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Il duplice omicidio di Loreto
compiuto davanti a tre bambini

Due sono i figli dell'ex fidanzata dell'uomo che ha ucciso la madre e la sorella

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Loreto

Tre bambini, di 11, sette e un anno e mezzo hanno assistito in diretta alla sparatoria in cui ieri a Loreto, in frazione Le Grotte, Claudio Alberto Sopranzi ha ferito la ex fidanzata Vincenza Mannino ed ammazzato la madre di lei, Rita Pulvirenti, e la sorella Silvana. Si tratta dei figli che Vincenza ha avuto dal marito separato, una bambina di 11 anni e un maschio di sette, e del figlio di un anno e mezzo di Silvana: i primi due giocavano in cortile, mentre il più piccolo pare fosse in casa con la mamma e la nonna. Grida, spari, e sangue dappertutto: una scena devastante per i loro occhi innocenti.

 

La loro presenza nel perimetro della villetta è stata confermata stamani dai carabinieri, dopo le prime ricostruzioni piuttosto confuse di ieri sui rapporti di parentela del nucleo familiare e quante e quali persone si trovassero in via De Gasperi.

Vincenza e Silvana Mannino avevano entrambe un matrimonio fallito alle spalle. I loro mariti vivono in Sicilia, e nell’isola un anno fa erano tornate anche le due donne. Una decina di giorni fa però, Vincenza e Silvana avevano deciso di raggiungere i genitori a Loreto, per un vacanza con i tre bambini.

La relazione sentimentale fra Vincenza Mannino e Sopranzi era cominciata quattro-cinque anni fa. Ma da un anno la ragazza aveva scelto di troncare quel rapporto difficile con un uomo molto più grande di lei, peraltro anche lui sposato e padre di due adolescenti.

Ma il guardiano di camping a Numana non si era rassegnato: era andato in Sicilia tentando di convincerla a tornare con lui, e in questi giorni l’aveva chiamata al telefono e cercata più volte (sarà l’esame dei tabulati telefonici a fissare date e orari). La storia d’amore era stata osteggiata sia dalla famiglia di lei (oltre a Rita Pulvirenti il marito Salvatore Mannino e due figli maschi) sia dall’ex moglie e dai figli di Sopranzi, tutti ascoltati a lungo ieri come testimoni.

Forse questo spiega perchè l’omicida abbia infierito anche contro le altre due donne, scaricando un intero caricatore (sette colpi) della sua Beretta cal. 7,65 contro Vincenza ma anche contro Silvana e Rita. Le autopsie sulle vittime, affidate dal pm Valeria Sottosanti al medico legale Adriano Tagliabracci, diranno quanti proiettili hanno dilaniato le due donne, e se lo sparatore abbia o meno ricaricato l’arma, prima di allontanarsi in bicicletta dal luogo del delitto.

A convincerlo a costituirsi sarebbe stata la ex moglie, che l’uomo aveva contattato con un cellulare pulito, durante la breve fuga nei campi. Ai carabinieri, hanno riferito in una conferenza stampa ad Ancona il comandante provinciale col. Liviano Marino e il comandante del Nucleo investigativo cap. Piero Pulzonetti, Sopranzi è apparso in stato confusionale. “Non so perchè l’ho fatto, non ricordo”, avrebbe detto. L’udienza di convalida dell’arresto forse domani, mentre Vincenza verrà sentita in ospedale.



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