di Claudio Ricci
Ripartire dall’ambiente e dalle ricchezze del territorio per rilanciare l’economia delle aree protette nel Parco dei Sibillini. Un obiettivo complesso che necessita di riflessione e campagne di ascolto nelle zone interessate, coinvolgendo residenti e amministratori . Così parallelamente ai lavori di Palazzo Madama sulle norme che modificano la legge 394 sulle aree protette, sabato prossimo (25 ottobre) al cinema teatro di Ussita, alle 15, si discuterà sul tema parco e comunità locali e sulle sinergie necessarie per il rilancio del territorio dei Sibillini. L’incontro, a cui tutti sono chiamati a partecipare vorrà essere in primis un’occasione per sensibilizzare ed informare la cittadinanza dei 18 comuni inclusi nell’area del parco (per la maggior parte appartenenti alla provincia di Macerata) sulla riforma della normativa nazionale – attualmente ferma ad una legge del 1991 – a partire dalle opportunità di unirsi e “fare sistema” nel distretto territoriale esteso dell’area del Parco.
«Al momento il comitato ristretto della commissione ambiente sta esaminando gli emendamenti che poi verranno discussi in Aula – spiega il senatore Mario Morgoni, a cui è affidata la conlusione del dibattito di sabato – La normativa è datata e ormai inadeguata alle esigenze del territorio e alle direttive comunitarie. Cruciale sarà l’intervento di Massimo Caleo , capogruppo Pd della commissione Ambiente in Senato, tra i promotori del nuovo testo di riforma, che interverrà ad Ussita anche per raccogliere spunti e criticità da inserire nel testo di legge.
Il provvedimento di modifica è esteso e riguarderà anche la normativa su aree marine protette, parchi geologici e controllo della fauna selvatica». Una riforma tanto più necessaria se si pensa al rapporto tra l’estensione geografica delle aree coinvolte e la densità abitativa. «Basti pensare – specifica il senatore Morgoni – che l’area del Parco dei Sibillini abbraccia due regioni (Marche ed Umbria) e quattro province pur non arrivando ai 30mila abitanti complessivi. Se si considera inoltre che il riparto delle risorse stabilito dal Ministero ogni anno si aggira nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, registrando continui tagli, la gestione diventa difficile.
E’ in quest’ottica che si fa necessaria una riflessione sulla possibilità di unire le comunità, abbattendo le barriere tra comuni, province e regioni sotto la bandiera dell’Ente Parco che dovrà essere considerata come un brand (espressione del Made in Italy) per esempio per promuovere la ricchezza delle risorse del territorio da quelle paesaggistiche a quelle eno-gastronomiche». Un territorio alla ricerca della sua identità e di risorse per tutelarsi, che allo stesso tempo necessita di inquadramenti normativi precisi al fine di evitare speculazioni economiche ed ambientali, come quelli prospettate dall’associazione Italia Nostra per l’impianto eolico che dovrebbe sorgere sopra la piana di Colfiorito (leggi l’articolo). «Per il progetto dell’impianto eolico – chiarisce Morgoni – non ci sono previsioni di impedimento per l’opera. Nel testo di legge vengono comunque fissati i limiti strutturali per evitare che la leva economica sia prevalente su quella ambientale e quindi dannosa». I lavori in materia si prospettano impegnativi ed aperti ad ogni tipo di contributo non ultimo quello del presidente dell’Ente Parco Oliviero Olivieri. «Da parte nostra non c’è una chiusura totale alla possibilità di installare impianti purchè questi non siano impattanti – commenta Olivieri – Il limite è rappresentato dalle dimensioni e dalla capacità produttiva, che non dovrebbe superare i 20 kilowatt, in una logica di puro autosostentamento per piccoli insediamenti. Altro paletto: non si può prevedere la costruzione di un megaimpianto in un’area in cui vige il vincolo per la protezione di specie protette come il camoscio. Altra questione da rivedere quella della maggiore autonomia nella gestione dei fondi, regolata oggi dal fatto che i parchi sono considerati dalla vecchia legge, enti pubblici non economici, e quini le voci di spesa sono vincolate allo stanziamento ministeriale». Tra gli interventi di sabato anche quelli del direttore del Parco Franco Perco, Flavio Corradini rettore dell’ Università di Camerino, Mirella Gattari presidente Cia Marche e ovviamente dei sindaci e dei rappresentanti delle comunità locali.
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Ogni incontro sul tema dello sviluppo del territorio del Parco dei Sibillini è utile a tutti gli abitanti e agli enti pubblici che ne fanno parte.