Circa 200 lavoratori della Fincantieri di Ancona hanno sfilato in corteo per l’ennesima volta oggi per poi incontrare l’arcivescovo di Ancona-Osimo monsignor Edoardo Menichelli, al quale hanno consegnato una lettera per il Papa.
Nella lettera gli operai esprimono la loro amarezza per il fatto che l’azienda abbia disatteso le promesse e gli annunci fatti in occasione del Congresso Eucaristico svoltosi ad Ancona. Con lo stabilimento in fermo produttivo, la prospettiva della cassa integrazione straordinaria per quasi tutti gli addetti e l’assenza di assegnazione di commesse, ha detto Pierpaolo Pullini (delegato rsu Fiom Cgil), i lavoratori “stanno vivendo un dramma e si avvicina un Natale pieno di preoccupazioni”.
La mobilitazione, spiegano in sostanza gli operai nella missiva, il cui testo non è stato divulgato, serve anche a porre l’attenzione sul “ricatto odioso” a cui i lavoratori non vogliono sottostare e cioè, spiega Pullini, “rinunciare a una parte della propria dignità per avere lavoro” a fronte di un aumento dello “sfruttamento del lavoro in appalto” Il contenuto della lettera, ha concluso Pullini, “è in piena continuità con il messaggio che il Papa ha lanciato dal palco allestito presso la Fincantieri di Ancona durante il Congresso Eucaristico: la necessità di mettere di nuovo l’uomo, la persona, al centro di un nuovo modello di sviluppo”. Hanno dato all’uomo “pietre al posto del pane”, aveva detto il Pontefice riferendosi a certe ideologie che hanno messo da parte Dio, l’etica e i valori, per cercare di assicurare solo
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