di Gabor Bonifazi
Nell’elenco datato 1886 di tutte le strade vicinali di servitù pubblica, che attraversano il territorio di Macerata diviso in tredici Sezioni e Mappe Catastali, comprese quelle non imbrecciate e mantenute dai frondisti, tranne i ponti, gli acquedotti e i tombini che sono a carico del Municipio, figurano ben quarantacinque strade tra cui “Strada di Torregiana”. Questa strada incomincia – si legge nel documento – dal punto in cui la strada della Vetreria (ora via IV Novembre, ndr) o della Fonte di S. M. Maddalena s’incontrano, ed ha termine nella strada Nazionale Flaminia presso il casino di Minnucci Pacifico. L’agrimensore riporta la sezione (N. 1), la Mappa (Cappuccini), la lunghezza (m. 1460) e la dimensione della carreggiata (m. 2,50). Alcune considerazioni per ricordare che nel 1984 ritrovai la chiesa che dà il nome a questa strada, che collega via Roma a via Mameli, chiamata dai maceratesi comunemente “gabbetta”, termine di origine longobarda che vuol dire piccola strada incassata.
Ora rimane un cartello bizzarro sulla rotatoria sottostante il Palazzetto dello sport, eppure quella stradina di campagna era, per noi che abitavamo a San Francesco, una comoda accorciatoia e un luogo dove potersi appartare in intimità semmai se ne fosse presentata l’occasione. Si partiva dalla Casa del dottor Giorgio Mancini, si attraversava il passaggio a livello e poi s’incontrava la casa colonica del figlio di Marino, quella rosa di Sampaolesi e, appena iniziava la salita, un po’ a valle c’era la casa colonica del geometra Cirilli, utilizzata come magazzino dal simpatico fiorista con banco al fu Mercato delle Erbe. Questo edificio rurale, peraltro ancora esistente, prima di essere destinato a usi profani era stato un edificio di culto: la chiesa di S. Maria in Torregiana. La notizia del rinvenimento interessò talmente la popolazione, che il professore Silvio Craia fece addirittura una cartolina a nome e per conto del Quartiere Manzoni. Nella “Guida di Macerata e dintorni” lo storico Raffaele Foglietti riporta la memoria di questa chiesa denominandola S. Maria in Torresana, riprendendo dal Diario Maceratese per l’anno 1783: «Giugno 1°. Domenica… Alla Cattedrale memoria del miracolo del sangue del N.S.G.C. caduto nel corporale e reso visibile per l’incredulità del Sacerdote celebrante nel 1356 il 25 Aprile nella chiesa di Torregiana, allora delle Monache di Santa Caterina, e dopo Vespro si fa dal Capitolo processione col detto corporale che conservasi intatto con le macchie del sangue.».
Naturalmente con quel Torresana il Foglietti ci trasse in inganno perché sembra del tutto logico che si tratti di un luogo dov’era una certa presenza pagana da cui Torre di Giano. Altri toponimi simili, anche se corrotti sopravvivono nel maceratese: a Treja c’è la contrada Piangiano (= Piano di Giano), a Corridonia Campogiano (= Campo di Giano) ad Appignano sopravvive Forano (Foro di Giano?) e nei pressi di Palazzo Rangoni (ora Villa Lucangeli) un rudere, forse un tempio, in località Almagiano (= Alma di Giano), a Cingoli c’è la frazione Troviggiano che fa pensare ad un sito dove potrebbe essere stato ritrovato l’idolo bifronte. Poi c’è una contrada in senata tra Treja ed Appignano: Carreggiano (Carro di Giano). E lo stesso Appignano se non terminasse con prediale romano potrebbe essere un apud Giani (= presso Giano). Poi ci sono anche diversi cognomi d’origine o di testimonianza di presenza pagana: Campogiani, Torregiani ecc.. Ma questa sarà un’altra storia del dio degli inizi materiali e immateriali: Giano.
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Quale sarebbe la ex chiesa?Sono 30 anni praticamente che faccio la gabbetta…e mi mette una curiosità micidiale
Grazie Gabor ,
per questi [[[[[ FLASH STORICI MACERATESI ]]]]] ,
riaccendi la memoria a noi tutti quando Macerata era veramente, CITTA’ di Macerata !!!!!!!!!!!!!
Oggi citta’ del CEMENTO…………………………………………selvaggio
@ Lord Kelvin
L’ex chiesa è rimasta isolata nel groviglio di strade nuove un po’ a monte del Palazzetto.
@gabor
Mi consenta: le strade sono mantenute dai “frontisti” non dai “frondisti”
@ pierre
La ringrazio per la giusta correzione anche se avrei preferito addebitare l’errore al correttore automatico o addirittura alla fonte. L’unica giustificazione che posso trovare all’errore/ orrore può derivare dal fatto che sono avvezzo “fare la fronda”. Tuttavia ricambio la sua cortese attenzione con una scheda sulle contrade e strade maceratesi che avrei voluto riservare ai consiglieri comunali:
Ora che a Macerata sono stati soppressi i sei inutili quartieri vale la pena ricordare che nel 1750 il territorio comunale era diviso nei seguenti tre quartieri o meglio terzieri:
1) San Giuliano comprendeva le contrade poste a Sud/ Est della città: Chienti, Peschiera, Il Palazzo, Castelletta, quest’ultima contrada di cui s’è persa memoria confinava a sud con il fiume Chienti e ad est con la Strada Carrareccia, Vergini, Porta del Mercato, La Cervara, Cervanello, Palombara, Palombarone, Carbonara, Fonte Moscardina, Fonte Nuova, La Pace, La Valle o Costa Saracena, Santa Maria della Fonte, Vallonga, Valle Trodica, Valle Peschiera, Botonto, eccetera;
2) San Giovanni, comprendeva le contrade poste a Sud/ Ovest della città: Santa Croce, Il Colle, Le Grazie, Porta Romana eccetera;
3) San Salvatore comprendeva le contrade poste a Nord della città Borgo alle fosse, Cappuccini Vecchi, Potenza, Il Molino, Sabbionicci, Cimarella, Montanello, Rota Cupa, Porton Pio, eccetera, eccetera.
Naturalmente il centro dei tre spicchi in cui era divisa Macerata doveva partire da quell’edificio al centro di tanti interessi effimeri: la Torre civica. Inoltre le sezioni di corone circolari erano suddivise in diverse senate. Lo storico Libero Paci amava dire che i confini o senate delle contrade erano come le pance delle suore, in quanto si potevano stirare da tutte le parti. Ora che Macerata si è estesa a macchia d’olio, sovrapponendo le nuove costruzioni su diverse contrade chiamate località, vale la pena cercare di capire il significato del nome delle trentotto contrade prima che se ne perda completamente la memoria, per via della nuova toponomastica e con la consapevolezza che è quasi impossibile risalire all’origine delle stesse. ACQUESALATE (idronimo bino = acque/ salate); ACQUEVIVE (idronimo bino = acque/vive); ALBEROTONDO (fitonimimo bino con indicazione puramente oronimica/ morfologica = albero/ rotondo); BOSCHETTO (fitonimo, ricorda le molte foreste presenti nei dintorni della città. Dal latino medievale “buscus” = boschetto, macchia, selva. Nel “Broliardo” del 1750 figura il toponimo Casa Donata o Boschetto); BOTONTO (toponimo di natura oronimica/ morfologica che sta ad indicare una lunga assenza); CERVANELLO (zoonimo di significato immediato, indica la presenza di cervi); CERVARE (zoonimo, come sopra); CHIENTI (idronimo, secondo il prof. Febo Allevi poteva significare il figlio del sole); CIMARELLA (fitonimo, dal latino cyma = germoglio. Quindi non incide il significato semantico di piccola cima bensì di piccolo germoglio); COLLEVARIO (oronimo bino, dal latino collis = colle, varco, crinale + varius = vario. Anticamente la contrada era chiamata Colle Torri dal nome del proprietario); CORNETO (adronimo, da Lucio Corneliano); FONTE S. GIULIANO (agio/ idronimo, la leggenda vuole che ivi sia stato san Giuliano); FONTE SCODELLA (idronimo bino, “scodella” = scutellas); FONTE ZUCCA (idronimo bino, “zucca” = ?); FURIASSE (si può ipotizzare che il toponimo derivi da “fures” o ladri ed ai loro misfatti o da fura = canna spaccata in cima per prendere l’uva); HELVIA RECINA (andronimo, da Pertinace). ISOLA (idronimo, di significato immediato. La leggenda vuole che qui abbia traghettato il patrono di Macerata); LORNANO (toponimo preistorico, probabilmente derivante da personali etruschi); MONTALBANO (oro/ fitonimo = monte dei pioppi); MONTANELLO (andronimo, da Pubblio Montano); MONTIROZZO (oronimo bino di significato immediato = monte rozzo); MORICA (andronimo, da Cristoforo Morici, tesoriere della Marca dal 1727 al ‘36); MOZZAVINCI (?); PACE (agionimo. Anticamente la contrada si chiamava Valleverde); PESCHIERA (zoonimo, ricorda un vivaio di pesci. Dal latino “piscaria” = pescaia. Venne fatta costruire da Claudio Piccolini nel 1590); PIEVE (agionimo, da Santa Maria in Mussiano poi San Biagio); POTENZA (idronimo ?); ROTACUPA (toponimo bino, da rota = ruota = macina di mulino o greto e cupa = di rumore cupo o profondo. Quindi macina rumorosa o greto profondo); SANTA MARIA DELLA MADONNA DEL MONTE (agionimo di significato immediato. Anticamente la contrada era chiamata Montefalcone); SANTA MARIA IN SELVA (agionimo di significato immediato); SANTA MARIA DELLE VERGINI (agionimo di significato immediato); SANTO STEFANO (agionimo di significato immediato); SELVA (fitonimo); TERRIA (?); VALLE (oronimo di significato immediato); VALLEBONA (agionimo, Bona = Dea Cupra?); VALLEVERDE (oronimo bino di significato immediato); VALTEIA (fitonimo = Boschetto).
Le contrade erano collegate dalle seguenti strade vicinali di cui, grazie soprattutto alla pigrizia degli studiosi, stiamo perdendo i tracciati, il significato dei nomi e la memoria: Strada della VETRERIA; Strada di TORREGIANA; Strada di CORNETO; Strada di FONTE SCODELLA; Strada della SELVA; Strada di S. LUCIA; Strada dei CINCINELLI; Strada detta VALTEGLIA o della FONTE della BRECCIA; Strada dei SABBIONICCI; Strada di TAVOLETO; Strada di VALLUNGA, Strada di S. GIACOMO; Strada di CASSIANO; Strada di VALLEBONA; Strada di FONTE CATENA; Strada di FONTE MOSCARDINA; Strada di S. CLAUDIO; Strada di COPPARO; Strada di CERESETO detta anche di MORICHI o CARBONARA; Strada della FONTE DI CERESETO; Strada del POZZO MERCATO; Strada della COLLINA; Strada DELL’ACQUASALATA; Strada della COLLINA PER VALLUNGA; Strada degli ORTI DI TRODICA o DI FONTE ZUCCA; Strada dei PIANI (soppressa); Strada di S. PELLEGRINO o DELL’ISOLA; Strada di CERVANELLO; Strada detta LA CORTA DI MORROVALLE; Strada detta FONTE PESCHIERA o di CASTELLACCIO; Strada detta del FOSSO DI TORRI; Strada dei SOBBIONICCI O FURIASSE; Strada di FURIASSE; Strada del MOLINO; Strada di FONTE ZUCCA; Strada di COLLEVARIO; Strada di ORNANO, Strada di MOZZAVINCI; Strada della CHIESUOLA di CONSALVI; Strada della PIEVE o della SAMBUGIA; Strada PALAZZOLO; Strada detta DELLA CAVOLA; Strada dei PIANI DI ROTACUPA; Strada di ROTACUPA detta DEL COLLE; Strada della FIGURETTA o PALMUCCI.
Di queste strade si conoscono i punti di partenza e d’arrivo, le rispettive percorrenze e la dimensione della carreggiata (3 metri) che veniva raddoppiata in curva.