La popolazione italiana sfiora i sessantuno milioni e fors’anche per via della crisi economica cresce a fatica, ma c’è un’altra popolazione che invece non smette di aumentare ed è quella dei gatti e dei cani. I primi, infatti, hanno raggiunto il ragguardevole numero di sette milioni e mezzo, mentre i secondi si sono avvicinati ai sette milioni. Si dirà che nel computo degli esseri umani non sono compresi gli immigrati clandestini, ma altrettanto potrebbe dirsi di quegli esseri non umani nel cui totale non figurano i randagi. Interessanti sono poi le cifre che riguardano altre specie: quasi due milioni di piccoli mammiferi come criceti o furetti e quasi un milione e mezzo di rettili. Infine esplodono i pesci rossi (ben trenta milioni) seguiti dagli uccelli (canarini, pappagalli, gracule: tredici milioni). Ora non so fino a che punto questi dati siano attendibili. Posso solo dire che provengono da un’indagine dell’associazione fra produttori di alimenti per i cosiddetti animali da compagnia. E tanto basti.
Ma fermiamoci ai cani e ai gatti. Per la città di Macerata non esistono censimenti e non è escluso che, prima o poi, questa lacuna divenga una delle tante accuse rivolte alla giunta Carancini dalla sua stessa maggioranza (“Qui si continua a cercare il pelo nell’uovo dell’urbanistica”, tuonerebbero certi esponenti del Pd, “e nulla si fa per controllare l’invasione dei quadrupedi domestici che creano ostacoli all’edificazione di nuovi supermercati!”).
Tuttavia possiamo azzardare alcune approssimazioni di carattere aritmetico, dalle quali risulta che più o meno i gatti maceratesi sono 5.000 e i cani 4.500. Una bella comunità, senz’alcun dubbio. Per i gatti, del resto, è sufficiente passare in una qualsiasi via munita di angoli o slarghi per verificare la ragguardevole consistenza di intere assemblee di siffatti felini assiduamente alimentati dalle cosiddette “gattare”, che provvedono a nutrirli con gli avanzi di cucina e forse, considerando la rapidità con cui essi si moltiplicano, con l’aggiunta di razioni di Viagra. Per i cani, invece, basta frequentare i marciapiedi di corso Cairoli e corso Cavour, dove sono rari gli umani che non procedano affiancati da festevoli bastardini o enormi alani che non trascinino al guinzaglio i loro padroni o microscopici chihuahua che non siano tenuti in braccio da ragazze amorevoli.
Comunque, se venisse fatto un censimento, non si dovrebbe prescindere dalla circostanza che a Macerata vivono due diverse specie di gatti e di cani, una a quattro zampe e l’altra a due, abbondante, quest’ultima, nei partiti, nelle istituzioni pubbliche e nelle consorterie private. Cosa dire infatti dei rapporti fra il sindaco Romano Carancini e il presidente della commissione consiliare dell’urbanistica Luigi Carelli se non che si tratta di “cani e gatti”? E per quanto riguarda l’opposizione di destra non è forse un “can che abbaia non morde”? E Romano Mari, presidente Pd del consiglio comunale, non fa forse la “gatta morta”? E il sindaco, che tira avanti nonostante le insidie pressoché quotidiane, non ha forse “sette vite come i gatti”? E ai colleghi di partito che sperano nella sua resa non si adatta forse l’avvertimento “non dire gatto finché non l’hai nel sacco”? E Deborah Pantana, che nel Pdl sembra frequentare corsi accelerati da futuro sindaco non viene forse spontaneo accomunarla ad altri due proverbi, “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” e “la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi”? E per lo strano incendio negli uffici urbanistici municipali non è forse il caso di dire “gatta ci cova”? E i consiglieri comunali che sono sparpagliati in tanti piccoli gruppi non menano forse il “can per l’aia”? E l’intera politica cittadina non è forse un “cane che si morde la coda”? E, pensando al conseguente potere di logge e cappucci, non è naturale concludere che “quando il gatto non c’è i topi ballano”?
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Ecco quindi che ci sarebbe bisogno
di piu’
…Accalappiaquesticani e Accalappiaquestigatti…
Ma visto che qui hanno mangiato
sempre bene – spezzatino di carne magra e bocconcini croccanti come dessert- avranno già pensato alla riproduzione delle loro specie – anche se in alcuni casi si sa l ‘accoppiamento fra consanguinei può generare nascite con delle gravi deformazioni – cani o gatti che anche se nati magari con 5 gambe mangeranno sempre ” spezzatino di carne magra e bocconcini croccanti per dolce – .
C’e’ anche da dire che poi
avendo 5 gambe correranno piu velocemente e sarà quindi piu difficile
accalappiarli .
Quindi potrebbe tornare utile il ritorno sulla scena del
vecchio – Castrino –
O – NO ???!!!!!
Divertente, ed azzeccata, la carrellata di proverbi sulla situazione politica maceratese…
Straordinaria e sacrosanta l’ultima parte!! Complimenti!
adoro i gatti che fanno solamente “miao” perchè sono veramente liberi..liberi di fatto (i randagi) e sigh purtroppo liberi solo mentalmente quelli chiusi nelle varie case.
quando fanno le fusa sono sinceri.. e non opportunisti!!!
Articolo calzante perfettamente con l’attuale attualità ….!!!
Simpaticissimo.
CAVE CANEM
I cani e i gatti a due zampe sono una specie particolarmente protetta da essi stessi.
Fino a quando?
@ rapanelli
Nell’elenco, tra (gl)i (animali) politici, mancano tra l’altro le faine, gli avvoltoi, le sanguisughe, li squali…
🙂