‘demonizzare’ questo tipo di alimenti’, tanto più che gli accertamenti sono nella fase iniziale”.

“La maggior parte dei soggetti adulti in buona salute dopo il consumo di alimenti contaminati da Listeria, non presenta alcun sintomo – aggiunge il dottor Giuliano Tagliavento, dirigente della Promozione e Prevenzione salute dell’Agenzia sanitaria -, o manifesta sintomi simili a quelli influenzali o gastroenteriti. Il rischio di sviluppare una malattia grave (sepsi e meningiti) è elevato solo nelle persone affette da altre patologie, che determinano la diminuzione delle difese immunitarie. Nelle donne in gravidanza l’infezione può causare aborti o sepsi neonatali”. Nelle Marche comunque il livello di sorveglianza delle malattie infettive è ”elevatissimo e capillare”. Materiale informativo è stato distribuito agli ospedali, ai medici di famiglia, ai dipartimenti di prevenzione e ai distretti sanitari, e ulteriori informazioni si possono avere sul sito wwww.veterinariaalimenti.marche.it. Fra i consigli, quello di attenersi ad una corretta gestione degli alimenti, e di tenere i cibi cotti in frigorifero. Il batterio della Listeria si trova più comunemente sulla crosta di formaggi freschi molli, o in formaggi a base di latte crudo, salmone affumicato, carni fresche non stagionate, ma anche nei vegetali. La cottura dei cibi uccide il germe. I primi sintomi si possono rilevare anche a distanza di 70-90 giorni dall’assunzione di cibo.contaminato.

COMUNICAZIONE – Il ministero della Salute ha pubblicato sul proprio sito istituzionale questo avviso:

In relazione a casi di Listeriosi umana avvenuti nelle Regioni Marche e Umbria, causati dallo stesso ceppo di Listeria monocytogenes riscontrata su un successivo campione di alimento sospetto, si avvisano i consumatori che il prodotto denominato “Coppa di Testa” lotto n. 51209 con scadenza 09/01/2016, della ditta Salumificio Monsano srl sito in via Toscana n.27, Monsano (An) (CE IT 1523 L) è risultato contaminato. Le Autorità competenti della Regione Marche, dopo un sopralluogo effettuato presso la ditta Salumificio Monsano srl, hanno sospeso l’attività produttiva dello stabilimento e la vendita di tutte le tipologie di alimenti, in quanto Listeria monocytogenes è un germe che contamina l’ambiente e, pertanto, anche gli altri prodotti dello stesso stabilimento potrebbero essere a rischio.

A scopo precauzionale, si avvisano i consumatori di non consumare tutte le tipologie di prodotti della ditta Salumificio Monsano srl di Monsano (An) (CE IT 1523 L), via Toscana n. 27 eventualmente in loro possesso. Si ricorda ai consumatori che la listeriosi fa parte del gruppo di malattie definibili come tossinfezioni alimentari e prende il nome dall’agente patogeno che la causa, il batterio Listeria monocytogenes.La listeriosi è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, malati di cancro, diabete, Aids, persone anziane, neonati e donne in gravidanza.

 

SCHEDA INFORMATIVA – La listeria è un batterio molto diffuso nell’ambiente, tollerato negli alimenti entro i limiti previsti dalle norme europee, e la ricerca dell’alimento contaminato causa della malattia può essere complessa perché il tempo di insorgenza dei sintomi, nelle forme diffuse, può arrivare a 70 – 90 giorni dall’assunzione del cibo contaminato. La maggior parte dei soggetti adulti in buona salute, dopo il consumo di alimenti contaminati da listeria, non presenta comunque alcun sintomo, oppure può manifestare sintomi influenzali o gastroenteriti. Il rischio di sviluppare una malattia grave è più elevato solo per anziani e per persone affette da altre patologie che determinano la diminuzione delle difese immunitarie, o per uso di farmaci immunosoppressori. Nella donna in gravidanza l’infezione può causare aborto o sepsi neonatale.



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