Sarà un anno difficile per l’Ircr che è stata trasformata in un Azienda Pubblica di Servizi alla Persona. E’ un momento di cambiamento e di transizione che ha creato non poche tensioni sfociate la scorsa settimana nelle dimissioni di Luciano Gasparri, componente del cda dell’ente, probabilmente dovute al disaccordo sulle modalità di scelta del nuovo direttore generale. Attualmente il direttore è Laura Taccari e per scegliere il suo successore Gasparri auspicava una soluzione interna che secondo lui avrebbe fatto risparmiare 40 mila euro. Il presidente del cda Paola Agnani, invece, protendeva per un bando aperto a soggetti esterni.
Oggi è Nazareno Tartufoli, segretario generale dell’ente ad appellarsi a tutti i soggetti coinvolti perchè mettano da parte i giochi di potere.
«Mi appello – scrive il segretario – alla politica maceratese affinché l’APSP “IRCR di Macerata” venga sottratta ai giochi, alle contrapposizioni ed alle competizioni di potere; quest’Azienda non ha finanziamenti pubblici, è pubblica solo negli oneri, e nell’anno dello “start-up aziendale” non può permettersi di perdere nemmeno un minuto che non sia finalizzato ad atti concreti.La crisi, non solo economica ma anche sociale, penalizza il pubblico rispetto al privato (forte concorrenza da fondazioni private, cooperative sociali, badanti, ecc.) e se non vi è una strategia aziendale chiara e un pareggio di bilancio certo, in questo determinante biennio 2012/2013, il rischio che l’Azienda non riesca a partire è altissimo, con le implicazioni che ne possono derivare in termini costi, di qualità dei servizi e di occupazione.Una conseguenza che non posso accettare, soprattutto come cittadino maceratese, ma non meno come Segretario generale dell’IRCR, quell’Ente storico che ha chiuso la sua attività nel più assoluto silenzio, ma che ha lasciando in eredità all’Azienda tutte le condizioni per poter “volare alto”».
Tartufoli chiede anche una strategia di azione chiara e definita: «All’alternativa della Fondazione, con personalità giuridica di diritto privato, il Comune e le IRCR hanno fatto la coraggiosa scelta dell’Azienda Pubblica. Una scelta assecondata da tutti i dipendenti, indipendentemente dal loro livello retributivo e ruolo, che a scapito dei loro interessi soggettivi hanno sostenuto fortemente la necessità che l’assistenza socio-sanitaria rimanesse in mano pubblica, a maggior garanzia di controllo e trasparenza. Una scelta costosa, ma consapevole, che pone i dipendenti dell’Azienda sullo stesso piano dei dipendenti pubblici di altri Enti locali, statali, parastatali (quindi: contratti bloccati, limitazione sulle assunzioni, donne in pensione più tardi, maggiore tassazione del salario accessorio, ecc.) pur non avendone nessun vantaggio (maggiori oneri amministrativi, nessun contributo pubblico all’Ente, ecc.). La scelta Aziendale, che pure con dei distinguo non sostanziali è stata condivisa in Consiglio Comunale sia dalla maggioranza che dalla minoranza, si basa su due elementi fondamentali e determinanti: l’ampliamento dei servizi all’utenza e l’espansione territoriale. L’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “IRCR Macerata”, che è nata ufficialmente pochi giorni or sono, il 01/01/2012, e che sono fiero di aver dato alla luce per quanto di mia competenza, rischia di avere però vita corta se l’organo di amministrazione non individua una chiara e definita strategia Aziendale.I sei mesi trascorsi dalla richiesta di trasformazione ad oggi non sembra siano stati sufficienti per programmare l’operatività dell’Azienda, né, tanto meno, a dare alla stessa un indirizzo su cosa fare, come fare e quando fare».
Tartufoli sottolinea il problema nella scelta del direttore generale: «L’attenzione, al momento, è tutta rivolta sulla scelta del Direttore Generale, ma al di la delle diverse posizioni al riguardo, il problema va affrontato al contrario.Il Direttore generale, infatti, per quanto figura determinante ed essenziale dell’Azienda, è, e deve essere, lo “strumento gestionale” finalizzato alla realizzazione degli obiettivi e non l’obiettivo stesso (le note leggi Bassanini al riguardo sono chiare: organo politico/amministrativo = obiettivi e controllo; organo tecnico = gestione). Pertanto, norma vuole (… e buon senso anche) che prima si determinino gli obiettivi (competenza in capo all’organo di amministrazione) e solo poi, in funzione degli obiettivi, si andranno a scegliere le caratteristiche del tecnico (il Direttore generale) che dovrà attuarli. Se invece al Direttore vogliono essere date competenze amministrative, allora non è il Direttore generale la figura necessaria all’Azienda, bensì l’Amministratore Unico (scelta non condivisibile ma comunque prevista dalla normativa).
Chi, come lo scrivente, si occupa di sociale da decenni, sa benissimo (oggi più che mai) che c’è l’esigenza che “il sociale” venga riadeguato rispetto ai nuovi bisogni e che è indispensabile avere un programma chiaro per poter indirizzare le risorse in maniera mirata e senza sprechi. Risorse, peraltro, non più certe come un tempo, ma da cercare e trovare (fund raising).Negli ultimi 4 anni che mi hanno visto nella veste di Segretario generale, ho sostenuto con fervore la progettazione sociale e rarissimi sono stati i bandi di finanziamento che non hanno visto la partecipazione delle vecchie IRCR. Grazie a questo l’Ente ha potuto contare su contributi pubblici e/o privati che hanno ben superato il milione di euro.E’ ormai noto che i mesi di dicembre, gennaio e febbraio sono determinanti per la presentazione di progetti (escono la maggior parte dei bandi di finanziamento), ma la progettazione deve essere coordinata e orientarsi verso un indirizzo aziendale ben chiaro. Soprattutto nel primo anno di costituzione di una nuova Azienda.E la progettazione sociale non può essere considerata alla stregua di una semplice richiesta di contributo economico, è, e deve essere, un vero e proprio progetto politico/amministrativo su cui indirizzare i diversi interventi progettuali.
Un indirizzo, però, che oggi è purtroppo assente. Talmente assente che, anche dopo ripetuti solleciti caduti nel vuoto e nel disinteresse generale, nella ferrea volontà di non perdere occasioni per avere finanziamenti, mi sono personalmente assunto l’onere e la responsabilità di presentare un progetto sociale per partecipare al bando di finanziamento dell’INPDAP Regionale “Home Care Premium”.Una decisione lungimirante (è noto che l’INPDAP dal 2012 non esisterà più) che si è dimostrata vincente. Il progetto è stato finanziato per l’intera somma richiesta e porterà nelle casse della nuova Azienda poco meno di 600.000,00 Euro (ben 1/5 del bilancio complessivo). Un progetto pluriennale che coinvolgerà il Comune di Macerata ed il Comune di Pollenza, come enti pubblici, nonché le rispettive associazioni di volontariato locali e la Croce Verde di Macerata. Sicuramente una buona cosa, ma che nasce da un’idea personale, seppure frutto di esperienza e professionalità specifiche, non certo da una strategia aziendale. Una latitanza pericolosa, in un 2012 in piena recessione e con la certezza che verranno a mancare non meno di 80/100 mila euro tra minori entrate e maggiori spese, che rischia di mettere in ginocchio l’Azienda al suo nascere, quanto invece ha tutte le condizioni e le potenzialità per poter decollare ed essere di traino positivo anche per altri enti del settore».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati