Macerie pubbliche,
strade liberate in 44 Comuni

SISMA - Il piano prosegue così come le ordinanze per demolire gli edifici pericolanti. Il presidente della Regione Ceriscioli: "I resti delle case private verranno lavorati insieme alla ricostruzione"

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Recupero delle macerie da parte degli operatori Cosmari

 

Il piano macerie a oggi ha liberato le strade di 44 Comuni sui 55 del cratere. Lo rende noto la Regione che in una nota annuncia anche che le demolizioni di sicurezza vanno avanti per liberare man mano tutte le vie di comunicazione. I nove comuni ancora parzialmente bloccati dai crolli, ma solo nelle strade secondarie, sono Camerino (250 tonnellate di macerie), Castelsantangelo, Fiastra, Ussita, Visso, Acquasanta Terme, Montegallo e Amandola. Discorso a parte per Arquata del Tronto dove nelle frazioni di Pescara, Tufo e Capodacqua restano ancora macerie su area pubblica e privata rendendo le frazioni impraticabili.

Per quanto riguarda la situazione generale dei lavori di rimozione, a oggi risultano 110.651,36 tonnellate rimosse, con un ritmo giornaliero di circa 2mila tonnellate, destinato a incrementarsi, poiché sono in allestimento altri due siti di raccolta, che si aggiungono ai tre già operanti. In base ai piani presentati dai Comuni con le stime dei quantitativi da rimuovere, i Comuni con più macerie sono: Arquata del Tronto (rimosse 53.000), Castelsantangelo (rimosse 2.600 tonnellate e lavorate con il Mibact le macerie aventi valore storico architettonico, per le quali la stima è fatta in ore di lavoro e mezzi e non in termini di quantità), Ussita (rimosse 2.370 tonnellate).

Nei lavori di rimozione è stata data priorità a Visso, San Ginesio e San Severino, per liberare la viabilità generale e rimuovere le macerie delle scuole. A Visso sono state rimosse 11.764 tonnellate, a San Severino 10.212 tonnellate e a San Ginesio 8.778. “Gran parte del materiale su strade e piazze è stato rimosso – dice in una nota il governatore Luca Ceriscioli -. Questo era l’obiettivo principale. La parte relativa alle macerie private verrà poi lavorata con la ricostruzione anche delle singole abitazioni, anche perché per rimuovere le macerie private occorre di volta in volta avere le singole autorizzazioni dei cittadini. Stiamo lavorando con le amministrazioni locali. I Comuni infatti sono chiamati a fare le ordinanze di demolizione degli edifici pericolanti che costituiscono rischio alla pubblica incolumità, le messe in sicurezza degli edifici pericolanti non da demolire e anche gli avvisi propedeutici alla rimozione delle macerie che insistono sulle aree private”.



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