«Il forno crematorio
è una bomba ecologica»

TOLENTINO - Il presidente del Consiglio di quartiere Centro storico contro l'impianto: «Emette inquinanti nell’aria e alla città non serve. Si possono studiare alternative»

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Il cimitero di Tolentino

 

«No al forno crematorio, sarebbe una bomba ecologica. Ci sono soluzioni alternative» dice il presidente del consiglio di quartiere Centro storico, Luigino Luconi. Il Consiglio ha già fatto presente al Comune la contrarietà all’impianto e aveva invitato gli amministratori ad un confronto e «a riflettere sui numeri forniti dagli enti preposti alla tutela e alla prevenzione, controllo e vigilanza in materia di igiene e salvaguardia dell’ambiente (Arpam) che parlano con certezza come l’impianto di cremazione andrebbe a creare livelli di intollerabilità  nell’aria della città. Noi pensiamo – dice il presidente Luigino Luconi -, che quando si programma la realizzazione di impianti del genere, che possono cambiare gli equilibri igienico-sanitari, devono essere avviati momenti di confronto con tutte le componenti sociali e civili. Non esistono forni a impatto zero».

Luconi sottolinea una serie di problemi: «l’impianto di cremazione sarebbe una bomba ecologica in termini di qualità dell’aria, con rischi sulla salute dei cittadini grandi e piccoli, causa di malattie, anche gravi, per le emissioni di sostanze inquinanti. Bruciare corpi inquina, nel processo di cremazione, si producono inquinanti atmosferici, quali: polveri di monossido di carbonio, ossidi di azoto, composti organici, inorganici  del cloro e fluoro, metalli pesanti, oltre a emissioni di mercurio, zinco, diossine-furani e Ipa. L’impianto sarà costruito all’interno del cimitero, al di sotto delle distanze di sicurezza, gli impianti di questo tipo devono essere collocati ad almeno 200 metri dalle abitazioni, i primi edifici si trovano tra i 100-150 metri oltre ad una struttura sportiva e complesso religioso. L’impianto sorgerà in una delle zone più alte del perimetro urbano, gli eventi atmosferici trasporterebbero senza ostacoli gli elementi inquinanti emessi dall’impianto di cremazione su tutto il territorio. Non esiste nella Regione una norma “ambientale” che disciplina l’installazione e il funzionamento dei forni crematori, pertanto tali impianti sono, oggi, classificati come inceneritori di rifiuti speciali per l’aspetto concernente i parametri operativi e funzionali». Il Consiglio di quartiere aggiunge che a Tolentino «Su una popolazione di quasi circa 19mila abitanti, abbiamo un tasso di mortalità di 1,25%, con circa 240 decessi in media anno, ultimo decennio. Di questi, solo per una piccolissima parte viene scelta la cremazione, rivolgendosi ai forni di Perugia, San Benedetto o Fano. Ci domandiamo che senso ha, allora, istallare un crematorio per poche unità di salme. Rispondiamo con una certezza, l’impianto per essere in linea con l’investimento dovrebbe cremare mille salme l’anno. Questa situazione spingerà il privato investitore a trasformare Tolentino in un centro crematorio a vocazione interregionale. Ci sarebbe la possibilità di valutare la costruzione di un nuovo cimitero in zona est, area Pace? Un’area in grande espansione residenziale, commerciale, con nuove scuole, multisala, impianti sportivi. Avremo così distribuito in maniera omogenea il servizio cimiteriale sul territorio». Il comitato aggiunge: «Gli impianti di cremazione, inquinano e sono ormai superati. In Europa sono già state adottate tecnologie alternative, che non danneggiano l’ambiente». Tra queste, sottolineano, la cremazione a freddo «che non rilascia alcuna sostanza», oppure la tumulazione areata.

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