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Una maledetta domenica

SISMA SENZA TREGUA - Alle 7,40 di questa mattina è cominciata una giornata da incubo per la provincia travolta dal terremoto più forte in Italia dal 1980. La cronaca di quello che è accaduto e che Cronache Maceratesi ha raccontato momento per momento: i crolli, i feriti, gli sfollati di un 30 ottobre nero

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San Severino, una palazzina sventrata in rione Mazzini

San Severino, una palazzina sventrata in rione Mazzini

 

 

di Gianluca Ginella

E’ una domenica mattina di sole, ci sono da spostare le lancette per l’ora solare, è un giorno di riposo in una provincia dove molti, specialmente nell’entroterra, sono provati dalle scosse di quattro giorni prima: quelle del 26 ottobre. La prima, alle 19,11, di magnitudo 5.4 e la seconda, due ore dopo, ancora più forte: 5.9. Le gambe, questa la sensazione che lascia un sisma oltre al batticuore e ad un senso di impotenza, hanno tremato a tante persone quel giorno. Camerino ha riportato danni enormi, Visso, Ussita, Castelsantangelo sul Nera (epicentro delle scosse, dove il sisma si annuncia con boati che invadono le valli con carico di paure) sono diventate cittadine fantasma, o quasi. Tanti sono partiti verso la costa dove la Regione ha trovato sistemazione per loro negli alberghi. Tutto questo dopo che due mesi prima, il 24 agosto, in piena notte, la terra aveva tremato causando un’infinità di danni nel Maceratese e devastando Amatrice e Arquata del Tronto.

Dopo tutto questo, oggi, per molti era una domenica che doveva servire a distrarsi dal terremoto, dalle scosse, dalla parola sisma troppe volte pronunciata o sentita. Alle 7,40 di questa mattina tutto è cambiato di nuovo. Le case hanno tremato, i muri si sono mossi per attimi che sono parsi eterni, così tanto che ogni parete è parsa esile ogni oggetto troppo fragile. Passati quelli è stato il caos, con blackout e telefoni ko. Nei primi minuti si erano sparse voci che la magnitudo fosse di 7.1 gradi (cioè la più forte dal 1915 ad oggi), poi che fosse di 6.1 gradi e alla fine i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia si sono attestati a 6.5, epicentro a 6 chilometri da Norcia e a 7 da Castelsantangelo sul Nera, profondità 9 chilometri. Non bastasse, poco dopo c’è stata una replica, con l’ago dei sismografi che ha registrato una magnitudo di 4.6. E’ stato il colpo di grazia per centri come Visso, Ussita e Castelsantangelo e gli altri splendidi centri arroccati sui Sibillini, come Pieve Torina, Pievebovigliana, Muccia solo per citarne alcuni (tutti hanno riportato lesioni).

Tolentino, una palazzina crollata in via Pasubio

Tolentino, una palazzina crollata in via Pasubio

Una devastazione di quelle che poi più nulla sarà come prima, e che è arrivata fino a San Severino e a Tolentino con palazzi sventrati e scene di panico. Centri off limits, migliaia di persone corse in strada con le gambe che tremavano. Anche a Macerata i residenti hanno lasciato le loro case e sono scesi nelle piazze. E’ stata la scossa più forte dal 1980, anno del terremoto in Irpinia, con magnitudo 6.9. «La città è nel panico» ha detto il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei che pochi minuti dopo il sisma stava già girando per il comune insieme ai tecnici per organizzare i soccorsi. Il commissario straordinario per il terremoto, Vasco Errani, quando c’è stata la scossa era a Civitanova insieme al governatore Luca Ceriscioli. Erano in auto e saputo del terremoto hanno raggiunto la sala operativa (Soi) di Macerata. Parole drammatiche quelle dei sindaci dell’entroterra che da due mesi combattono col terremoto: «E’ rimasta solo polvere» ha detto il sindaco Mauro Falcucci di Castelsantangelo. Per aiutare è arrivato anche l’esercito. Ussita e Castelsantangelo sono rimaste isolate per ore, a Visso hanno cominciato ad abbattere l’hotel Elena per aprire la strada.

Macerata, ore 12: la messa ai giardini Diaz

Macerata, la messa ai giardini Diaz alle 12

A Macerata il vescovo ha celebrato una messa ai giardini Diaz, il cuore era con i terremotati e la città (erano le 12) si è fermata. Un migliaio di persone intanto nel corso del pomeriggio sono state trasferite sulla costa. Finora 800 le persone che hanno lasciato Camerino, «prima avevamo qualche speranza, ora il centro storico non c’è più» ha detto il sindaco Gianluca Pasqui. A Tolentino, San Severino, Macerata sono stati allestiti migliaia di posti letto per aiutare chi non ha più casa (questa sera erano già strapieni). A Tolentino a soccorrere gli sfollati anche un volto famoso della tv, l’attore Cesare Bocci: «mia madre è tra gli sfollati, è anziana e l’abbiamo aiutata ad uscire di casa». Sempre a Tolentino una famiglia di indiani si è salvata per un soffio dal crollo del tetto. A Tolentino una persona è rimasta ferita saltando da un balcone per la paura, lo stesso è accaduto a Porto Recanati, all’Hotel House. A Camerino una donna è stata investita da un’auto durante la confusione subito dopo il sisma. Nessuno di loro è grave. Diverse le persone soccorse perché colpite da malori dovuti allo spavento per il terremoto.

Castelsantangelo, la spaccatura compara sul monte Porche

Castelsantangelo, la spaccatura compara sul monte Porche

Infinita la lista dei danni: la Regione parla di oltre 100 comuni colpiti. Nel Maceratese ci sono centri rimasti senza acqua e senza metano. Di chiese in questa provincia probabilmente non ce ne sono più. Tutte inagibili per le lesioni. Ne avevano riaperta una nei giorni scorsi a Treia, era stata una festa, ma ora è inagibile pure quella. E intanto a San Severino il sindaco ha detto che 13mila persone stanotte saranno senza una casa. A Tolentino il Comune parlava di 4mila case con lesioni. E anche lì saranno migliaia a dormire fuori. Pattuglie di carabinieri, polizia, guardia di finanza vigilano contro gli sciacalli che potrebbero approfittare del fatto che i centri sono deserti per rubare. In mezzo a tutto questo si è diffusa nel pomeriggio l’immagine spaventosa di una frattura sul monte Porche, sopra Castelsantangelo. A Milano il centrocampista Giacomo Bonaventura ha segnato il gol vittoria per il Milan nella partita di campionato contro il Pescara: la dedica, lui che è di San Severino, è stata per la sua terra. Già, il calcio, perché in fondo oggi la giornata è cominciata che era domenica e finiva l’ora legale. Ma il 30 ottobre 2016 sarà ricordato per molte cose, tranne che per quello che tutti avevano sperato: che fosse una domenica come tante. E basta.

Camerino, una palazzina crollata

Camerino, una palazzina crollata

Visso, l'hotel Elena sarà abbattuto per riaprire la strada

Visso, l’hotel Elena sarà abbattuto per riaprire la strada

 

L'esercito a Visso

L’esercito a Visso

 

L'attore Cesare Bocci a Tolentinoper portare via la madre

L’attore Cesare Bocci a Tolentino per portare via la madre e dare una mano

 

Il Nera straripa a causa di una frana

Il Nera straripa a causa di una frana

 

Muccia, l'incessante lavoro dei vigili del fuoco in tutta la provincia

Muccia, l’incessante lavoro dei vigili del fuoco in tutta la provincia

 

Tolentino, sfollati al campo Sticchi

Tolentino, sfollati al campo Sticchi

 

Macerata, tanta gente dorme al Palas Fontescodella

Macerata, tanta gente dorme al Palas Fontescodella

 

Tolentino, via da casa

Tolentino, via da casa

 

La San Severino che non c'è più

La San Severino che non c’è più

 



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