Paolo Borzacchiello
di Alessandra Pierini
E’ bello pensare ad Asculum Festival come al movimento verso un nuovo Rinascimento. In una epoca di decadenza e di spazi sempre più ridotti per la riflessione, il confronto e il pensiero, vedere migliaia di persone (sono state ben 7mila nel corso dei tre giorni del festival organizzato dalla Roi Group di Macerata) che si muovono nel cuore di Ascoli Piceno dal teatro dei Filarmonici al Ventidio Basso, dalla Pinacoteca al Chiostro San Francesco per ragionare sulle relazioni che danno un senso alla nostra esistenza. Questo il tema dell’edizione appena terminata, in una città vivace, in fermento, sembra una benedizione e accende la speranza che, prendendo consapevolezza, possiamo davvero “rinascere”.
Così diventano fondamentali il potere delle parole sottolineato da Paolo Borzacchiello, la parola capace di cambiare la realtà in un contesto collaborativo di Patrick Facciolo ma anche il patto salvagente tra genitori e figli proposto da Stefano Rossi. E verso una nuova e migliore versione delle relazioni e delle connessioni culturali, letto quasi come un percorso di civiltà, non può mancare l’attenzione agli orfani di femminicidi per cui sta lottando Pasquale Guadagno. Insomma la persona torna al centro anche nello sport in cui la performance è secondaria rispetto alla necessità per l’atleta di vivere il momento come sottolineato da Rachele Sangiuliano e Luciano Sabbatini.
Il lama Rinpoche
Dopo due giorni di eventi a ritmo serrato e incontri che hanno visto protagonisti personaggi dai settori più disparati, dal lama Michel Rinpoche passando per filosofi, psicologi e psichiatri e fino al creatore della pagina Vita da Lloyd Simone Tempia, ieri la giornata finale ha regalato preziosi insegnamenti e profonde emozioni.
Yoga nel chiostro San Francesco
LE RELAZIONI NELLO SPORT – Ad aprire la mattina di Ascoli è stata Selene Calloni Williams con lo yoga giapponese come rimedio allo stress e all’ansia. Poi il momento sportivo con Rachele Sangiuliano, campionessa mondiale di volley nel 2002 a Berlino, oggi commentatrice sportiva per Sky Sport, Eurosport e Discovery+ che ha raccontato la sua storia di atleta: «Mi è capitato di confondere l’essere con il fare, poi ho capito che non era il palmares a definirmi questo mi ha aiutato tanto. Nel mondo dello sport questo visione sta cambiando, basti pensare che il presidente Mattarella dopo le Olimpiadi ha ricevuto anche i quarti classificati. Dietro la performance, c’è sempre una persona. Ad esempio, la medaglia vinta a Berlino non so dove ce l’ho ma so dove sono le 12 persone con cui l’ho vinta, è quello che conta.
Luciano Sabbatini e Rachele Sangiuliano
Sul palco anche Luciano Sabbatini, mental coach di atleti di fama mondiale tra cui Gianmarco Tamberi. E proprio su Gimbo e su come ha sostenuto il campione marchigiano si è concentrato il suo intervento: «Prima ancora dell’atleta, c’è sempre la persona».
FEMMINICIDI E RELAZIONI TOSSICHE – «Vi racconto come mio padre ha ucciso mia madre»: il tema del lato invisibile del femminicidio è toccato a Pasquale Guadagno, imprenditore e autore del libro Figli di nessuno. Intervistato dalla giornalista Sara Pagnanelli, ha ripercorso la vicenda della mamma Carmela, figlia di una donna vittima di femminicidio e morta per mano del marito a sua volta.
Pasquale Guadagno intervistato dalla giornalista Sara Pagnanelli
Guadagno e sua sorella si sono ritrovati da soli ma hanno trovato la forza per agire concretamente ed ottenere un reale cambiamento presentando delle proposte di legge in Senato: «Mia madre aveva 7 mesi quando mia nonna è morta, non ha respirato una famiglia di odio. Eppure per lei c’è stato lo stesso destino, ed è arrivato per me e mia sorella il compito di spezzare questa catena». Una delle proposte di legge presentate riguardano la tutela degli orfani di femminicidio. «Ci stiamo anche battendo perché il marito che ha ucciso la moglie non abbia più su diritti su di lei. Sto spendendo 10mila euro di avvocato perché mio padre dal carcere non ci permette di cremare mia madre». L’imprenditore propone comunque una visione positiva: «Non concentro la mia vita su ciò che ha fatto mio padre. Ho provato rabbia per quello, ho capito che era disfunzionale per me, l’ho affrontata e mi sono concentrato su di me e sul mio futuro per renderlo straordinario».
Patrick Facciolo
COMUNICAZIONE E CONSAPEVOLEZZA – Affidato a Patrick Facciolo, giornalista radiotelevisivo e content creator, il tema della comunicazione. Il suo intervento ha preso il via dagli errori comunicativi di due dei candidati governatori delle Marche: «Matteo Ricci è intervenuto in una trasmissione televisiva da remoto senza curare l’audio né la location, non siamo ai primi giorni del Covid, non possiamo più permettercelo. Francesco Acquaroli invece parlando durante un confronto di sanità e liste di attesa, ha usato una fallacia logica, dicendo che sono aumentate le prestazioni sanitarie offerte ma contemporaneamente è aumentata ancora di più la richiesta. La politica è disciplina comunicativa, non si può andare contro il percepito. Lo ha insegnato Berlusconi quando disse che non c’era povertà perché alberghi e ristoranti erano vuoti. Si tratta di una fallacia logica». Ha poi sottolineato come nominalizzare le cose è un modo per affrontare l’ansia e come Putin che non parla metta in crisi il sistema occidentale, abituato invece ad abbondare con le parole: «Ognuno deve trovare la sua via per comunicare anche perché non esiste una parola capace di cambiare la realtà senza un contesto cooperativo».
Stefano Rossi
IL POTERE DELLA PAROLA E LA FORZA DELLA RELAZIONE EDUCATIVA – Il potere delle parole e la forza della relazione educativa sono stati i protagonisti degli ultimi due eventi in programma, che hanno riempito il Teatro Ventidio Basso fino all’ultimo posto disponibile, confermando il grande interesse del pubblico. Stefano Rossi, tra i massimi esperti nell’educazione emotiva di bambini, adolescenti e genitori, ha condotto un viaggio profondo e toccante nel mondo della preadolescenza e dell’adolescenza, offrendo ai genitori, agli educatori e a tutti i presenti strumenti concreti per affrontare le sfide emotive dei ragazzi in crescita, ricordando che il compito degli adulti non è evitare la distanza, ma restare fari accesi capaci di offrire luce anche nei momenti più bui. «Ogni figlio ha una crepa – ha detto Rossi – il nostro compito è amarli così come sono e insegnare loro che anche da quella crepa possono nascere dei fiori». Un intervento che ha toccato corde profonde, richiamando l’importanza dell’ascolto empatico, della gentilezza come modello, e di un “patto-salvagente” tra genitori e figli.
Paolo Borzacchiello
A chiudere il festival, è stato Paolo Borzacchiello, uno dei più apprezzati formatori in comunicazione strategica e intelligenza linguistica applicata al business, che ha accompagnato il pubblico in un’affascinante esplorazione del linguaggio come strumento potente per costruire (o distruggere) relazioni, superare conflitti e generare benessere. «Le parole non si limitano a descrivere la realtà: la creano e imparare a usarle consapevolmente può rendere la vita più gratificante e noi più felici». L’evento ha visto anche i saluti istituzionali del sindaco Marco Fioravanti e di Giorgia Latini, vicepresidente della Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, che ha chiuso la tre giorni con grande entusiasmo e partecipazione.
Marcello Mancini e Sara Pagnanelli di Roi Group con il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti e la deputata Giorgia Latini
Marcello Mancini e Andrea Agostini
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