di Laura Boccanera
“Per me era come un fratello, era nato per fare l’ortopedico”. E’ struggente l’ultimo saluto che il collega, medico pediatra Paolo Nori rivolge all’amico, “fratello” come lo chiama Michele Mastrangelo scomparso ieri dopo aver lottato contro una lunga malattia (leggi l’articolo). La chiesa di Cristo Re ha ospitato oggi pomeriggio l’ultimo saluto al professionista civitanovese, amato e stimato, dai pazienti, dai colleghi, dagli amici, dalla famiglia tutta. La morte di Mastrangelo ha lasciato un vuoto in tutto il mondo sanitario che ha riempito la principale chiesa cittadina: tra loro professionisti medici giunti da tutta la provincia, ma anche pazienti, personale sanitario, rappresentanti delle istituzioni e politici. Affermato e stimato Michele Mastrangelo ha lasciato un’eredità professionale e umana di grandissimo rilievo: negli anni 80 aveva costruito da zero il reparto di ortopedia del nosocomio civitanovese, per poi diventare primario a Macerata e Camerino. Un uomo elegante (indossava sempre il papillon, suo tratto distintivo e che i familiari hanno voluto portasse con sè anche nella bara), quasi d’altri tempi. “Non ho avuto la fortuna di conoscerlo – ha detto Don Mario Colabianchi nell’omelia – ma lo conoscevo indirettamente tramite suo figlio Michele, e ho sentito tante cose belle su di lui”.
Un vuoto lasciato soprattutto nella famiglia e negli amici ed è proprio Nori a ricordarlo, attraverso una lettera fatta leggere da Gianni Vagni, avvocato: “Ha dedicato ai pazienti tutta la sua vita, spesso a discapito del tempo libero, era il primo ad arrivare in ospedale e l’ultimo ad andarsene. Ha amato la sua famiglia, tutta, era legatissimo in particolare a Michelino che amava e stimava (giornalista de Il Resto del Carlino ndr), alla moglie Franca che lui diceva di non meritare. Con lui se n’è andato un pezzo di noi stessi, Michele è stato un amico nel senso etimologico del termine”. Al termine della cerimonia religiosa il feretro è stato portato al cimitero di Civitanova Alta per la tumulazione.
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