Da Gian Mario Maulo, presidente del Consiglio comunale di Macerata, riceviamo e pubblichiamo.
Il dibattito consiliare sulla riqualificazione delle strutture e delle funzioni dell’area compresa fra Viale Don Bosco e via Dante (perché di questo si tratta e non di un ‘dibattito sui Salesiani’) ha registrato una partecipazione assidua, vivace e molto tecnica. Non era in discussione la scuola libera e paritaria e la libertà religiosa ed educativa, diritti garantiti dalla Costituzione: perciò non è stato un dibattito ideologico e/o confessionale. Il tema era, invece, profondamente e positivamente laico: sociale, commerciale, urbanistico, ambientale, viabilistico.
IL PROBLEMA: 1) La città ha bisogno di un polmone vitale come l’area dell’Oratorio Salesiano per la sua preziosa funzione educativa, sportiva, di volontariato, di integrazione, di associazionismo; ma le strutture attuali non sono più idonee per la sicurezza, l’estensione, la funzionalità delle attrezzature. 2) L’area che si estende da Largo Pascoli fino a via Barilatti è priva di molte attività commerciali di dimensione rionale, moderne ed accessibili; ma un centro commerciale in via Dante può congestionare il traffico e danneggiare gli esercizi commerciali di borgo Cairoli. 3) L’equilibrio economico dell’operazione urbanistica comporta un aumento di volumetrie abitative in via Don Bosco che ha vincoli panoramici ed in via Dante che modifica la destinazione dell’ex Inam ed aumenta il traffico e le esigenze di sosta.
LE CRITCITA’: Il dibattito ha registrato con franchezza molte posizioni favorevoli, ma anche perplessità e perfino contrarietà trasversali al centrodestra e al centrosinistra: sul dovere di intervenire, data la funzione storica educativa e sociale dei Salesiani, ma anche sui limiti dell’intervento pubblico; sulla necessità di salvaguardare il commercio esistente in zona, ma anche di offrire attività commerciali più vicine alle abitazioni; sulla delicatezza di un intervento irreversibile che può moltiplicare i problemi del traffico e della sosta in via Dante e via Don Bosco con nuove abitazioni e peggiorare la qualità della vita per le vie trasversali, ma può anche semplificare la sosta con un grande parcheggio sotterraneo; sui problemi di inquinamento acustico e ambientale di una zona già critica, che potrebbero aumentare con abitazioni ed attività commerciali, ma potrebbero anche diminuire; sul vincolo paesaggistico pluridecennale, che è discutibile, ma che sembrerebbe eluso più che rispettato dalla soluzione proposta; sulla necessità di mantenere la disponibilità dell’area sportiva per i ragazzi in tutta la sua ampiezza e anche durante i lavori di ristrutturazione; sull’impatto visivo conseguente alla crescita di volumetrie sopra il campo sportivo e sulla necessità di soluzioni architettoniche non invasive per esso e per il fronte di viale don Bosco; infine, sullo sperpero di territorio e sulla cementificazione ulteriore con abitazioni non richieste dal mercato, dopo quelle del piano casa.
Perfino l’ex candidato sindaco del centrodestra, con argomenti seriamente tecnici, si è dimostrato decisamente contrario; altrettanto hanno fatto con altre motivazioni tecniche alcuni rappresentanti della sinistra. Peraltro in molti interventi sono state evidenziate anche forti perplessità e criticità indiscutibili, tanto che alcuni consiglieri dei due schieramenti, ma soprattutto del centrodestra, propendevano per un ulteriore studio del problema: la soluzione, che ha visto un amplissimo consenso ( 16 di centrosinistra e 11 di centrodestra), ha ponderato i pro e i contro, valutando altresì la particolare funzione sociale dei Salesiani per il bene comune della città. Le rappresentazioni di una maggioranza divisa e frammentata, o in parte assente, tanto quanto l’opposizione, o lacerata da guerre ideologiche, sono assolutamente fuori prospettiva.
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Il dibattito in Consiglio comunale:
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Dall’amico Gian Mario Maulo un intervento squisitamente in politichese.
Come avevo già scritto le “giustificazioni” che si sono sentite in queste settimane, per l’aumento di volumentria dell’area dei Salesiani (funzione sociale, oratorio, squadra calcio) sono molto politicamente-corrette e condivisibili, ma nascondono un problema che, in molti a Macerata, discutono da tempo: senza la possibilità di edificare e vendere presumibilmente i Salesiani avrebbero difficoltà a restare aperti.
Quindi, se è vero quello che si sente in giro, tutta l’operazione viene in qualche modo “mascherata” da operazione sociale ma in realtà è solo un’operazione contabile necessaria per gli eredi di Don Bosco: servono soldi per far rimanere aperta la struttura, quindi serve costruire per vendere.
Si capisce molto meno l’intervento FUORI dall’area dei Salesiani, se non in chiave squisitamente speculativa (e NON necessaria).
La trasformazione dell’intera zona con abbattimenti e nuove costruzioni è solo l’ennesimo passo cementificatizio di qui questa amministrazione è stata responsabile negli ultimi 5 anni.
Taa piani casa, minitematiche, variazioni del Piano Regolatore questa amministrazione ha progettato una colata di cemento che sarebbe giustificabile, forse, se gli abitanti del capoluogo fossero il doppio, il triplo di quelli che sono.
Se tutte le operazioni speculative andranno in porto nei prossimi 5-8 anni si avranno oltre 8.000/9.000 alloggi in più (cioè oltre 16.000 posti letto)… Per chi, visto che la popolazione non cresce e i tanti immobili che si stanno già costruendo non trovano acquirenti???
Tra l’altro tutta la nuova urbanizzazione sembra seguire i criteri della vecchia: cioè si edifica ovunque senza un progetto complessivo, non si costruiscono infrastrutture adeguate, le strade sono poche e strette, mancano i parcheggi, mancano i polmoni verdi e soprattutto i criteri delel costruzioni sono vecchi ed obsoleti (non basta mettere 2 pannelli solari per dire che le abitazioni sono a risparmio energetico!).