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«Mio figlio ha una grave disabilità,
ma da quest’anno a scuola
perderà dieci ore di assistenza»

MACERATA - L'appello di una mamma: «Avrebbe dovuto frequentare la prima elementare, ma ripeterà l'ultimo anno dell'infanzia. Ha sempre avuto 25 ore di sostegno e 15 di assistenza, ma ho scoperto l'alto ieri che non sarà più così nonostante la sua condizione richieda una presenza costante»

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scuola-classedi Giulia Sancricca

«Mio figlio ha sei anni, avrebbe dovuto iniziare la prima elementare come tutti i bambini della sua età, ma a causa della sua grave disabilità frequenterà per un altro anno la scuola dell’infanzia. Fin qui nulla di strano: è la scelta più adatta per lui, per i suoi ritmi e per il suo benessere. Ma la vera difficoltà è emersa solo pochi giorni fa, quando ho scoperto che quest’anno non avrà lo stesso supporto di cui ha sempre beneficiato». 

Il racconto è di una mamma residente a Macerata e che solo l’altro ieri ha scoperto che suo figlio non sarà coperto con l’assistenza per tutte le 40 ore trascorse a scuola: «Se negli anni scorsi – racconta – potevamo contare su 25 ore di sostegno (il massimo consentito) e 15 ore di assistenza, oggi ci troviamo con 25 ore di sostegno ma soltanto cinque di assistenza. Questo significa che dieci ore settimanali resteranno scoperte, lasciando mio figlio affidato all’insegnante di sezione: una condizione insostenibile per le sue necessità».

La donna racconta allora la sua storia: «Dopo la nascita di mio figlio – dice – ho scoperto di essere portatrice sana di una rara malattia genetica che ho trasmesso al piccolo nella maniera più grave. Il mio bambino non parla, porta ancora il pannolino, a volte ha degli atteggiamenti aggressivi e non riesce a seguire la lezione anche per via dell’autismo». È per questo che la mamma è preoccupata per le ore in cui suo figlio non avrà assistenza, ma dovrà restare in classe come gli altri alunni. «Deve essere seguito costantemente ed è possibile che in questo modo le insegnanti mi chiamino per riportarlo a casa nelle ore scoperte dall’assistenza – dice la donna -. Ma non è una scelta che condivido: mio figlio ha diritto a frequentare la scuola per tutte le ore come tutti gli altri bambini, con quello che gli spetta di diritto». Allora l’appello è alle istituzioni e a tutte le famiglie che ora si trovano a vivere la sua stessa situazione: «Ho chiesto spiegazioni all’assistente sociale del Comune – racconta -, ma mi è stato risposto che purtroppo i fondi destinati all’assistenza sono sempre gli stessi e i bambini con bisogni speciali sono aumentati, quindi hanno dovuto rimodulare le ore. La mia non è una polemica contro il Comune, non so nemmeno a chi faccia capo l’erogazione dei fondi: vorrei solo che mio figlio e i bambini come lui possano vivere la scuola in maniera serena, con gli aiuti che per loro sono indispensabili».



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