Francesco Benedetti con il sindaco Rosella Sensi
di Monia Orazi
A Visso cento candeline accese nel cuore di piazza Maria Cappa per Francesco Benedetti, detto Checco dell’Aschio, che oggi pomeriggio ha celebrato il traguardo del secolo di vita circondato dall’affetto dell’intero paese. Un compleanno speciale per un uomo che ha scelto di rimanere legato alla sua terra anche dopo le ferite del terremoto, diventando simbolo di resilienza e attaccamento alle radici.
«Come sono arrivato a 100 anni? Lavorando, volendo bene alla terra, agli animali», ha spiegato il centenario con la lucidità e la semplicità che lo contraddistinguono da sempre. Sul segreto della sua longevità, Francesco ha aggiunto: «Mangio tutta la roba buona, genuina, non troppa. Ho amato la terra, ho amato i genitori, ho amato gli animali, ho amato il prossimo mio». E con un sorriso: «Mi venga a trovare all’Aschio, però deve dire la verità, sennò non ci venga».
Checco, allevatore per quasi un secolo, ha gestito da solo oltre cento bovini fino a tarda età, curando i suoi animali anche quando la febbre e la polmonite minavano la sua salute.
Il sindaco Rosella Sensi ha voluto organizzare la festa in piazza anziché limitarsi alla tradizionale visita a domicilio: «Abbiamo parlato con Checco e lui mi ha confermato personalmente che questa festa la voleva condividere con tutti i suoi cittadini, con tutti i suoi amici. Quindi è giusto festeggiarlo in quella che oggi è la piazza centrale di Visso».
Per il primo cittadino si tratta di una celebrazione dal doppio significato: «È un testimonial di questa terra, è un testimonial perché, nonostante tanti terremoti, lui è rimasto perché è legato a questo comune, alla sua terra, ai suoi animali, ed è un esempio per tanti giovani. In più, personalmente, ho un’emozione grande perché era un grande amico del mio papà, quindi oggi festeggio in doppia veste: da sindaco sicuramente onorato di avere un cittadino come Checco, ma anche da figlia di Franco, amico di Checco».
L’evento ha trasformato la piazza in un grande salotto a cielo aperto. Una torta formata da cento bignè con altrettante candeline ha dominato la scena, mentre la banda cittadina ha suonato per il festeggiato. Il sindaco Rosella Sensi in fascia tricolore ha consegnato a Checco una targa commemorativa, riconoscendolo come custode dell’identità, dei valori e delle tradizioni.
Francesco Benedetti non si è mai sposato e ha dedicato la sua esistenza agli animali e alla terra dell’Aschio, la frazione dove è nato e cresciuto. Anche nei momenti più difficili, come dopo i devastanti terremoti che hanno colpito il territorio, non ha mai pensato di andarsene. La sua filosofia di vita si riassume in poche parole: semplicità, autenticità e giovialità.
La sua routine quotidiana, fino a età avanzata, prevedeva di non riposarsi mai finché tutti i suoi bovini non fossero stati governati e puliti. Un’abitudine che racconta di un’epoca in cui il rapporto con gli animali era fatto di cura e dedizione assoluta. Quando si concedeva una pausa al ristorante con gli amici, la prima preoccupazione era sempre per i suoi cani: “Preparatemi qualcosa per Parigi e Benito che stanno qui fuori, poi portate a me un piatto di tagliatelle”.
Due signore si prendono cura di lui quotidianamente, vegliando su una lucidità mentale che sfida il tempo. Checco rappresenta oggi la memoria vivente di Visso, testimone di un secolo di storia montana fatto di sacrifici, tradizioni e amore incondizionato per la propria terra.
L’auspicio dell’amministrazione comunale è di poter celebrare i prossimi compleanni di Checco nella futura piazza Martiri Vissani del paese ricostruito, quando le ferite del sisma saranno definitivamente rimarginate. Nel frattempo, piazza Maria Cappa ha accolto la festa di un uomo che ha scelto di non arrendersi mai, diventando esempio vivente di come l’attaccamento alle proprie radici possa essere elisir di lunga vita.
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