
L’apertura del Ca’Baret
di Luca Patrassi
Domani ultimo giorno, a 13 anni dall’apertura, di Ca’baret nella gestione di Laura Splendiani e Giorgio Ripari. Una festa per l’addio anche se, per la verità, il locale resterà aperto e affidato a un altro gestore.
Si chiude e per le cose belle che se ne vanno, e restano nei ricordi, domani appunto ci sarà spazio per l’ultimo brindisi, dalle 19 fino a fine scorte recita l’invito. Potrebbero essere anche le 19,15, tale è la quantità di persone che in questi anni sono passati in centro storico da Ca’baret in via Gramsci.

Giorgio Ripari al Ca’Baret
Scelte di vita e appunto si cambia. Un locale votato ai prodotti tipici, anche con gli alcolici, in centro storico: poteva sembrare un’esperienza temeraria ed invece è stato un successo anche Inter (in omaggio a una fede calcistica del titolare) -generazionale.
Per la verità basterebbe la lettera di un ex docente Unimc a inquadrare la situazione: «Caro Ca’baret, qualche tempo fa mi sono informato per sapere se potevano iscriverti nell’associazione dei locali storici di Italia. Mi hanno risposto che ci vogliono 70 anni di anzianità. Ho cercato di spiegare che, per intensità, una serata al Ca’baret vale almeno un anno di vita ma non mi hanno capito. Ho saputo che chiudi e sto male. Per tirarmi su, ti scrivo per ringraziarti. Grazie per tutto quello che mi hai fatto bere e anche per quello che mi hai fatto vomitare. Grazie per avermi messo il Varnelli nel caffè anche quando non lo volevo, grazie per tutte le persone che mi hai fatto conoscere. Il Ca’baret vivrà per sempre».

Giorgio Ripari (a sinistra) e lo staff del Ca’baret
Ed ecco invece cosa dicono loro, Giorgio Ripari e Laura Splendiani: «Oggi guardiamo indietro e facciamo fatica a credere che siano già passati 13 anni da quando le luci del Ca’baret si sono accese per la prima volta. Quella che era nata come una sfida, un sogno nel cuore è diventata oggi una realtà vibrante, un punto di riferimento e, osiamo dire, una piccola “casa” per molti di voi. Se il Ca’baret è riuscito a scrivere la sua storia nel tessuto di Macerata, il merito non è solo nostro: è di tutti voi. Grazie ai nostri clienti, a chi ha scelto i nostri tavoli per i momenti importanti e a chi, ormai, fa parte dell’arredamento. Grazie al nostro team, a tutti i ragazzi e le ragazze che negli anni hanno indossato la nostra divisa. Grazie per i sorrisi, grazie ai fornitori, ai colleghi, alle nostre famiglie. Questi 13 anni non sono stati solo fatti di numeri, ma di storie, incontri e legami che resteranno indelebili. Abbiamo visto nascere amicizie, abbiamo ascoltato confidenze e abbiamo festeggiato traguardi insieme a voi. In questo lungo percorso, il pensiero va anche a chi non c’è più. Ricordiamo con affetto i volti di chi ci ha lasciato, ma che per anni ha reso il Ca’baret un posto più vivo con la loro presenza. La loro memoria resta parte integrante di questo locale. Passiamo la mano con la consapevolezza di aver cercato di dare sempre il massimo e la gratitudine di aver ricevuto molto di più».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati