Ammonta a più di 55 milioni di euro il conto che la Commissione tributaria regionale delle Marche ha presentato a due società di commercio all’ingrosso di prodotti della pesca nel Pesarese.
La Cpt regionale ha accolto la tesi dell’Ufficio delle Entrate di Fano, e con la sentenza ha riformato integralmente le decisioni della Commissione tributaria provinciale di Pesaro, già sotto inchiesta penale per una serie di sentenze pilotate in cambio di tangenti. La Fiscopoli scoperta dalla procura di Pesaro. A dare il via agli accertamenti finanziari era stata l’incongruenza tra i redditi dichiarati dalle due società e gli investimenti fatti. L’analisi dei movimenti bancari aveva consentito di determinarne i redditi prodotti e di imputare a carico dei soci gli utili come compensi assimilati a redditi da lavoro dipendente. Le operazioni sui conti delle società erano riferibili ad attività non dichiarate, o derivavano dalla sottofatturazione dei ricavi prodotti per cessioni intracomunitarie effettuate verso la Spagna. Sul fronte penale, l’inchiesta della procura ha accertato circa 50 sentenze truccate, per un importo complessivo di 150 milioni di euro, tutte appellate in secondo grado dall’Ufficio di Pesaro con il coordinamento della Direzione regionale delle entrate.
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