A Civitanova l’addio a Mario Martella
Giusto tra i giusti, salvò ebrei

LUTTO - L'eroe che salvò un'intera famiglia nascondendola ai nazisti aveva scelto la cittadina della costa per trascorrere gli ultimi anni di vita. Il suo nome spicca al fianco di quelli di Perlasca e di Schindler. Oggi le esequie nella chiesa di San Gabriele

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Mario Martella

Mario Martella

di Laura Boccanera

E’ morto un “giusto fra i giusti”, un non ebreo per cui lo Stato israeliano ha conferito la massima onorificenza per azioni che si sono distinte in difesa degli ebrei. Ha scelto Civitanova come ultima tappa di una vita costellata di onori e di gesti di grande umanità, Mario Martella, 97 anni, romano, presidente dell’Atel, storica azienda tipografica di Roma. Cavaliere del lavoro, Giusto tra le Nazioni, medaglia d’oro al valore civile. Questa mattina nella chiesa di San Gabriele sono stati celebrati i funerali. Martella è arrivato nelle Marche perché la figlia Carla ha sposato un marchigiano. E’ stato l’uomo che salvò una famiglia ebrea dallo sterminio nazista, insignito del titolo di “Giusto fra le Nazioni” nella Shoah. E’ morto domenica tra l’affetto dei suoi cari. Martella lavorava nella tipografia del padre quando diventò amico della famiglia ebrea dei Sabbadini, una dinastia di tipografi. Con la promulgazione delle leggi razziali e l’impossibilità per gli ebrei di essere imprenditori, il giusto rilevò la tipografia, la mantenne efficiente e alla fine della guerra la restituirà agli ex-proprietari. Evase per tre volte da un campo di concentramento e quando i nazisti entrano nel ghetto di Roma nascose gli amici in una villa in campagna. Per questo recentemente il suo nome è comparso al fianco di quello di Perlasca e di Schindler. Il suo destino si è concluso questa mattina a Civitanova, alla chiesa di San Gabriele. L’uomo infatti da qualche anno abitava in città assieme alla figlia Carla. In tantissimi questa mattina al funerale, giunti anche da Roma, tra cui gli eredi della famiglia ebrea. La salma dopo le esequie è stata trasportata nel cimitero di Prima Porta a Roma nella cappella di famiglia.



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