La cicogna …tardiva, Valentina Capecci chiude il 43° Festival Macerata Teatro

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Macerata-Festival

di Walter Cortella

A conclusione della cerimonia di premiazione del 43° Festival Macerata Teatro la locale compagnia C.T.R. ha proposto un lavoro di Valentina Capecci, la nota sceneggiatrice della televisione e del cinema che vive da anni nella nostra città. Devo dirti una cosa è un testo divertente e frizzante che però pone all’attenzione dello spettatore un problema di grande rilevanza e molto attuale. Spesso, infatti, i mass media ci danno notizia di donne non più giovani che si trovano ad affrontare, in età da menopausa e quindi del tutto inaspettatamente, una gravidanza che finisce per cambiare in modo radicale la loro esistenza e quella dell’intera famiglia. E un evento del genere viene giudicato in mille maniere diverse dall’uomo della strada, in relazione alle sue esperienze di vita, alla sua cultura, alle sue possibilità economiche e così via. La Capecci non esprime giudizi, si limita a metterlo in evidenza e lascia lo spettatore libero di esprimerne uno tutto suo. Ma in effetti, che cosa accade all’interno di una coppia ormai avanti negli anni quando la donna si accorge di aspettare un bambino? Le reazioni possono essere, come detto, le più disparate. E allora vediamo come reagiscono Laura e Luigi Galimberti, una normale coppia borghese con figli già adulti e con prole, protagonista della pièce della Capecci. Sulle prime anche la donna è disorientata.

Valentina-Capecci

Valentina Capecci

Non riesce a credere ai suoi occhi: il referto delle sue analisi cliniche è chiaro, eppure lei pensa ad un deprecabile errore da parte del laboratorio. Non può essere vero. Ma il suo medico curante è categorico: non c’è errore, lei è incinta. E il primo problema da affrontare è quello di dare la…non lieta novella al marito. Il quale ha una reazione veemente ma in fondo prevedibile. La nuova nascita turberà l’equilibrio sociale della famiglia, creerà situazioni imbarazzanti nella cerchia parentale e tra gli amici. E in più l’avvocato Galimberti, ormai sulla sessantina, intravvede per il nascituro un futuro problematico, per non sottovalutare i rischi e i gravosi oneri per la neo mamma, ormai cinquantacinquenne. Ma in questo caso la donna, a differenza del marito, ragiona «positivo», vede in tutto ciò una grande possibilità di rivalutazione della sua esi-stenza ormai quasi spenta, priva di particolari interessi e relegata anzitempo al riduttivo ruolo di nonna. Da questo momento in poi marito, figli, nuora, genero e nipoti dovranno fare a meno di lei, impegnata a curare se stessa e il nascituro. Dopo il primo sbandamento, anche il marito vede la situazione da un’ottica diversa e pian piano comincia ad accarezzare addirittura l’idea che il bambino possa diventare un grande avvocato. Ma il finale riserva una sorpresa: il bambino decide ….spontaneamente di non nascere e la famiglia, ormai abituatasi all’idea, ne adotterà due. La commedia della Capecci è divertente, ricca di gags intelligenti ed ha un buon  ritmo. Avrebbe potuto avere un’altra chiave di lettura, ma quella scelta dal regista Diego Dezi è parsa alquanto condivisa dal pubblico che ha riso di gusto, il che significa che si è divertito. E questo è più che sufficiente. I due protagonisti (Fulvia Zampa e Piergiorgio Pietroni, nella foto di scena di Maurizio Iesari), poco avvezzi ad interpretare ruoli brillanti, hanno dato prova, laddove ce ne fosse bisogno, di notevoli qualità artistiche. La scenografia, minimalista ma elegante, è di Elisabetta Salvatori. Con questo gradevole spettacolo, la 43ª edizione del Festival Macerata Teatro va meri-tatamente in archivio.



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