di Gianluca Ginella
Tredici anni di presunti maltrattamenti alla compagna (ora ex), fatti che alla fine avevano portato anche all’arresto di un primario di un ospedale della provincia. Oggi si è svolta l’udienza preliminare davanti al gup Claudio Bonifazi ed è stata rinviata al 20 aprile prossimo. I fatti contestati sarebbero avvenuti, tra il 2006 e il 2019, in un comune della costa dove il medico viveva con la famiglia. Nell’ottobre del 2019 il primario era stato arrestato e messo ai domiciliari (in seguito è tornato libero). L’accusa contesta al medico una serie di maltrattamenti alla compagna. Si parla di botte come in un caso del giugno del 2018 quando la donna sarebbe stata presa a pugni, sia al volto, che alla schiena, o come il 27 settembre del 2019 quando l’uomo avrebbe messo le mani intorno al collo della compagna, scuotendola con violenza, mordendole l’avambraccio, colpendola al volto per due volte (la donna riportò 10 giorni di prognosi). L’accusa sostiene che l’uomo nel corso della convivenza avrebbe più volte picchiato la compagna, cercando di strangolarla. In un caso anche la figlia (maggiorenne) sarebbe stata picchiata (nell’agosto del 2019, quando ripotò 5 giorni di prognosi). Si parla anche di minacce di morte che la donna avrebbe ricevuto dal compagno. Inoltre un figlio della coppia scoprì sul pc le prove di una relazione del primario con una donna: secondo l’accusa l’uomo teneva delle chat erotiche con lei e poi salvava sul computer delle foto. Quando la compagna era venuta a sapere della cosa, il medico, dice ancora l’accusa (sostenuta oggi dal pm Margherita Brunelli), l’avrebbe umiliata. Oggi la ex compagna del medico si è costituita parte civile nel corso dell’udienza davanti al gup. L’imputato, così come aveva fatto all’indomani dell’arresto, continua a respingere le accuse (i reati contestati sono i maltrattamenti in famiglia e le lesioni personali).
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Nome dell’indagato e riferimenti troppo specifici non vengono indicati per tutelare l’identità delle vittime.
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