Shopping solidale per l’ospedale di Kisubi in Uganda

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di Laura Boccanera

Quando la moda diventa solidale, tutti hanno un motivo in più per dedicarsi allo shopping “pazzo” senza sensi di colpa, specie se a beneficiarne sono 300mila persone. L’associazione Stella23 oggi si apre verso una nuova missione e per questo Natale 2011 si unisce al brand Of Handmade e alla Onlus Civitanova Pro African Hospitals. La nuova campagna natalizia propone pezzi unici: cuffie invernali firmate Of Handmade, mostrate in esclusiva per l’occasione e disponibili su www.stella23.com. L’intero ricavato sarà devoluto alla realizzazione di un’area Tac presso l’ospedale di Kisubi in Uganda.  «L’iniziativa viene lanciata a Natale perché è il periodo in cui maggiormente ci soffermiamo a pensare a chi non potrà festeggiare con tutti gli sfarzi e le nostre comodità  – sostengono i responsabili di Stella23 –. Siamo fiduciosi  che la nostra idea possa avere un seguito. Sarà nostra premura far sì che il nostro scopo benefico non venga mai dimenticato ma trovi una continuazione durante tutto l’anno per garantire a queste persone una buona salute, una sana nutrizione, l’utilizzo di strutture igieniche e l’accesso all’acqua potabile».

«In un periodo come questo, di difficoltà economica, è bello vedere che esistono ancora persone interessate alla solidarietà ed è ovvio che una collaborazione con Stella23 non può che essere positiva – ha dichiarato Massimo Mobili, Sindaco di Civitanova Marche nonché medico chirurgo –, specialmente se si parla di un progetto come il nostro che cerca di raggiungere i propri obiettivi passo dopo passo, con impegno, regolarità e costanza; specialmente se si tratta di piccole ma importanti attività che cercano, anno dopo anno, di far sentire alle persone ugandesi che noi ci siamo e che non li abbandoneremo mai». 

«Da sette anni ci rechiamo in Africa e da sette anni la gente dà credito ai nostri progetti, perché abbiamo dimostrato che i fondi a noi affidati si traducono sempre in opere fattive e reali – aggiunge Mimmo Sicolo, Presidente dell’associazione e medico di Pronto Soccorso –. Le grosse strutture solitamente utilizzano il 50% dei fondi raccolti per sé stessi e per la propria permanenza nei luoghi in cui operano; noi dal nostro canto ci sentiamo veri volontari e quando ci rechiamo in Africa paghiamo di tasca nostra il viaggio. Ciò che ne consegue che il budget raccolto viene utilizzato interamente per i progetti che ci prefissiamo».



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