di Maurizio Verdenelli
Al ‘Pergolesi’ di Jesi è nata una stella: il ventiseienne baritono veronese Simone Piazzola che ieri sera alla prima di ‘Rigoletto’ ha scatenato l’entusiasmo del pubblico. Un bis richiesto con insistenza ed ottenuto nel duetto con Gilda (il soprano siberiano Irina Dubrovskaya che l’ha pregato anche lei) alla fine del secondo atto, con molti spettatori scattati in piedi e grida dal sapore risorgimentale inneggianti a Verdi ed applausi a scena aperta per il giovane veneto al debutto. Tutto questo nella serata che ha visto il trionfo anche del ‘maceratese’ Massimo Gasparon e del suo ‘Rigoletto’ (regia, scene, costumi e luci) anche questo ‘made in Macerata’, seppure in coproduzione con altri sei teatri, tre marchigiani. Con lo Sferisterio, dove l’opera è andata in scena con grande successo quest’estate, hanno collaborato nell’allestimento del capolavoro di Verdi, la Fondazione Pergolesi Spontini, L’Aquila di Fermo e i Teatri del Circuito Lirico Lombardo (Como, Brescia., Cremona, Pavia l’Arcimboldi di Milano). Successo inoltre anche per un terzo maceratese: il maestro David Crescenzi, direttore del coro lirico marchigiano “V. Bellini” che ha bissato quello ottenuto in Arena, al Sof.
Palchi e platea sold out: tra le prime fila anche un ospite importante, un maceratese, Andrea Angeli, portavoce Onu nei teatri di guerra più ‘difficili’ del mondo (anche se lui, sorridendo, dice che niente è al paragone di certe
parti d’Italia dominate dalla malavita organizzata).
A dominare ieri sera, sullo storico palco jesino, sono state però la lussuria, lo spirito di vendetta e l’omicidio dell’innocente Gilda: la trama, cioè del ‘Rigoletto’ verdiano che dal 1851, anno della ‘prima’ a Venezia, è al centro della storia del melodramma. L’ambientazione ideata da Gasparon ha suggestionato il ‘Pergolesi’: anche per le repliche di questa sera sabato (ore 21) e di domenica 27 (ore 16) si registra pressocchè il tutto esaurito.
Come il grande Dante Ferretti il quale -mi confessò in un’intervista qualche anno fa- si ispira spesso per le sue magiche scenografiche agli immensi affreschi dei Maestri della Pittura, anche Gasparon deve la sua idea vincente per ‘Rigoletto’ al grande Tiepolo e alla ‘sua’ Venezia (con un pizzico dell’eterno mito partenopeo, pure presente nell’opera tiepolesca: Rigoletto è travestito da Pulcinella) per rappresentare i fasti e la corruzione della corte del Duca di Mantova in una sala rinascimentale degna del Veronese. Lui, Shalva Mukeria, tenore georgiano, pur in possesso di una voce dai grandi acuti, non ha tuttavia vestito alla stessa maniera -questione di taglia- gli abiti aderenti e alla ‘cavallerizza’ così come l’affascinante ed atletico Ismael Jordi, protagonista nello stesso ruolo allo Sferisterio. Gilda/Dubrovskaya non ha avuto però titubanze: innamorata, fragile ed eroina. Due giovani emergenti lei e Piazzola (lui con una voce che è apparsa già a completa maturazione): di loro si è innamorato il pubblico di Jesi, accorso numeroso alla terza ed ultima opera in programma dopo “Lo Frate ‘nnamorato” di Pergolesi e “L’Elisir d’amore” di Donizetti, altri due successi.
Stasera, sabato, cambiano i tre protagonisti in scena. Jenish Ysmanov, tenore del Kirghizistan è il Duca Mantova; Luis Cansino, baritono spagnolo è Rigoletto; Natalia Roman, soprano moldavo è Gilda. Mukeria, Piazzola e Dubrovskaya tornano domenica per il gran finale.
Per il resto, resta il cast resta immutato: Eugeniy Stanimirov (Sparafucile), Alessandra Palomba (Maddalena), Veronica Senserini (Giovanna), Pasquale Amato (il Conte di Monterone), Mirko Quarello (Marullo), Saverio Pugliese (Matteo Borsa), Marian Reste (il Conte di Ceprano), Miriam Artiaco (la Contessa di Ceprano), Bianca Tognocchi (Paggio), Gianni Pace (usciere).
Il direttore Giampaolo Maria Bisanti e la Form (Orchestra Filarmonica Marchigiana) sono stati davvero all’altezza della terza ‘prima’ trionfale del Festival jesino che chiude sabato 10 dicembre con un concerto lirico dedicato al 150° dell’Unità d’Italia -musiche di Rossini, Bellini e Verdi.
E’ tempo dunque di primi bilanci. I commenti della stampa nazionale ed estera parlano di ”ccezionalità dell’impresa del teatro di Jesi, cittadina nemmeno capoluogo di provincia: un’impresa di cultura prima che di spettacolo”, ‘”di iniziative realmente virtuose”, di un progetto celebrativo “che ha ispirato un rinnovato interesse sulla figura sfuggente e inafferrabile del compositore di Jesi”.
Soddisfatto l’amministratore delegato della Fondazione Pergolesi Spontini, William Graziosi. Che dichiara: “I riconoscimenti del pubblico e della critica rendono merito al grande sforzo organizzativo fatto dalla Fondazione che nel giro di due anni ha allestito, tra Festival e Stagione lirica di Tradizione, 14 titoli d’opera nelle Marche di cui 8 opere di Pergolesi, con bilanci in pareggio; gli apprezzamenti ci spronano a continuare con entusiasmo nelle iniziative intraprese”.
Da parte maceratese, in attesa del ritorno di Giancarlo Del Monaco (ormai pare certo) c’è materia per riflettere abbondantemente.

Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Finalmente un articolo bello e coinvolgente, come molto coinvolgente è apparso “Il Rigoletto” al teatro di Jesi. Dal momento che l’ultimo capoverso dell’articolo invita ad una riflessione, ci provo. Non ho commentato volutamente quando, qualche giorno addietro, qualcuno rispondeva ad un mio pensiero affermando che il maestro Gasparon è uno “sconosciuto” e l’ombra del grande maestro Pizzi. Ora, non sembrano di questo avviso i molti che sono accorsi al teatro di Jesi; quest’ultimi hanno decretato il trionfo di un eccelso regista che forse Macerata non ha saputo apprezzare, o forse meritare. Già, noi di Macerata abbiamo lo Sferisterio mentre “quelli” di Jesi hanno solo un teatro di paese. C’è da riflettere molto!
Mi permetto di avanzare un piccolo contributo di idee.
Macerata, o meglio, i nostri politici hanno la possibilità di dimostrare quanto veramente hanno a cuore le sorti dello Sferisterio. Perchè non nominare il maestro Massimo Gasparon il prossimo Direttore artistico di questo nostro invidiato “Teatro”? Con la sua esperienza e la sua competenza a livello internazionale , lo Sferisterio ne trarrebbe dei vantaggi enormi:
è “maceratese” e come tale non comporterebbe soluzione di continuità con gli ultimi anni;
avrebbe un rapporto privilegiato con il maestro Pizzi, che è l’unico ad aver prospettato un disegno concreto e realistico per il futuro dello Sferisterio;
è consapevole e partecipe delle enormi difficoltà economiche di questa nostra “eccellenza”;
è capace di attirare su di sè le attenzioni di molti “tour operators” locali e stranieri.
Non ho idea riguardo il risultato dell’allestimento di Gasparon in un teatro, mi fido del giudizio di Verdenelli.
Di sicuro nel palco dell’arena lo spettacolo era a dir poco desolante…..