Mario Capparucci
AGGIORNAMENTO DEL 12 MARZO 2025 – L’ex sindaco di Montecassiano Mario Capparucci è stato assolto al tribunale di Macerata dall’accusa di truffa (leggi l’articolo).
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di Gianluca Ginella
Una truffa alla Regione legata al riconoscimento della parità scolastica, finisce sotto accusa il legale rappresentante di una cooperativa sociale che gestisce scuole dell’infanzia paritarie, l’ex sindaco di Montecassiano, Mario Capparucci, 72 anni. Oggi è stato rinviato a giudizio dal gup Claudio Bonifazi del tribunale di Macerata.
La difesa contesta fermamene le accuse: «Ha sempre agito in buonafede e manca l’elemento soggettivo del reato contestato. Le somme le ha restituite e aveva pure rinunciato al requisito della parità scolastica».
Il processo si aprirà il 12 marzo al tribunale di Macerata e dovrà chiarire se abbia ragione l’accusa che contestata una truffa per circa 11mila euro, o la difesa che dice che non c’è stata alcuna truffa.
L’avvocato Luca Pascucci
LA CONTESTAZIONE – Capparucci, ex sindaco di Montecassiano e insegnante in pensione, è finito sotto accusa come legale rappresentante della società cooperativa sociale Prisma. Si tratta di un ente che gestisce le scuole dell’infanzia paritarie “La Casa dei bambini” che si trovano a Macerata e Monte San Giusto. Per l’accusa, sostenuta dal pm Vincenzo Carusi, Capparucci, per mantenere il riconoscimento della parità scolastica avrebbe assunto «simulatamente» quattro insegnanti provviste del titolo abilitante all’insegnamento nella scuola d’infanzia. Sempre secondo l’accusa avevano sottoscritto un contratto di assunzione a tempo determinato parziale per il periodo dal 21 marzo del 2022 al 30 giugno del 2022. Inoltre sarebbero state inviate all’Inps le comunicazioni obbligatorie e i nominativi degli insegnati sarebbero stati inseriti tra il personale docente della comunicazione di inizio anno scolastico 2021/2022 inoltrata all’Ufficio scolastico regionale. Per l’accusa Capparucci avrebbe percepito indebitamente 11mila euro circa.
LA DIFESA – «Il mio assistito ha rinunciato spontaneamente al requisito di parità scolastica con dichiarazione fatta nel maggio del 2022 – dice l’avvocato Luca Pascucci, legale di Capparucci -, quindi nel corso dell’anno scolastico al centro dei fatti contestati al processo. Le assunzioni erano per un periodo da marzo a giugno ma quando ha visto che c’erano contestazioni lui ad un certo punto ha rinunciato al requisito della parità e poi ha restituito le somme che richiedevano. La condotta non ha recato nessun tipo di danno, sia perché non ha ottenuto il requisito della parità, sia perché ha restituito le somme. Riteniamo non ci sia nessuna responsabilità penale del nostro assistito. Al processo chiariremo la sua posizione, ha agito in buonafede e non c’è, a nostro parere, l’elemento soggettivo del reato di truffa».
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