Taglio del nastro, al palazzo vescovile di San Severino Marche, per la mostra “Il peso del vuoto”, un evento che arricchisce ulteriormente le tredici sale espositive del MARec, il museo dell’arte recuperata. La cerimonia ha visto la partecipazione del vescovo di Camerino San Severino Marche, Francesco Massara, della sindaca di San Severino Rosa Piermattei, della vicesindaca e assessora alla cultura, Vanna Bianconi, e del rettore dell’università di Camerino, Graziano Leoni.
Curata da Giacomo Guidi e Barbara Mastrocola, la mostra “Il peso del vuoto” propone un percorso che mette in dialogo l’arte contemporanea con i grandi maestri del passato, offrendo ai visitatori una riflessione sui legami tra storia, materia e tempo. «L’arte è tutta contemporanea perché arrivata a noi anche se viene dal passato, è nel nostro tempo dove passa e dove ogni artista rappresenta una ciclicità – ha dichiarato Giacomo Guidi, sottolineando la volontà di creare una narrazione che si sviluppa attraverso vicinanze cromatiche, materiali e semantiche, per aggiungere – Questo è un invito ad approfondire ciò che non è apparente in un tempo che con troppa velocità cancella le cose. L’arte, in questo percorso, serve a condurre oltre l’arte stessa».
Barbara Mastrocola ha espresso il proprio ringraziamento al vescovo Francesco Massara per aver accolto l’idea di portare l’arte contemporanea all’interno del museo, accanto ai capolavori recuperati dalle chiese devastate dalle scosse di terremoto del 2016 e che già rappresentano un patrimonio inestimabile per la comunità. «Questo percorso – ha aggiunto Mastrocola – fornisce un’aria nuova all’esposizione, già visitata da migliaia di persone, creando nuove chiavi di lettura e arricchendo ulteriormente l’offerta culturale del MARec».
L’evento culturale, promosso in collaborazione con la galleria d’arte Contemporary Cluster, presenta le opere di otto giovani artisti contemporanei: Elisa Capucci, Cristiano Carotti, Nicola Ghirardelli, Giuseppe Lo Cascio, Lorenzo Montinaro, Jacopo Naccarato, Maria Positano e Jonathan Vivacqua.
La mostra sarà visitabile fino ad aprile 2025.
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