Gli arnesi da scasso e le armi sequestrate: a destra si notano il tirapugni e il pugnale, al centro il proiettile di una pistola
di Filippo Ciccarelli
Con il passare delle ore e in seguito ai sempre più numerosi riscontri degli investigatori, la storia dei quattro albanesi fermati dai carabinieri a Civitanova (leggi l’articolo) assume contorni sempre più inquietanti. Durante il blitz, scattato ieri intorno alle 17 in un appartamento di via Monfalcone, i militari hanno sgominato una banda dedita alle rapine in villa e in appartamento, eseguite anche con violenza e che si stava riunendo proprio per mettere a punto i dettagli circa il prossimo colpo. Tra i numerosi reperti sequestrati dai carabinieri, oltre al classico materiale da scasso quale frullini, cacciaviti e punteruoli, sono stati infatti rinvenuti un tirapugni, un pugnale, fascette di plastica usate verosimilmente per immobilizzare le vittime e il proiettile di una pistola.
I quattro fermati, tre uomini e una donna, avevano cercato di darsi alla fuga subito dopo l’intervento dei carabinieri, che li aspettavano all’uscita dell’abitazione: ma i militari erano ben preparati e li hanno fermati uno ad uno esplodendo anche alcuni colpi a scopo intimidatorio per arrestare la corsa di uno dei malviventi, bloccato in via Sabotino a poche decine di metri dall’appartamento oggetto dell’operazione. Il pubblico ministero della Procura di Macerata Andrea De Feis ha confermato il fermo per i componenti della banda, dei quali non vengono rese note le generalità per non compromettere le indagini, giunte ad un punto molto avanzato: potrebbero esserci sviluppi già dalle prossime ore. L’attività investigativa è stata diretta dalla magistratura e guidata dal Colonello del comando provinciale dell’Arma Marco Di Stefano. Nel mirino delle forze dell’ordine i rapinatori che, soprattutto negli ultimi tempi, hanno preso di mira ville e case in tutto il territorio provinciale. Dalle indagini è emerso che la banda fermata ieri dai carabinieri aveva affittato da meno di un mese l’appartamento di via Monfalcone, usato come base per i colpi messi a segno in tutto il territorio regionale. I quattro non si tenevano in
contatto usando cellulari, intercettabili, ma apposite ricetrasmittenti sequestrate dai militari. La banda è responsabile di una lunga serie di furti e rapine in villa e due componenti della stessa erano ricercati dalla polizia perché responsabili di reati analoghi commessi nel nord Italia e perché già destinatari di ordini di carcerazione emessi dalla magistratura. Sono stati scoperti grazie al sistema Afis, una enorme banca dati contenente le impronte digitali degli individui schedati dalle forze dell’ordine; proprio grazie a questa identificazione gli investigatori hanno appurato che i malviventi usavano numerose identità fittizie. Per i loro spostamenti i quattro utilizzavano una Bmw station wagon ed una Fiat Stilo di colore scuro, rubate a Corridonia e Tolentino ma con targhe riciclate che non risultavano ancora rubate: all’interno sono state rinvenute sia le armi che l’armamentario per lo scasso.
Nonostante fossero accerchiati (all’operazione hanno partecipato una trentina di carabinieri del Reparto Operativo di Macerata e della Compagnia di Civitanova che li tenevano sotto sorveglianza da giorni), i rapinatori hanno cercato di forzare il blocco e resistere all’arresto. I malviventi erano appena saliti a bordo di una Peugeot 107 utilizzata per raggiungere le auto con cui mettevano a segno le rapine, i militari li hanno bloccati con addosso fascette e cacciaviti, evitando dunque che mettessero a segno l’ennesimo colpo.
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