Caloroso e significativo successo di pubblico alla Biblioteca statale di Macerata per la presentazione del romanzo di Renato Pasqualetti “La clessidra del tempo fermo” edito da Affinità Elettive. Oltre a una nutrita rappresentanza degli ambienti della cultura e dell’arte, erano infatti presenti il deputato Cavallaro, il sindaco Carancini, il prefetto Piscitelli, il consigliere regionale Sciapichetti, l’assessore regionale Marcolini, gli assessori comunali Monteverde e Canesin, l’onorevole Ciaffi e il segretario provinciale della Cgil Benfatto. Dopo il saluto della direttrice della Biblioteca dottoressa Napolioni, lo stesso Pasqualetti ha detto che questa sua impresa letteraria – la seconda, dopo l’autobiografico “Il mondo sottosopra” – l’ha iniziata senza crederci troppo ma poi gli ha preso via via la mano soprattutto come atto d’amore per i valori umani, le tradizioni e il paesaggio che uniscono Macerata, Sanginesio e Sarnano, i luoghi della sua infanzia e della sua formazione. E ha ringraziato Mauro Cicarè per la penetrante bellezza della copertina del libro.
Poi è intervenuta Valentina Conti, direttrice di Affinità Elettive, che ha raccontato le ragioni, dopo aver letto il manoscritto, della immediata decisione di pubblicarlo sia per la qualità letteraria sia per l’intensità della narrazione dei fenomeni sociali ed economici che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso. La presentazione vera e propria del libro è toccata dapprima all’avvocato Vando Scheggia, presidente della Camera penale di Macerata, il quale, ricordando l’antica amicizia che lo lega a Pasqualetti, ha brillantemente analizzato le figure chiave del romanzo trovando in esse dei fedeli testimoni di un’epoca non facile che ha portato gli entusiasmi dei giovani di allora fino agli impegni della società di oggi attraverso conflitti, delusioni e conquiste. E infine al professor Francesco Adornato, preside della facoltà di scienze politiche dell’ateneo maceratese e lui stesso fine letterato, che si è soffermato sulle caratteristiche anche psicologiche dei personaggi come espressione di una natura tutta maceratese, nella quale, accanto a uno spiccato desiderio di equilibrio morale e civile, affiora una sorta di “nostalgia della nostalgia” che a volte fa immaginare una “dolce follia” e che Pasqualetti ha saputo indagare con spiccata sensibilità.
Questo romanzo – “La clessidra del tempo fermo” – ha l’andamento di un giallo perché c’è un delitto, ci sono carabinieri e magistrati che indagano, ci sono presunti colpevoli, c’è un avvocato che riesce a dimostrarne l’innocenza e alla fine, ma non è sicuro, c’è il vero assassino. Sotto la trama del giallo, tuttavia, si nasconde ben altro, ed è la descrizione minuta e appassionata della durezza del lavoro nei campi, del mutare improvviso dei costumi, delle ideologie che spezzano le amicizie, del contrasto fra padri e figli, dell’amarezza, negli anziani, di non riuscire a capire il mondo nuovo e di aver la sensazione che il loro tempo, appunto, si è fermato. Dopo lo scrosciare degli applausi, Fiammetta Pasqualetti ha offerto uno spiritoso buffet ispirato alle tavole imbandite che compaiono nel libro di suo marito.
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Un uomo pieno di risorse…adesso si diletta anche nella scrittura. Vai con le manine (rosse!!!!)
Al Prof. Renato Pasqualetti, a cui dedico un aforisma di Pier Paolo Pasolini, faccio i più sinceri complimenti per la sua seconda impresa letteraria (ho apprezzato molto anche la prima) un’ utile ed interessante riflessione, soprattutto in questo tempo di “crisi”, sulle modificazioni economiche e sociali che hanno caratterizzato le Marche dagli anni ’60 ad oggi.
“Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell’istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio “progetto di romanzo”, sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti” (Pier Paolo Pasolini)
ahhahaha Pasqualetti scrittore, mi mancava!!!!