di Luigi Ricci
Privatizzare i monumenti storici?
Di fatto da diversi anni una fonte pubblica, la Fonte delle Trippe, risalente alla fine del XV secolo, è isolata dalla vista e dall’uso pubblico. La fonte, descritta nel volume “La Pieve di Santo Stefano in Macerata” a cura di Libero Paci del 2009, fa parte del “Complesso delle fonti” che dopo “Fonte Maggiore” ha ispirato importanti artisti del’900 come Luigi Bartolini. Il versante Nord della città, devastato dalle incompiute “Longarini”, è stato a lungo trascurato dalle Amministrazioni che si sono succedute da quell’epoca.
Ora territorio di parcheggio disordinato, per non dire “selvaggio”, è il biglietto da visita per tutti coloro che arrivano in città passando per via “Fonte Maggiore”.
Conclusione: Monumenti dimenticati e moderno parcheggio per il Centro Storico (Rampa Zara) solo nelle chiacchiere.

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Aggiungo per completezza d’informazione che la bella casa colonica con tetto a padiglione che stava dietro la Fonte di Ciambrione doveva essere della famiglia Bonfigli detta Fracca. Inoltre nella legenda del “Cabréo Tartufari” (1777) la fonte suddetta è indicata con la lettera M mente Fonte Agliana era distinta con le lettere D (Fontagliano e sito spettante ai Conti Asclepi…), E (sentina) e F (vasca contigua). Insomma l’acqua scendeva dal Pozzo di San Giorgio a Fonte Agliana per poi essere imbrigliata verso Fonte di Ciambrione ed infine scemare nella sottostante Peschiera dell’antico Convento dei Cappuccini. Quest’ultimo edificio della colonia Cicarilli merita sicuramente una visita.