di Maurizio Verdenelli
“Federico II° era un guerriero ed io sono, da sempre, una guerriera”. Due grandi ‘combattenti’ nati a Jesi, seppure in epoche sensibilmente diverse. L’imperatore Federico II° di Honestaufen nel 1194; lei, invece, da meno di 32 anni. Lei, la nuova imperatrice dello sport italiano (pure delle prime pagine dopo la vittoria nella trasmissione cult Rai ‘Ballando con le stelle’) è l’olimpionica di fioretto Elisa Di Francisca, l’ultima nata sotto l’abbagliante ‘stella’ di “Jesi Muntobè” l’orgoglioso grido in slang locale risuonato alto anche nella pedana della scherma di Londra e… dintorni.
“E nel nome di Lucagnolo, il maestro jesino di Benvenuto Cellini” dice Maria Marchegiani presentando questa mattina a palazzo Baldeschi-Balleani l’evento di domenica che, organizzata dalla Fondazione Federico II°, vedrà Elisa indossare i gioielli creati da Maria nel nome dell’imperatore.
Maria Marchegiani è di Cingoli, nata a Villa Strada, sposata ad un cingolano (Marco Ilari, titolare di un’importante tipografia e società editoriale): jesina, tuttavia, per studi ed attività. Nella città dell’Imperatore e degli orefici ha un bellissimo negozio-laboratorio in centro. Cultura ed impresa per fronteggiare insieme la crisi: da qui il progetto che ha visto questa giovane ma già importante bottega orafa organizzare con la Fondazione Federico II° (410 soci) Comune, Cna, Confartigianato, Banca Marche, Coltorti, l’evento di domenica, ore 18, che vedrà al centro l’Imperatrice. Elisa Di Francisca indosserà i ‘gioielli’ federiciani accompagnata dai grandi classici della musica, a cominciare da Pergolesi, eseguiti al piano da Sara Bonci nel salone delle Feste della Fondazione. L’oro, segno di potenza ed opulenza, dominerà dovunque. Insieme con il topazio.
“Mi sono ispirata alla corona federiciana in quasi tutti i gioielli, sia al maschile (i gemelli dominano con lo stemma imperiale) sia al femminile -al cui fascino, sappiamo quanto l’Imperatore fosse sensibile. Non mancherà tuttavia l’argento. Tutto sarà comunque teso allo scopo di creare un oggetto unico, con un’anima ed una ‘cultura’ dentro, che dica tutto della persona che l’indossa. Non è forse il bello che salverà il mondo?”.
“Il fascino di Federico è immortale – ha detto la dottoressa Franca Tacconi, direttrice del centro studi della Fondazione-
Qualche settimana fa sono stati pubblicati gli ultimi due romanzi, in ordine di tempo, nel suo nome. Questa volta con sprint ed imprenditorialità femminile presentiamo due grandi eccellenze, valorizzando con Elisa la città e Federico. E presentiamo anche il bel calendario (il 3. pubblicato da Maria Marchegiani ndr) che ritrae la Di Francisca, i gioielli federiciani e Jesi. Un video, di Michele Magliola, starà a sottolineare il target di valorizzazione culturale e territoriale che si propone l’iniziativa. “Molto significativa, dalle ampie convergenze” dichiara Avio Turchi, direttore del periodico “Tabulae” della Fondazione.
“Elisa fa le cose nel nome di Jesi senza chiedere nulla: un grande patrimonio per la città” aggiunge la Marchegiani. “Ed io vorrei, nel nome di Lucagnolo, ‘riaprire’ la via degli Orefici, cuore antico di Jesi”. Dice la dottoressa Tacconi: “Abbiamo anche e soprattutto progetti di oreficeria, con il contributo di finanziamenti europei, che possano legare le altre grandi ‘piazze’ federiciane dov’è presente l’arte orafa. In Sicilia, Francia e Germania con Goppingen, che vanta una celebre scuola artigiana, città vicina a Waiblingen del Casato di Svevia, con la quale siamo gemellati”.
Tutto nel nome dell’Imperatore e della sua ‘Betlemme’: a legarli insieme c’è una collana (“Le chiavi della città”), creata da Maria Marchegiani, che termina con un gioiello in oro finemente lavorato.
Contiene sia lo J di Jesi, sia la F di Federico, ‘stupor mundi’, il ‘Cavaliere dell’Intelletto’ cui Battiato e Sgalambro dedicarono un’opera vent’anni fa al ‘Pergolesi’ a conclusione delle celebrazioni per gli 8 secoli della nascita del ‘Grande Guerriero’ ed insieme ‘Uomo di Pace’.
A Jesi, domenica, dopo la sfilata: Elisa Di Francisca con Maria Marchegiani a palazzo Baldeschi-Balleani, sede della Fondazione Federico II° di Honestaufen (foto di Francesco Cesaroni)
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