Tassisti maceratesi contro la liberalizzazione

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taxi91_502x-300x222Anche la Confartigianato Macerata prende posizione sui provvedimenti del governo che riguardano le licenze dei taxi:

“La liberalizzazione delle licenze dei taxi non s’ha da fare selvaggiamente. Perlomeno non così come indicato dal Governo dato che già oggi le licenze taxi sono libere tanto che sono i Comuni che stabiliscono liberamente il numero necessario per garantire il servizio sul territorio. Già in passato sono stati indetti i bandi di concorso per il rilascio di nuove licenze anche nella nostra Provincia. La Confartigianato chiede un immediato confronto con il Governo diversamente parteciperà alle forme di protesta che si stanno allestendo su scala nazionale contro il provvedimento, ma intende comunque dire la sua su questa manovra ed essere presente ai tavoli di concertazione di Roma per definire un accordo che possa conciliare le direttive governative con le esigenze della categoria e della popolazione in un positivo percorso di proposta e di confronto. In Provincia  sono oltre 30 i taxisti operanti che circolano su strade e autostrade. Essi lamentano da tempo “un deciso calo di passeggeri. Inoltre, a questa considerazione si aggiunga che, a priori, l’area che serviamo è limitata in dimensioni e portata e offre perciò una potenzialità di utenza e conseguente guadagno alquanto contenuta. Non servono altri taxi. La liberalizzazione delle licenze riverserebbe sul mercato una massa critica di nuove autovetture di cui non c’è assolutamente alcuna necessità. Girerebbero a vuoto. Noi che sulla strada già ci siamo e lavoriamo, sopravviviamo, a stento purtroppo, e abbiamo bisogno che le Istituzioni prendano in seria considerazione la nostra situazione. Non siamo una casta e non siamo immuni alla crisi. I mancati incassi dovuti al calo dei passeggeri si sommano alle spese che si fanno di giorno in giorno più pressanti e pesanti. Il costo dell’assicurazione, bollo e documenti, benzina e pedaggi. Tutte queste voci sono in continuo aumento a causa degli effetti dalla crisi congiunturale e della manovra messa in piedi dal Governo per risanare il debito pubblico. Noi siamo costretti a sborsare soldi su soldi solo per mantenere l’attività. Di fronte a questa situazione le Istituzioni non possono rimanere indifferenti. Confidiamo di poter aprire un tavolo di concertazione tale che vi si possa ragionevolmente discutere di quelli che sono i progetti per una reale crescita del paese, del nostro territorio, e di quanto si possa fare per salvare la categoria. Per come è stata fino a oggi proposta, la liberalizzazione non tiene conto delle concrete difficoltà del settore e non apre a margini di sviluppo. Noi siamo pronti a discutere di tutto questo, ma le Istituzioni devono dimostrarsi parimenti pronte a dialogare”.



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