Zfu, commercianti e artigiani:
«Senza rinnovo agevolazioni
rischiamo di chiudere»

SISMA - Samuela Caponera e Lorella Pettinari, raccogliendo il disagio di una serie di commercianti e artigiani di Camerino e Visso. «A distanza di tempo, ci ritroviamo ancora a discutere e a cercare di capire se la Zfu verrà rinnovata o no»

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Visso

di Monia Orazi

L’incertezza sul rinnovo della zona franca urbana mette a rischio la sopravvivenza delle attività commerciali e artigianali di Camerino e Visso. I commercianti lanciano un appello alle istituzioni chiedendo risposte immediate e concrete per evitare la chiusura di numerose attività in territori già provati dal sisma e dallo spopolamento. «Abbiamo bisogno di risposte valide, in breve tempo, perché in questo periodo già si deve programmare e fare ordini nelle attività per il prossimo inverno, ma molti di noi senza aiuti, non ce la faranno ad affrontare una programmazione efficiente», spiegano Samuela Caponera e Lorella Pettinari, raccogliendo il disagio di una serie di commercianti e artigiani di Camerino e Visso.

«A distanza di tempo, ci ritroviamo ancora a discutere e a cercare di capire se la Zfu verrà rinnovata o no», aggiungono le due commercianti, sottolineando come l’incertezza stia paralizzando ogni forma di pianificazione aziendale. Le attività economiche locali si trovano in una situazione di stallo, costrette a operare nell’incertezza mentre i conti correnti «si asciugano», specialmente per quelle famiglie la cui unica entrata deriva dalla propria attività commerciale. Le due imprenditrici sottolineano come abbiano «resistito per 9 anni in condizioni precarie» dopo il terremoto del 2016, investendo nella ricostruzione e credendo nel rilancio del territorio. «Si tratta di dare la possibilità di sopravvivere a chi ha più bisogno», evidenziano, ricordando come le attività dei paesi più colpiti abbiano ricevuto negli anni passati «gli stessi sgravi di quelle meno colpite, creando ulteriore disparità».

Particolarmente critica la posizione sui fondi già stanziati: «Dopo aver impiegato ed investito milioni di euro per messe in sicurezza e per costruire posti come il nostro Sottocorte village a Camerino, che dovevano essere di accompagnamento verso la rinascita, ci abbandonano non stanziando più cifre che proporzionalmente sarebbero irrisorie, ma la cui distribuzione o meno, può decretare la vita o la morte di tante attività». Caponera e Pettinari respingono l’etichetta di “assistenzialismo” spesso utilizzata dai vertici istituzionali: «Quello che chiediamo invece è speranza, un minimo di sicurezza per continuare a lavorare e fornire servizi a territori che rischiano di morire, con case aggiustate, ma con sempre meno persone attratte a tornare».

Oltre alle risposte immediate, le commercianti chiedono agevolazioni «non per soli 6 mesi», ma «per periodi più lunghi che ci accompagnino verso la ricostruzione». Alcuni operatori hanno già dovuto pagare i contributi, altri sono stati costretti a rateizzarli, in attesa di certezze sul futuro della zfu. «Abbiamo bisogno di risposte ora, non di promesse pre-elettorali, che a noi sempre più scettici, non saranno sufficienti né serviranno per tirare avanti, mentre i nostri conti correnti si asciugano», ribadiscono con forza, specificando che molte famiglie dipendono esclusivamente dall’attività commerciale come unica fonte di reddito.

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