La crisi non si attenua, mentre aumenta prepotentemente la precarieta’ che sostituisce progressivamente il lavoro stabile. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio mercato del Lavoro della Regione Marche, elaborati dalla Cgil regionale, relativi agli avviamenti al lavoro registrati nei primi nove mesi del 2011. Delle 220 mila assunzioni promosse o registrate dai centri per l’impiego nei primi 9 mesi dell’anno, solo il 9,3% e’ avvenuta con contratto a tempo indeterminato, mentre secondo il sindacato il 90,7% dei casi ha visto il ricorso a diverse tipologie contrattuali a vario titolo precarie: numeri che collocano le Marche tra le regioni con la maggiore incidenza di precarieta’ nelle assunzioni. Il contratto piu’ frequente e’ quello a termine (46,1% degli avviamenti), seguito dal ‘lavoro a chiamata’ o ‘intermittente’, che negli ultimi anni ha registrato il maggior incremento: sono quasi raddoppiati negli ultimi due anni e quadruplicati negli ultimi tre e ormai interessano un’assunzione su sei (16,7% degli avviamenti). Forte crescita anche del ricorso al contratto di somministrazione (12,3% degli avviamenti), mentre si riduce ulteriormente anche la quota delle assunzioni con contratto di apprendistato (5,2% degli avviamenti), secondola Cgil “anche a causa dell’abuso di strumenti quali i tirocini formativi che troppo spesso mascherano vero e proprio lavoro non pagato”.
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