I “versetti pericolosi” di Alberto Maggi sul Corriere della Sera

La recensione dell'ultimo libro del frate di Montefano: "un accorato appello al richiamo del comandamento dell'amore"

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L'articolo pubblicato dal Corriere della Sera

Si intitola “Versetti pericolosi”, l’ultimo libro di padre Alberto Maggi, fondatore del Centro Studi Biblici di Montefano, che questa volta ha dedicato la sua attenzione al Vangelo di Luca. All’ ultima fatica del frate dell’Ordine dei Servi di Maria,il Corriere della Sera di oggi dedica una recensione molto positiva di Carlo Baroni.
«I titoli dei capitoli – scrive il giornalista – sono originali, persino irriverenti: “Non c’è più religione”, “Il fiasco di Gesù”, “Le spie di Dio”, “Last Minute”. Si racconta di una legge che viene accartocciata insieme a chi la usa per nascondersi dietro ipocrisie  e finto perbenismo. I farisei, appunto e gli scribi. Il messaggio è devastante». La recensione è in alcuni tratti anche critica: «I Versetti pericolosi sono una provocazione  spesso intelligente e profonda ma talvolta scontata  – va avanti Carlo Baroni – le critiche alle gerarchie ecclesiatiche della “tolleranza zero” e dei valori non negoziabili” più che un pungolo a chi guida la Chiesa, appaiono come un cedere al luogo comune e allo stereotipo – che poi riprende – Il richiamo al comandamento dell’amore, troppo spesso disatteso, è un accorato appello che in quest’epoca  diventato sempre più “voce di uno che grida nel deserto”. E la voce di Alberto Maggi è sincera, il suo linguaggio accattivante. La rilettura dei testi sacri ti spiazza. Costringe a riflettere credenti e lontani dalla religione. A guiardare le cose di Dio da un angolo che non avevi previsto. E questo è un merito non da poco».

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Padre Alberto nella sala degli incontri

Il commento del Corriere della Sera si chiude citando il teologo Vito Mancuso che lo scorso ottobre ha partecipato ad un dibattito che si è tenuto proprio a Montefano: «L’autore è un’appassionato della Bibbia prima ancora che un esegeta. Per il teologo Vito Mancuso era dai tempi di David Maria Turoldo che nessuno riusciva a leggere con tale forza i testi sacri del cristianesimo”.

(redazione CM)



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