Continua alla Best di Montefano il presidio dei lavoratori dopo che l’azienda ha richiesto la mobilità per i 126 lavoratori e ha vuotato lo stabilimento (leggi l’articolo).
In attesa dell’incontro con i vertici della Best previsto per oggi pomeriggio in Regione, anche l’Onorevole Mario Cavallaro, si schiera dalla parte dei lavoratori e della istituzioni locali nella vertenza contro il gruppo americano, apostrofando “come una pratica antisindacale e antisociale la chiusura improvvisa e non concordata dello stabilimento di Montefano, che offre lavoro a 126 dipendenti, per lo più giovani. In un’interrogazione presentata al Ministro del Lavoro il deputato maceratese chiede un intervento immediato anche delle istituzioni nazionali, accanto a quelle locali già schierate in difesa dei lavoratori della Best, per bloccare nel caso specifico
e prevenire in futuro il ricorso a logiche aziendali che ledono i lavoratori nei loro diritti fondamentali e allo stesso tempo risultano poco rispettose delle istituzioni locali e del territorio di riferimento su cui ricadranno le conseguenze nefaste di decisioni non condivise né partecipate, ma subite. La decisione unilaterale della Best di chiudere lo stabilimento di Montefano e di avviare la procedura di mobilità per i 126 dipendenti, senza previa consultazione delle sigle sindacali interessate e senza informare le istituzioni locali lascia sgomenti – continua Cavallaro – e richiede un intervento doveroso delle autorità competenti per evitare il ripetersi da tali atti.
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Solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Best anche da Esildo Candria, Marilisa Cannarsa e Francesca Marchetti del coordinamento provinciale di Sinistra Ecologia Libertà:
Basta con la logica padronale: il diritto al lavoro viene prima di tutto.Sinistra Ecologia Libertà di Macerata esprime la sua solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della BEST di Montefano. Ciò che colpisce della vicenda di cui sono vittime è la brutalità del comportamento della proprietà societaria. Impensabile e scandaloso che il diritto al lavoro sia negato in questa maniera: una fabbrica svuotata di notte, la produzione trasferita all’estero, decine di famiglie, tra cui molte donne, che si trovano dall’oggi al domani senza lavoro.
Andare ai cancelli della BEST per esprimere vicinanza e solidarietà a operaie e operai ed ai sindacati che difendono i loro diritti non è solo un atto di testimonianza rivolto a donne e uomini trattati come cose: è anche il modo per guardare davvero in faccia i tanti giovani cui un mondo di imprenditori beceri e arroganti toglie la speranza di un futuro migliore. E’ ora di rimboccarsi le maniche: questa crisi la stanno pagando, ancora una volta, i più deboli. Non è più possibile consentire ai grandi gruppi industriali di delocalizzare a proprio piacimento la produzione, impoverendo i nostri territori e i lavoratori, nell’indifferenza delle istituzioni e del governo regionale che si muovono solamente a cose fatte, per piangere le solite inutili lacrime di coccodrillo. Solleciteremo la questione anche nel prossimo Consiglio Provinciale”.
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I dipendenti Best ora sono a Cavallo! L’on. picchia duro, ha fatto l’interrogazione, ha fatto!