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Da mesi fuori casa per inagibilità indotta,
“Chiesto l’abbattimento
ma Pasqui non fa niente”

CAMERINO - Il gruppo di opposizione Comunità e territorio denuncia il braccio di ferro tra proprietari e Comune su una palazzina in viale Seneca. I primi vogliono la demolizione, per i tecnici non serve. Nell'attesa la strada resta in parte chiusa

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il palazzo Toffee in viale Seneca prima del terremoto

 

A nove mesi dal terremoto viale Seneca a Camerino resta in parte chiuso per l’inagibilità del palazzo che prima ospitava la pasticceria Toffee. “Non è possibile che le persone non possano rientrare in casa per le inagibilità dei palazzi vicini”, dice in una nota il gruppo consiliare di opposizione “Comunità e territorio”, puntando il dito contro “l’immobilismo del sindaco Gianluca Pasqui”. Il capogruppo Andrea Caprodossi incalza: “In città in termini di demolizione è stato fatto poco o niente: ci siamo preoccupati di puntellare gli edifici sostenendo costi inaccettabili per i cittadini. Quando verranno rese pubbliche le cifre per le mancate demolizioni e per le messe in sicurezza avremo delle amare sorprese. Quindi, a causa di questo comportamento discutibile c’è il paradosso di chi resta fuori casa perché una casa non ce l’ha più, e chi invece rimane senza casa perché un edificio vicino, non abbattuto e magari in attesa di demolizione, resta lì, così com’è, da mesi, rappresentando un pericolo indotto. Ma può essere?”. L’opposizione ricorda che dopo nove mesi la chiusura della strada, aperta fino all’Ipsia, crea disagio alla circolazione e alla popolazione. “Il palazzo non è stato demolito né è stato messo in sicurezza, il che comporta che sia ancora ricompreso in zona rossa – si legge nella nota – ci sono famiglie che hanno la propria abitazione nei pressi del palazzo che non possono rientrare nella loro casa agibile: questa inerzia determina un grave disagio ed è uno sperpero di soldi pubblici, visto che coloro che hanno l’inagibilità indotta percepiscono il contributo per l’autonoma sistemazione (Cas)”. Sulla possibilità della demolizione il gruppo consiliare scrive: “Sembra che i tecnici comunali abbiano fatto una relazione dove si attesta che il palazzo non sia da demolire, ma tale relazione è stata contestata dai condomini che invece chiedono l’abbattimento. Non vogliamo entrare nel merito della questione tecnica, ma vogliamo sottolineare che il sindaco ha adottato la solita tattica conservatrice: la politica dell’immobilismo, pur avendo a disposizione una serie di strumenti. Viene il dubbio – conclude il gruppo consiliare – che ormai il nostro sindaco abbia la testa altrove, che stia pensando a una carriera politica che vada verso altri lidi (Roma o magari direzione Ancona). Quanto ci sta costando l’interesse personale del primo cittadino?”.



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