di Matteo Zallocco
“Che cosa era Enrico Mattei? Un avventuriero? Un grande patriota? Uno di quegli italiani imprendibili, indefinibili, che sanno entrare in tutte le parti, capaci di grandissimo charme come di grandissimo furore, generosi ma con una memoria di elefante per le offese subite, abili nell’usare il denaro ma quasi senza toccarlo, sopra le parti ma capaci di usarle, cinici ma per un grande disegno.”
Così Giorgio Bocca scriveva qualche anno fa del fondatore dell’Eni.
“Enrico Mattei, l’uomo che guardava al futuro” è invece ill titolo della nuova fiction in onda su Raiuno ieri sera e stasera in due puntate. Protagonisti sono Massimo Ghini, che interpreta Mattei e Vittoria Belvedere, nel ruolo della moglie. Esistono ancora misteri sulla sua morte, ma il film è incentrato soprattutto sulla vita personale del fondatore dell’Eni. Su YouTube e’ comunque possibile vedere i video di Mixer che ricostruiscono il caso.
http://www.youtube.com/view_play_list?p=973C4F6422EDCDDF&search_query=enrico mattei
“Sento forte la responsabilità di rappresentare l’umanità e rendere giustizia al valore storico di un imprenditore che, a suo modo svincolato dai limiti della politica, è stato fondamentale per il nostro Paese”.
Così Massimo Ghini, protagonista della fiction Rai prodotta dalla Lux Vide su Enrico Mattei, spiega all’Agi il suo approccio con la figura di uno dei maggiori imprenditori italiani del secolo. Inevitabile il paragone con “Il caso Mattei”, film del 1972 di Francesco Rosi con Gian Maria Volonté. “Per il mio personaggio mi sono molto documentato e di sicuro ho in mente il film di Rosi interpretato da un grande Gian Maria Volonté — spiega Ghini — che però non può essere il modello per la nostra serie. Lì si poteva parlare di docu-fiction, di film inchiesta com’era nello stile di Francesco Rosi che si concentrava sulla tragica e sospetta scomparsa di Mattei.
Io invece — aggiunge l’attore — qui ho la responsabilità di rappresentare l’umanità e rendere giustizia al valore storico di un imprenditore che, a suo modo svincolato dai limiti della politica, è stato fondamentale per il nostro paese perché, come indica il sottotitolo del film, era veramente ‘L’uomo che guardava il futurò”.
La fiction inizia negli anni ’30. Mattei viene dalla provincia marchigiana ed a 25 anni ha già messo in piedi la sua prima fabbrica a Matelica. Capisce di doversi arruolare nella Resistenza dopo l’incontro con la Pira ed un gruppo di partigiani cattolici. Finita la guerra gli viene dato l’incarico di liquidare l’Agip, un carrozzone pieno di debiti. Il percorso di Mattei continua con la fondazione dell’Eni e i suoi viaggi in giro per il mondo, e si conclude il 27 ottobre 1962 con il suo ultimo volo preso a Catania e mai arrivato a Milano Linate: Mattei, infatti, muore in un incidente aereo su cui non si è mai saputa la verità.
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LA BIOGRAFIA
Enrico Mattei nasce il 29 aprile 1906 ad Acqualagna (Pesaro) da Angela Galvani e da Antonio, secondo di cinque figli. La famiglia è modesta, il padre brigadiere dei carabinieri. Con la promozione del capofamiglia a maresciallo i coniugi Mattei si trasferiscono a Matelica in provincia di Macerata.
Finite le scuole elementari, Enrico entra in collegio a Vasto, dove frequenta la scuola tecnica inferiore. Le ristrettezze della famiglia e la rigida disciplina imposta dal padre lo spingono a cercare subito una sua autonomia, anche economica. Il padre lo fa assumere nella fabbrica di letti di Scuriatti come verniciatore di letti di metallo, nel 1923 entra come garzone alla Conceria Fiore. La carriera di Mattei nell’Azienda è rapida: prima operaio, poi aiutante chimico, infine, a soli vent’anni, direttore del laboratorio.
Intanto riesce ad aprire un negozio di stoffe per la madre. Nel 1927, compiuto il servizio militare, torna a Matelica e diventa collaboratore principale del padrone della Conceria.
Presto cominciano a sentirsi gli effetti della crisi economica generale e gli affari iniziano ad andare male. Nel 1929 la Conceria Fiore chiude, Mattei si trasferisce a Milano dove continua la sua attività industriale aprendo assieme alla sorella e al fratello la sua prima fabbrica, un piccolo laboratorio di oli emulsionanti per l’industria conciaria e tessile. Nel 1934 fonda l’industria Chimica Lombarda.
Si unisce in matrimonio con Greta Paulas, nel 1936, a Vienna.
Mattei si diploma ragioniere e si iscrive all’Università Cattolica. Nel maggio 1943 incontra Giuseppe Spataro attraverso il quale entra in contatto con i circoli antifascisti milanesi. Dopo il 25 luglio si unisce, assieme a Boldrini, ai gruppi partigiani operanti sulle montagne circostanti Matelica. Tornato a Milano riprende i contatti con la Dc locale che lo nomina, per le sue doti organizzative più che militari, comandante del Corpo volontari per la libertà. Viene creato, nel 1944, un Comando militare Alta Italia del CLNAI di cui Enrico Mattei fa parte per la Dc.
Nei giorni successivi alla tormentata fine della guerra civile in Italia viene incaricato di liquidare le attività dell’Agip e di provvedere alla sostanziale privatizzazione degli asset energetici. Mattei sceglie di disattendere questa indicazione, per conseguire un obiettivo che riteneva fondamentale: garantire al Paese un’impresa energetica nazionale, in grado di assicurare quanto serviva ai bisogni delle famiglie e allo sviluppo della piccola e media impresa a prezzi più bassi rispetto a quelli degli oligopoli internazionali.
Raddoppiò la perforazione dei pozzi, sfruttò al meglio la ricerca mineraria nella Valle Padana, scelse le alleanze necessarie dentro il governo e ai partiti che lo sostenevano per realizzare quanto aveva in mente. Ci riuscì con l’istituzione, nel 1953 dell’Eni – dopo una lunga e travagliata discussione – iniziata nel 1947, tra chi sosteneva ad oltranza l’iniziativa privata e quanti erano fautori di una forte presenza dello Stato nell’economia.
Mattei riuscì ad affermare il ruolo strategico dell’energia nello sviluppo economico italiano e a ispirare fiducia nel possibile miracolo dell’indipendenza energetica.
Fu abile nel costituire una rete di collaboratori capaci di muoversi sulla scena internazionale e questo divenne uno dei punti di forza che la società, oltre gli interessi specifici, seppe offrire all’azione diplomatica dell’Italia. Fu tra i primi a coltivare lo spirito di frontiera e il rispetto delle culture diverse.
Il 27 ottobre 1962 il “Morane Saulnier 760” di Mattei proveniente da Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè (Pavia). Muoiono il presidente dell’Eni, il pilota Irnerio Bertuzzi, e il giornalista americano William Mc Hale.
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Normalmente, quando si ha a che fare con uomini che hanno inciso nella vita politica e sociale italiana, la storia che vine raccontata è “un pezzo di storia” e spesso il taglio narrativo viene deciso a tavolino dagli sceneggiatori che prediligono sottolineare certi aspetti e tralasciarne altri.
Quindi anche questa “fiction” su Mattei (come le molte realizzate sia dalla Rai che da Mediaset su altri “personaggi” della vita pubblica italiana) ripercorre la storia dell’uomo è illumina alcuni momenti lasciandone nell’oscurità altri; magari dettagli, aspetti marginali ma che potrebbero servire per avere una visione più obiettiva possibile sulll’illustre personaggio.
Brevemente: Mattei “si inventa” di fatto il petrolio italiano per non liquidare l’Agip poichè, nel complesso gioco politico di allora, vi era l’interesse (non solo di Mattei) a tenere in piedi la struttura che avrebbe dato peso politico a chi la gestiva.
Mattei, proprio perchè doveva avere bisogno di una “sua corrente” cercò di assumere più marchigiani possibili in modo tale di avere una pattuglia di “fedelissimi” all’interno della grande struttura che andava gestendo, struttura che aveva già i suoi referenti politici, i suoi padrini, i suoi dirigenti fedeli a questo o quel partito.
Mattei fu anche l’uomo che, con spregiudicatezza, mise in moto un sitema che, tanti anni dopo, degenerò in Tangentopoli: l’oliare i meccanismi giusti, fare le giuste pressioni, elargire favori o chiederne fu uno dei mezzi che Mattei utulizzò largamente allo scopo di favorire alleanze a suo modo necessarie per non chiudere l’Agip.
Ma Mattei fu anche l’uomo che decise di cambiare il modo di trattare con i produttori di petrolio che, fino asd allora, dalle grandi compagnie petrolifere ricevevano solo briciole di denaro.
Poichè Mattei sapeva benisssimo che l’AGIP non poteva competere con il peso politico ed economico delle “7 sorelle” decise di trovare una nuova strada, quella della collaborazione, offrendo margini di ricavi più altri in cambio della possibilità di avere deel proprie squadre petrolifiche… Un eresia per quei tempi in cui le grandi compagnie petrolifere sfruttavano i giacimenti ed impedivano a chiunque (nazione) di provare a trovare strade diverse per avere un proprio piano energetico indipendente dai voleri dei grandi boss petroliferi.
Mattei in definitiva fu una figura complessa e non il fir con Volontè, non l’attuale sceneggiato ne danno una vera immagine a 360°…