di Gabriele Censi
“Il laboratorio del Sarto, costruire spazi attorno alle persone”. È il titolo della tre giorni in corso a Camerino organizzata dall’ateneo per approfondire il tema della sostenibilità in vari campi, coinvolta la rete di tutte le università italiane per la gran parte presenti con delegati o in collegamento.
Il rettore Graziano Leoni ha introdotto i lavori: «E’ la terza edizione organizzata dal nostro direttore generale Andrea Braschi, serve a fare rete con tutte le università italiane che oggi sono praticamente quasi tutte rappresentate, da personale amministrativo e tecnico, e che si confrontano su questi temi che sono appunto quelli della sostenibilità delle strutture universitarie. Edifici e progetti che devono essere realizzati attorno alla persona. Un evento che serve a trasferire le buone pratiche di tutti gli atenei e innalzare la qualità. A informare sul livello nazionale dei vari atenei».
«Oggi parliamo di come disegnare i nuovi spazi per la nostra comunità, – ha esordito il direttore generale Andrea Braschi – in primis spero ovviamente per i nostri ragazzi e di farlo proprio cercando di tagliarli su misura per loro. Quindi tutte le strutture tecniche dialogheranno su innovazione e digitalizzazione, mantenendo sempre il focus sulle persone».
Tra i relatori anche la presidente della rete delle università per lo sviluppo sostenibile Patrizia Lombardi: «Rappresento una rete di 86 atenei che lavorano insieme sui temi della sostenibilità in particolare otto gruppi di lavoro, che conducono e supportano la transizione ecologica e sociale delle nostre università. Anche gli studenti collaborano su questi temi.
Le università italiane, chiaramente in questo momento, hanno potuto usufruire dei fondi del Pnrr e quindi stanno mettendo a terra una serie di iniziative. C’è una grande consapevolezza della necessità di proseguire e soprattutto di andare oltre, di avere lo sviluppo sostenibile come paradigma delle propria azioni. C’è una grandissima consapevolezza della necessità di alzare l’asticella e far sì che questi esperimenti di valorizzazione della conoscenza che sono stati fatti in questi anni, possono diventare il quotidiano».
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