di Francesca Marsili
Due casi di scabbia alla casa di risposo Porcelli di Tolentino: prima un dipendente dell’azienda e successivamente un’ospite della struttura, rispettivamente l’1 e il 3 ottobre. La sorveglianza attiva, come da protocollo sanitario ministeriale, rimarrà fino a metà novembre, 40 giorni dopo l’ultimo caso accertato.
«La situazione è sotto controllo – rassicura il sindaco Mauro Sclavi -. Nonostante la struttura ha effettuato la sanificazione certificata di tutto il blocco dei materassi pochi giorni prima purtroppo può accadere. La vigilanza attiva è massima, soprattutto nei riguardi degli ospiti non autosufficienti che non riescono a comunicare il prurito: ogni volta vengono alzati e lavati sono controllati accuratamente». Per quanto riguarda il dipendente «non abbiamo certezza se l’infezione è stata contratta esternamente o nella struttura – conclude -, la struttura ha messo in campo tutte le misure del caso tant’è che parliamo di un ospite su oltre 100 che sono nella casa di riposo».
Il primo in ordine di tempo a contrarre l’infezione è stato un dipendente dell’Azienda servizi alla persona Civica assistenza Tolentino, che gestisce la struttura. A segnalare all’Asp «un nuovo caso di scabbia» in data primo ottobre è stato l’istituto di Igiene dell’Ast Macerata. Il dipendente è stato subito messo a riposo e sottoposto a terapia fino a completa guarigione. Nella stessa data, con un documento rivolto ai familiari degli ospiti, la struttura ha comunicato che in quel momento nessun paziente risultava contagiato e che – come da protocollo ministeriale – si è proceduto «ad osservare tutte le norme igienico-sanitarie, ad informare i medici di medicina generale per la somministrazione della profilassi richiesta, ad effettuare una sorveglianza attiva per la precoce segnalazione di nuovi eventuali casi per i prossimi 40 giorni».
Il secondo caso «accertato, dietro visita specialistica» il 3 ottobre: stavolta a contrarre la malattia parassitaria della pelle una donna ospite della casa di risposo. Anche in questo caso l’Asp, con una circolare a firma della responsabile della struttura Laila Cervigni e rivolta agli utenti, ai familiari e al personale ha comunicato che: «Si è immediatamente proceduto ad isolare il caso e ad attuare tutte le misure previste dalla normativa vigente» e che «il trattamento di profilassi anti scabbia per tutti gli ospiti ed operatori in servizio all’Asp Tolentino è immediatamente iniziato in accordo e con la supervisione dei medici di medicina generale» specificando che le spese per i trattamenti prescritti, sia per gli ospiti che per il personale «saranno rimborsate dall’Asp dietro presentazione di regolare scontrino fiscale».
I trattamenti specifici dureranno alcuni giorni, mentre le procedure di sorveglianza sanitaria per il personale e i degenti al fine di permettere una precoce identificazione, misure di prevenzione della trasmissione, anche ambientali, dureranno fino a metà novembre, 40 giorni dopo l’ultimo caso accertato. Attualmente, nella storica sede della casa di riposo Porcelli, in centro storico, sono regolarmente in corso i lavori di adeguamento della struttura.
Un altro caso di scabbia nella casa di riposo di Tolentino si era verificato lo scorso 5 giugno, ancora prima, nel 2023, un caso isolato nei container di via Colombo. La scabbia è causata da un minuscolo acaro, invisibile a occhio nudo, che scava cunicoli nella pelle per deporre le uova provocando prurito intenso soprattutto notturno, e la comparsa di piccole lesioni. Nella quasi totalità dei casi, la trasmissione avviene per contatto diretto tra persone. I casi di scabbia nelle strutture di lungodegenza sono in aumento, come riporta l’Osservatorio malattie rare e altri enti, evidenziando tra le cause gli spostamenti post pandemia, il sovraffollamento nelle strutture e la crescente resistenza dell’acaro a farmaci tradizionali.
«Si fa presente – conclude il documento inviato ai familiari e al personale – che la scabbia non è una malattia pericolosa ma altamente contagiosa. Il trattamento della scabbia è facile ed efficace e si basa sull’applicazione di prodotti che uccidono l’acaro responsabile o su terapia orale a seconda delle prescrizioni del medico».
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