di Giuseppe Bommarito *
Mercoledì 14 dicembre, alle ore 21,30, presso l’Aula Magna dell’Istituto Tecnico Commerciale “A. Gentili” di Macerata, in via Cioci n. 6, arriva a Macerata Raffaele Cantone, per circa sedici anni componente di primo piano della Direzione Distrettuale Antimafia in Campania, sostituto procuratore della repubblica in prima fila nel contrasto alla camorra e protagonista di storici processi contro i clan dei casalesi, come quello che ha portato a numerose condanne all’ergastolo dei principali esponenti di questo clan (il più strutturato tra le organizzazioni camorristiche), tra i quali Francesco Schiavone, detto Sandokan. Raffaele Cantone, consulente nelle ultime tre legislatrure della Commissione Parlamentare Antimafia, è attualmente magistrato presso il Massimario della Cassazione.
L’incontro, con il titolo “La camorra nelle sue recenti evoluzioni. La droga è una responsabilità di tutti”, è organizzato dal Dipartimento Dipendenze Patologiche di Macerata e Camerino e dalle associazioni “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza” e “La Rondinella”, e, proseguendo il filone inaugurato l’anno scorso con la presenza nella nostra città del dott. Nicola Gratteri della Direzione Antimafia di Reggio Calabria, si inserisce nel più vasto programma di informazione, formazione e prevenzione in ordine alla droga ed alle varie tematiche che ad essa fanno riferimento (sul versante criminale, giudiziario, sociale, sanitario, scolastico) di recente attivato dalla Prefettura di Macerata e dalla Procura della Repubblica di Macerata, con il fattivo concorso del mondo della scuola, delle forze dell’ordine, delle associazioni dei familiari, delle comunità terapeutiche, del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’ASUR.
Parlare con il dott. Cantone significa quindi tornare ad interrogarsi sulla criminalità organizzata, nella specie quella di marca campana, che sulla droga e sul traffico di stupefacenti vive e prospera. Come è noto, infatti, il 70% circa degli enormi proventi illeciti delle mafie italiane, camorra compresa, deriva dal traffico, dal commercio e dallo spaccio di sostanze stupefacenti, fatte arrivare in Italia dai paesi produttori e poi smistate per la vendita al minuto in ogni regione d’Italia.
Parlare con Cantone significa interrogarsi non solo sulla decisiva rilevanza dell’affare droga per la malavita, ma anche sulle modalità del riciclaggio della criminalità organizzata, sui centri commerciali che spuntano come funghi in situazioni già congestionate in termini di strutture di media e grande distribuzione, sulle enormi disponibilità di denaro che taluni riescono a mettere in campo pure in momenti di gravissima difficoltà economica per l’intero paese.
D’altra parte, è importante anche iniziare a riflettere, pure dalle nostre parti, in alcuni casi in zone molto vicine a noi, sulla zona grigia degli affari e della corruzione, sulla presenza di personaggi politici e professionisti che svolgono la funzione di uomini cerniera rispetto ai clan che iniziano ad affacciarsi nel maceratese, se già non sono del tutto asserviti alle varie mafie in qualche modo già operative a livello provinciale.
Le varie fasi di questi rapporti pericolosi sono ben note: dalla convivenza più o meno forzata, più o meno volontaria, si passa ben presto alla connivenza, e in molti casi dalla omertà si arriva facilmente alla complicità.
E’ proprio di questi giorni l’allarme del nuovo comandante regionale della Guardia di Finanza, il generale Giovanni Mainolfi, il quale ha testualmente dichiarato che, tra i negativi effetti della crisi economica, c’è pure il rischio di infiltrazioni, anche nelle Marche, della malavita organizzata, soprattutto di quella dedita al riciclaggio del denaro sporco. Il pericolo dunque arriva non solo dalle organizzazioni malavitose che delinquono nei filoni della droga, delle estorsioni, dell’usura, della prostituzione, del traffico dei clandestini, ma anche dalla mafia imprenditrice, quella che si presenta in giacca e cravatta, con la camicia bianca e la borsa da lavoro professionale.
A maggior riprova della necessità di stare con gli occhi ben aperti, è, sempre di questi giorni, anche la notizia altrettanto allarmante di una intercettazione spuntata in un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e riguardante una telefonata risalente a due o tre anni fa tra un capo cosca della ‘ndrangheta e un politico emiliano. I due, nel colloquio intercettato, si dicono convinti della opportunità di indirizzare voti su un ex consigliere regionale delle Marche, appunto in vista delle elezioni regionali del 2010. L’interessato, il già consigliere regionale Enrico Cesaroni, al’epoca del PDL, ha smentito di aver mai conosciuto i protagonisti di quella telefonata, ma le indagini sono tuttora in corso.
Per una straordinaria coincidenza, va aggiunto che nel bunker dove è stato arrestato proprio in questi giorni il superboss della camorra Michele Zagaria sono stati trovati tutti i libri di Raffaele Cantone, l’ultimo dei quali, “I gattopardi”, sarà disponibile nell’aula del dibattito e potrà essere autografato dall’autore.
* Avv. Giuseppe Bommarito
Presidente onlus “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
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interessante…
“…..Parlare con il dott. Cantone significa quindi tornare ad interrogarsi sulla criminalità organizzata, nella specie quella di marca campana, che sulla droga e sul traffico di stupefacenti vive e prospera. Come è noto, infatti, il 70% circa degli enormi proventi illeciti delle mafie italiane, camorra compresa, deriva dal traffico, dal commercio e dallo spaccio di sostanze stupefacenti, fatte arrivare in Italia dai paesi produttori e poi smistate per la vendita al minuto in ogni regione d’Italia….”
Quindi per cercare di abbassare/annullare i giganteschi proventi illeciti delle mafie cosa si deve fare in concreto?
Speriamo serva a svegliare tutti coloro che pensano che Macerata sia ancora l’isola felice di un tempo… Non bastano le notizie che ogni giorno vengono portate alla nostra attenzione??? Non aspettiamo finchè diventa troppo tardi, anzi, secondo me è già troppo tardi…….